La Fabi che abbiamo in mente è un sindacato riformista, al passo con i tempi, capace di parlare ai giovani, agile, pronto a disfarsi degli stanchi rituali sindacali per affrontare a viso aperto le sfide che il nuovo mercato del lavoro gli pone davanti.
“Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco”, recitava una bellissima poesia di Pablo Neruda, stigmatizzando l’ottuso conservatorismo di certi uomini.
Potete star sicuri che la nostra Fabi non correrà mai questo rischio: siamo e rimarremo un’organizzazione autonoma, forte, coesa, lungimirante, con i piedi saldamente piantati per terra ma con gli occhi che guardano sempre verso nuovi orizzonti, e con la voglia di incidere politicamente e di garantire realmente un futuro migliore ai lavoratori che rappresentiamo.
Ci aspetta una stagione difficile, intensa, ricca di impegni: nei prossimi mesi i principali gruppi bancari aggiorneranno i loro piani industriali e siamo alla vigilia del rinnovo di un contratto nazionale che si presenta particolarmente travagliato.
Arriveremo a questi appuntamenti forti di un ambizioso obiettivo: dare un futuro di stabilità ai tanti precari che affollano gli organici delle banche ed elaborare una piattaforma contrattuale che metta in primo piano la centralità della persona nel mondo del lavoro.
Perché essere un sindacato riformista significa rendersi conto che il mercato è cambiato: che la principale sfida del nostro tempo è dare garanzie ai lavoratori senza diritti, studiare forme di flessibilità contrattualizzata che vengano incontro alle esigenze dei tanti giovani, pur salvaguardando i diritti e le aspettative di chi è entrato in banca da anni.
La Fabi sarà in prima linea e giocherà un ruolo da protagonista in tutte le trattative. Il futuro non ci
spaventa ma ci carica di energie, anche perché siamo consapevoli di avere al nostro fianco persone di grande caratura: dai colleghi della segretaria nazionale, ai componenti dei nuovi organismi dirigenti nazionali fino alle strutture territoriali e aziendali.
Prezioso saranno il contributo di idee ed i consigli di Enrico Gavarini, neo Presidente del Comitato Direttivo Centrale.
Il futuro del più grande sindacato del credito riparte da qui.
(Da La Voce dei bancari n.2 Marzo 2010)