PLUS, sabato 12 settembre 2015
“Banche e Bancari – La scommessa della lettera a Draghi e Visco”
– di Nicola Borzi –
È di grande rilevanza politica la lettera unitaria del 4 settembre con la quale i segretari di tutte e sette le organizzazioni sindacali del credito si sono rivolti insieme al presidente della Bce, Mario Draghi, e al Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco.
L’iniziativa di Lando Maria Sileoni della Fabi, Giulio Romani di First Cisl, Agostino Megale di Fisac/Cgil, Pietro Pisani di Sinfub, Fabio Verelli di Ugl Credito, Massimo Masi della Uilca ed Emilio Contrasto di Unisin segna un passaggio importante nelle relazioni industriali non solo nel settore bancario. Inviata prima del “calcio d’inizio” del percorso di riorganizzazione del settore, che sta già prendendo velocità ma che inizierà formalmente dal 10 ottobre con l’assemblea chiamata a varare la trasformazione della prima grande Popolare, Ubi, in Spa, la missiva mette infatti numerosi punti fermi al dibattito che poi si svilupperà nel comparto. Un dibattito che, come dimostrano le più recenti dichiarazioni dei vertici di UniCredit, avrà ricadute eccezionali sull’occupazione bancaria che non saranno riconducibili solamente alla prevista girandola di integrazioni tra istituti.
I segretari dei sindacati non ricordano solo la preveggenza con la quale hanno realizzato strumenti innovativi di gestione delle precedenti fasi di riorganizzazione del settore (in anticipo di anni sul resto dell’economia nazionale), né si limitano a rivendicare come altrettante medaglie i costi occupazionali delle ristrutturazioni (quasi 70mila uscite nel ventennio che si chiuderà nel 2020), gestite senza tensioni sociali. Il mondo del lavoro bancario, unitariamente, si pone come soggetto motore della riforma del comparto e con questa lettera ribalta la prospettiva finanziaria che lo vorrebbe mero “costo” da efficientare. Di più: in un passaggio chiave, il sindacato chiede l’avvio di una nuova fase della rappresentanza che consenta l’ingresso di delegati dei bancari nelle strutture di sorveglianza della rinnovata corporate che uscirà dalla riforma del comparto. Un tema, sin qui eluso, che diventa il vero spartiacque tra una risistemazione condivisa del settore del credito e una mera riedizione di fasi già vissute. Starà ora alla moral di Palazzo Koch e della Bce recepire queste richieste e trasferirle, rinvigorite, ai protagonisti del riassetto. È questa la scommessa del mondo del lavoro bancario.
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