Nuova intensa giornata di lavori agli East End Studios di Milano, con un focus sul contratto del credito cooperativo, tutti gli interventi dei delegati, Cruciani e Porro mattatori e, ciliegina sulla torta, l’intervista di Francesca Fagnani alla “belva” Sileoni
Terza giornata di lavori per il 128° Consiglio nazionale Fabi, con il credito cooperativo protagonista della prima tavola rotonda in programma.
Sul palco Fabi, agli East End Studios di Milano, salgono il presidente di Federcasse Augusto Dell’Erba, il vicepresidente Federcasse Matteo Spanò, il coordinatore Fabi Iccrea Piergiuseppe Mazzoldi, il coordinatore Fabi Ccb Domenico Mazzucchi, il segretario nazionale Fabi Luca Bertinotti, in un confronto con il segretario generale Sileoni, moderato dal caporedattore Class Cnbc Jole Saggese. “Verso il contratto nazionale del credito cooperativo”, questo il titolo del dibattito.
A 7 anni dalla riforma del settore, quanto è stato fatto e quanto si potrà ancora fare? Alla domanda di Jole Saggese è Sileoni a rispondere, esponendo un quadro generale della situazione, che parte da una premessa: in Federcasse la situazione non potrà mai essere slegata dal settore Abi, in quanto i principali tre gruppi del credito cooperativo sono comunque vigilati dalla Bce. Dopodiché, dichiara il segretario generale «tutto dipende dall’eventuale creazione del terzo gruppo bancario. Bisogna pertanto capire se, dopo le elezioni europee, nascerà il terzo gruppo o Montepaschi resterà autonomo. Nella prima ipotesi, la Bce potrebbe decidere di semplificare anche i tre gruppi del settore cooperativo, semplificazione a cui noi non siamo favorevoli.
Molte problematiche all’interno del credito cooperativo sono state, in questi anni, risolte perché gli amministratori delegati dei primi tre gruppi si sono immediatamente adeguati all’aria che è cambiata, in quanto la Bce è molto rigida e intransigente, specie con i neo-gruppi che si sono trasformati in Società per azioni, di fatto».
Sileoni ribadisce l’obiettivo di salvaguardare un settore che è stato estremamente importante in passato, strategico per il presente e che sarà fondamentale per il futuro, per preservare l’economia dei territori. Ecco perché, prosegue «abbiamo bisogno di un Governo che si faccia sentire non solo con la Bce o con l’Unione Europea, ma anche con l’Eba. Di conseguenza, la gestione dei tre gruppi deve essere ottimale, per non dare alibi a nessuno per un’eventuale semplificazione che metterebbe a rischio l’economia di tante piccole imprese e di tante famiglie, che sono abituate a trattare con il credito cooperativo e che ricevono sempre risposte concrete ed efficaci in tempi rapidi dalle stesse banche».
Netta la rassicurazione del segretario generale rispetto al contratto nelle Bcc: «Dopo il contratto nazionale in Abi ci aspettiamo di raggiungere un accordo anche con Federcasse, anche perché i tre gruppi bancari all’interno stanno portando avanti bene le relazioni sindacali. La parte economica deve essere identica a quella raggiunta in Abi, sia per gli aumenti sia per gli arretrati. Questa è una nostra precisa condizione».
«Rimane fondamentale – prosegue Sileoni – che nessuno del movimento arrivi mai a immaginare che ci sia una Fabi che si occupa del contratto Abi e un’altra che segue il contratto nelle Bcc: il sindacato è uno, è unico, tutti i nostri dirigenti sono capaci e in grado di raggiungere risultati a favore dei lavoratori che rappresentiamo e della stessa federazione. Nessuno deve mai pensare che esista una Fabi che si occupa di Abi e una che si occupa di Bcc».
Dopo il blocco dedicato al credito cooperativo, salgono sul palco Fabi il giornalista Nicola Porro e il conduttore di Radio 24 Giuseppe Cruciani.
“Una zanzara nella zuppa”, tanta ironia ma, insieme, una lucida analisi, a tratti spietata e politicamente scorretta, del panorama sociale, politico, economico italiano.
“Il Lavoro per i giovani (senza reddito di cittadinanza)”: titolo significativo per la tavola rotonda che segue, e che vede entrare in scena la giornalista Hoara Borselli, la giornalista Sara Manfuso, mentre rimangono sul palco il conduttore di Radio24 Giuseppe Cruciani e Lando Maria Sileoni, moderati da Nicola Porro.
Il dibattito si fonda di base su una domanda: reddito di cittadinanza sì o reddito di cittadinanza no? Tradotto: lavoro o assistenzialismo?
Secondo Giuseppe Cruciani, la risposta è semplice: bisogna aiutare i giovani a trovare il lavoro, è questo che lo Stato deve fare. È sul lavoro che bisogna puntare e non adagiarsi sul reddito di cittadinanza.
Il conduttore di Radio 24 sottolinea anche, senza mezzi termini, come alcuni partiti abbiano fatto speculazioni sullo strumento del reddito, creandosi un vero e proprio elettorato.
