Home Dal Web Quanto è importante la memoria per non vivere in un mondo appiattito (da Espresso.repubblica.it, mercoledì 8 gennaio 2014)

Quanto è importante la memoria per non vivere in un mondo appiattito (da Espresso.repubblica.it, mercoledì 8 gennaio 2014)

di Redazione

Umberto Eco

Umberto Eco

La bustina di minerva

Ai giovani mancano certe competenze nozionistiche. Lo dimostra il caso dell’Eredità e della domanda su Hitler, sbagliata da tutti i concorrenti del quiz.  Per molti di loro il passato si appiattisce in una nebulosa indifferenziata. Ecco perché consiglio la Vispa Teresa a memoria a mia nipote

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Nell’ultimo “Espresso” è apparsa una mia lettera a un nipotino, in cui lo esortavo all’esercizio della memoria, invitandolo a mandare a mente “La vispa Teresa”, perché la sua generazione rischiava di perdere sia la memoria personale che quella storica e già molti studenti universitari (citavo da alcune statistiche) pensavano che Aldo Moro fosse il capo delle Brigate Rosse. Avevo scritto la lettera verso la metà di dicembre; proprio in quei giorni appariva un video su Youtube, subito visitato da 800 mila persone, mentre la notizia tracimava su vari quotidiani.

La faccenda riguardava “l’Eredità”, la trasmissione di quiz condotta da Carlo Conti, in cui vengono invitati concorrenti certamente scelti in base alla bella presenza, alla naturale simpatia o ad alcune caratteristiche curiose, ma selezionandoli anche in base a certe competenze nozionistiche, per evitare di mettere in scena individui che se ne stiano pensosamente a bocca aperta di fronte alla sfida se Garibaldi fosse un ciclista, un esploratore, un condottiero o l’inventore dell’acqua calda. Ora, in una serata televisiva Conti aveva proposto a quattro concorrenti il quesito “quando era stato nominato cancelliere Hitler” lasciando la scelta tra 1933, 1948, 1964 e 1979. Dovevano rispondere tale Ilaria, giovanissima e belloccia, Matteo, aitante con cranio rasato e catenina al collo, età presumibile sui trent’anni, Tiziana, giovane donna avvenente, anch’essa apparentemente sulla trentina, e una quarta concorrente di cui mi è sfuggito il nome, occhiali e aria da prima della classe.

Siccome dovrebbe essere noto che Hitler muore alla fine della seconda guerra mondiale, la riposta non poteva essere che 1933, visto che altre date erano troppo tarde. Invece Ilaria risponde 1948, Matteo 1964, Tiziana azzarda 1979 e solo la quarta concorrente è costretta a scegliere il 1933 (ostentando incertezza, non si capisce se per ironia o per stupore).

In un quiz successivo viene domandato quando Mussolini riceva Ezra Pound, e la scelta è tra 1933, 1948, 1964, 1979. Nessuno (nemmeno un membro di Casa Pound) è obbligato a sapere chi fosse Ezra Pound e io non sapevo in che anno Mussolini l’avesse incontrato, ma era ovvio che – il cadavere di Mussolini essendo stato appeso a Piazzale Loreto nel 1945 – la sola data possibile era 1933 (anche se mi ero stupito per la tempestività con cui il dittatore si teneva al corrente degli sviluppi della poesia anglosassone). Stupore: la bella Ilaria, richiedendo indulgenza con un tenero sorriso, azzardava 1964.

Ovvio sbigottimento di Conti e – a dire la verità – di tanti che reagiscono alla notizia diYoutube, ma il problema rimane, ed è che per quei quattro soggetti tra i venti e trent’anni – che non è illecito considerare rappresentativi di una categoria – le quattro date proposte, tutte evidentemente anteriori a quelle della loro nascita, si appiattivano per loro in una sorta di generico passato, e forse sarebbero caduti nella trappola anche se tra le soluzioni ci fosse stato il 1492.

Questo appiattimento del passato in una nebulosa indifferenziata si è verificato in molte epoche, e basti pensare a Raffaello che raffigurava il matrimonio della Vergine con personaggi vestiti alla foggia rinascimentale, ma ora questo appiattimento non dovrebbe avere giustificazioni, visto le informazioni che anche l’utente più smandrappato può ricevere su Internet, al cinema o dalla benemerita Rai Storia. Possibile che i nostri quattro soggetti non avessero idea delle differenze tra il periodo in cui entrava in scena Hitler e quello in cui l’uomo era andato sulla Luna? Per Aristotele è possibile tutto quello che si è verificato almeno una volta, e dunque è possibile che in alcuni (molti?) la memoria si sia contratta in un eterno presente dove tutte le vacche sono nere. Si tratta dunque di una malattia generazionale.

Nutrirei qualche speranza perché la notizia di Youtube mi è stata segnalata, tra sghignazzi e cachinni, da un mio nipote tredicenne e dai suoi compagni di scuola, che forse sapranno ancora imparare “La vispa Teresa” a memoria.

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