Teresa Barone – 1 giugno 2012
L’emergenza esodati coinvolge anche il settore bancario, con cifre che arrivano a toccare le 1400 unità in Veneto. Secondo la Fabi, il sindacato autonomo dei bancari, degli oltre 65 mila esodati stimati in Italia ben 17 mila arrivano infatti dalle banche e vedono una concentrazione preoccupante soprattutto nelle province venete.
Allarme esodati in Veneto
Secondo il segretario nazionale della Fabi Lando Maria Sileoni, infatti, il problema dei lavoratori bancari senza pensione e senza reddito, in attesa delle disposizioni e del sostegno del Governo, rappresenta un freno alle nuove assunzioni nel settore, gravando sul già pesante bilancio occupazionale.
«La riforma Fornero mette a repentaglio la solidarietà generazionale nelle banche, visto che le 12 mila uscite bloccate rallentano le assunzioni di venticinquemila giovani previste per i prossimi cinque anni nel contratto nazionale firmato a gennaio».
Fondo per la nuova occupazione
Secondo la Fabi, nonostante l’arrivo di un decreto annunciato dal Ministro Elsa Fornero, a beneficio solo di una parte degli esodati, potrebbero essere oltre 800 i lavoratori veneti a rimanere senza trattamento pensionistico, tanto che è lo stesso sindacato a consigliare ai dipendenti ancora in attività di non rinunciare all’incarico.
«Ovviamente a chi non ha certezze consigliamo nel frattempo di continuare a lavorare perché potrebbe ritrovarsi con almeno un anno e un mese senza stipendio né pensione» Una situazione preoccupante che non può essere risollevata nonostante l’esistenza, in Veneto, inoltre, di un Fondo per la nuova occupazione finanziato con l’equivalente di una giornata di lavoro degli impiegati di banca, che negli ultimi dieci anni ha reso possibile il prepensionamento volontario e incentivato di 38 mila.