Sulla stessa linea la giornalista Hoara Borselli, che condivide la distinzione, fatta dal Governo, tra abili e inabili al lavoro, ma che è ferma nel sostenere che l’unica vera politica sociale sia il lavoro e non la sussistenza, altrimenti un Paese rimarrebbe fermo al palo, tant’è che, con i tagli al reddito, l’unico risultato – positivo – è stata una effettiva minore disoccupazione.
Dai protagonisti del dibattito, questa la sintesi che esce: educare i figli all’idea che non sia necessario lavorare perché si viene aiutati dallo Stato, finisce per disincentivare il lavoro e distruggere il concetto stesso di lavoro come valore, anche morale.
Netta la dichiarazione finale del giornalista Nicola Porro: “Un giovane deve ambire ad un lavoro dignitoso e non ad una mancia mensile pagata dai contribuenti».
Poi, uno dei momenti emotivamente più coinvolgenti dell’intera kermesse congressuale, di certo uno dei più attesi: l’intervista della giornalista Francesca Fagnani alla “belva” Sileoni.
Una lunga serie di domande, dirette e mirate ma sempre leggere ed eleganti come da Fagnani-style, ha investito il segretario generale: che ha tenuto testa all’incalzare della giornalista, permettendo alla vasta platea di iscritti e dirigenti sindacali presenti di scoprire nuovi dettagli del leader Fabi.
«Lando Sileoni, che belva si sente?», la prima domanda.
«Mi sento una balena. La balena è l’unico animale che sa ascoltare e che canta sempre. Io penso di saper ascoltare».
L’attrazione fatale per il mare, la gioventù trascorsa a fare windsurf, la passione per la Roma e la fiducia negli amici di sempre. Il passato in politica, il futuro, forse, all’insegna di un innato amore verso la salvaguardia dell’ambiente naturale. E una domanda finale dalla risposta inaspettata. O forse no.
«Quale è, Sileoni, il suo più grande successo?»
«Mia figlia è la più grande vittoria della mia vita».
Si torna ad argomenti prettamente sindacali con l’intervento della coordinatrice Fabi in Agenzia Entrate-Riscossione, Anna Maria Landoni, che apre la seconda parte della giornata di lavori. Gli ultimi decreti legislativi che riguardano il settore, con le nuove riforme che hanno apportato migliorie ma l’esigenza, ancora, di tanto lavoro da fare, specie per un riordino strutturale delle agenzie. Di base, la necessità di costruire un futuro per la categoria della riscossione: tutto ciò al centro della relazione della coordinatrice.
Con l’avvocato Paolo Berti, spazio ad un argomento molto delicato che riguarda il lavoro in banca: attraverso l’analisi di due casi recenti, il legale va ad approfondire i limiti ai controlli delle banche sui lavoratori.
L’ultima tavola rotonda in scaletta torna ad analizzare l’applicazione del contratto nazionale nei gruppi bancari, con un focus su Mediocredito Centrale e Nexi.
Il responsabile risorse umane di Mediocredito Centrale Alessandro Papaniaros, il coordinatore Fabi Banca del Mezzogiorno (gruppo Mcc) Carmine Iandolo, il responsabile risorse umane Nexi Angelo Carletta, il delegato nazionale Fabi in Nexi Sergio Castoldi, il segretario nazionale Fabi Giuliano Xausa, il segretario nazionale Fabi Carlo Milazzo, si confrontano con Lando Maria Sileoni, moderati dal caporedattore Class Cnbc Jole Saggese
L’epopea di Popolare Bari, controllata per lungo tempo dalla famiglia Iacobini, che ha inciso sulla crescita della città, per 20 anni, in maniera determinante. La regione Puglia e la città di Bari sempre coinvolte nelle scelte della banca, non a caso uno dei motivi della crisi fu proprio il connubio non positivo tra una parte della politica e la stessa banca. La mancanza di un intervento tempestivo da parte della Banca d’Italia, un management non sempre all’altezza e, soprattutto, i sacrifici fatti dalle lavoratrici e i lavoratori bancari a causa di un’azienda che ha fatto, probabilmente, “il passo più lungo della gamba”.
Su questo concetto si sofferma Sileoni: una sofferenza di fondo, da parte dei dipendenti, di lavorare per una banca che, per anni, è stata al centro di scelte fatte a Bari e in Puglia, e che, ormai, non riesce a ritrovare quell’identità che l’ha resa famosa e che l’ha resa importante.
Altro discorso ed altra atmosfera per Nexi, situazione positiva di una realtà italiana presente in oltre 25 paesi: così come positive sono le parole che Sileoni ha per Angelo Carletta, responsabile risorse umane nel gruppo.
La giornata del 128° Consiglio nazionale Fabi si conclude con il dibattito interno, che vede i delegati protagonisti della scena, con interventi e proposte a cui risponderà domani, nella relazione finale, il segretario generale.
Milano, 11 gennaio 2024