Home Articoli 120° CONSIGLIO NAZIONALE FABI – SILEONI STRIGLIA I BANCHIERI

120° CONSIGLIO NAZIONALE FABI – SILEONI STRIGLIA I BANCHIERI

di Redazione
“Vogliamo proseguire la trattativa di rinnovo del Contratto, ma le banche devono cambiare radicalmente atteggiamento, altrimenti siamo pronti a scendere di nuovo in piazza. Se i banchieri continueranno ad adottare la linea intransigente, si dovranno assumere la responsabilità di un’eventuale rottura del tavolo di confronto, davanti ai lavoratori e all’opinione pubblica.
Abbiamo chiesto risposte chiare sui temi dell’area contrattuale, degli orari di lavoro, dei demandi alla contrattazione aziendale e di gruppo, ma finora non ci hanno voluto rispondere, se non in modo generico.
Non siamo contrari al rafforzamento della contrattazione di secondo livello, ma bisogna definire le modalità perché ciò non porti alla creazione di lavoratori di serie A e lavoratori di serie B.
Quanto alla pregiudiziale del blocco della dinamica automatica costo del lavoro, posta dall’ABI e che riteniamo inaccettabile, proponiamo ai banchieri di dare l’esempio diminuendo del 30% gli stipendi di quei 300 super-manager che guadagnano in media 1,9 milioni l’anno. Sarebbe un gesto di grande sensibilità sociale”.
Questo il messaggio lanciato da Lando Maria Sileoni, Segretario Generale della FABI, il principale sindacato dei bancari, nel corso del 120° Consiglio Nazionale della FABI, che è iniziato oggi a Roma e si concluderà il 20 novembre.
I lavori sono stati aperti da Mauro Bossola, che con la sua relazione, fatta a nome e per conto del Comitato Direttivo Centrale, ha sottolineato come il mantenimento di una contrattazione nazionale sia fondamentale soprattutto adesso che è entrato in vigore il quadro di regolamentazione europea dei mercati bancari.
All’evento hanno preso parte circa 1.700 delegati sindacali venuti da tutta Italia per valutare, insieme con gli organismi direttivi del sindacato, tutte le possibili iniziative da intraprendere nella trattativa sul rinnovo del Contratto degli oltre 309 mila bancari italiani, giunta ormai la giro di boa.
Presenti al Consiglio Nazionale della FABI, in qualità di ospiti, anche i protagonisti del mondo bancario italiano, nelle due tavole rotonde organizzate nell’ambito dei lavori del Consiglio e intitolate “CCNL, modello di banca e grandi Gruppi bancari: tre opportunità per uscire dalla crisi”.
Tra questi: Alessandro Profumo, Presidente Comitato Affari Sindacali e Lavoro di ABI e di MPS, Omar Lodesani, Chief Operating Officer Gruppo Intesa Sanpaolo, Paolo Cornetta, Responsabile Human Resources Gruppo Unicredit, e il padrone di casa, Lando Maria Sileoni, Segretario Generale della FABI.
Oltre a loro, i responsabili del personale e delle relazioni sindacali di tutti i maggiori gruppi creditizi italiani: Intesa Sanpaolo (Alfio Filosomi), Unicredit (Angelo Carletta), UBI (Mario Napoli e Mauro Pampana), MPS (Ilaria Dalla Riva), Banco Popolare (Roberto Speziotto), BPER (Giuseppe Corni), CARIGE (Massimiliano Calvi), CREVAL (Mauro Danesino), Banca Popolare di Vicenza (Marco Valente), Banca Popolare di Bari (Fabio Ostuni), Banca Popolare di Milano (Giovanni Rossi), BNL (Roberto Quinale), CARIPARMA (Dino Zampieron), Unipol (Giuseppe Santella).
Vivace e partecipato il dibattito con i protagonisti del mondo bancario, pungolati ripetutamente dal leader della FABI sul Contratto Nazionale e sulle future aggregazioni in vista, oltre che dai giornalisti Federico De Rosa (Corriere della Sera), Andrea Greco (Repubblica), Francesco Spini (La Stampa), Cristina Casadei (Sole 24 Ore), Antonio Satta (MF).
Durante il confronto, sono emerse le forti distanze che ancora dividono sindacati e banchieri nella trattativa sul Contratto. Profumo ha ribadito che non ci sono margini per un aumento automatico del costo del lavoro, pur dichiarando di “voler continuare a trattare fino alla fine”.
Sileoni ha, invece, manifestato la disponibilità a ragionare sul rafforzamento della contrattazione di secondo livello, “ma bisogna definire le modalità perché non si può smantellare il Contratto Nazionale e creare lavoratori di serie A e lavoratori di serie B”.
Niet totale, invece, da parte del sindacato, sull’ipotesi di un blocco della dinamica del costo del lavoro, con interventi su tfr e scatti d’anzianità.
Profumo ha poi detto che sarà necessario “attrezzarsi a gestire contrattualmente nuove aggregazioni che ci pioveranno sul tavolo”.
Un falso problema, secondo Sileoni, “perché negli anni i sindacati hanno gestito con grande responsabilità tutte le riorganizzazioni in atto”.
Insomma, prossima tappa del confronto, già ben delineato nei suoi temi portanti qui al Consiglio Nazionale della FABI, sarà l’incontro del 25 novembre a Milano, dove le parti dovrebbero prendere una posizione netta sulla vertenza, anche in base a quanto deciderà l’ABI nell’esecutivo di domani, 19 novembre.
Roma 18/11/2014

You may also like

Lascia un Commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.