Il segretario della Fabi ospite della trasmissione Coffee Break condotta da Andrea Pancani. Tra gli argomenti, le restrizioni per contenere la pandemia, la situazione economia del Paese e delle banche, i risparmi degli italiani
«Sul piano politico, Mustier ha pagato il fatto di esser stato surclassato dal gruppo Intesa, che è sempre stato il riferimento sociale del Paese e ha consolidato questa posizione con l’operazione su Ubi. Mustier poteva andarsene prima, ma forse non aveva alternative pronte». Lo ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, durante la trasmissione Coffee Break su La7, condotta da Andrea Pancani, tornando a commentare il passo indietro dell’amministratore delegato di Unicredit, Jean Pierre Mustier. «La linea di Mustier in Unicredit è stata tutta orientata a tagliare i costi, riducendo il personale di 14.000 unità e tagliando tantissime filiali. Sui ricavi non ha raggiunto risultati importanti e ha abbandonato il territorio. Ha venduto i cosiddetti gioielli di famiglia, da Fineco a Pioneer: voleva alleggerirsi nel nostro Paese per prepararsi a una grande operazione internazionale. Che non gli è riuscita. La sua ambizione era essere il primo in Europa, non gli interessava il fatto di essere il secondo in Italia» ha aggiunto Sileoni.
Durante la trasmissione, si è parlato dell’ipotesi di nuove tasse. «Io dico no alla patrimoniale, questa posizione è mia e non impegna l’organizzazione» ha detto Sileoni. «A mio giudizio qualsiasi tassa patrimoniale è sbagliata. Non dimentichiamo che in Italia esistono già cinque forme di prelievi che, di fatto, sono una patrimoniale: l’Imu sulle seconde case, l’imposta di bollo su depositi e conti correnti, la tassazione delle rendite finanziarie, il tributo sugli immobili all’estero e quello sulle attività finanziarie estere» ha spiegato ancora il segretario generale della Fabi.
Quanto all’emergenza Covid, Sileoni ha detto che «nessuno oggi in Italia vorrebbe essere al posto del premier Conte. Col massimo rispetto verso la classe politica, almeno per il periodo di Natale tutti i parlamentari e i gruppi politici dovrebbero finirla col teatrino. Se sullo sfondo c’è un interesse politico, tutti avrebbero dovuto smettere di utilizzare l’argomento Covid per le solite battaglie di campo.
C’è un interesse elettorale, sia da parte del governo sia da parte delle opposizioni, che non ci dovrebbe essere. Il modello giusto è quello della Francia e della stessa Germania. Prima la salute, ma anche il fattore economico deve essere tutelato».
Roma, 4 dicembre 2020