Trattativa in Intesa Sanpaolo per portare il lavoro settimanale da 5 a 4 giorni con 36 ore complessive. Intervista al segretario generale della Fabi a TGCOM24, Giornale Radio Rai e Radio Capital
BANCHE: SILEONI (FABI), ‘SETTIMANA CORTA INTESA SP PREVISTA DA CONTRATTO, ALTRI GRUPPI VALUTINO’ = Roma, 11 ott. (Adnkronos) – “Intesa Sanpaolo non ha studiato proprio niente: perché è previsto dal contratto nazionale di lavoro dei bancari sia l’utilizzo della settimana corta sia lo smart working regolamentato in sede aziendale. Quindi, Intesa Sanpaolo sta applicando una norma del contratto nazionale già definita da tempo”. Lo ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, intervistato da ‘Radio Capital’. “Il principio guida nello schema di Intesa è la flessibilità non concordata con il sindacato, ma ci sono delle trattative in corso e noi questo concetto lo rifiutiamo – ha spiegato – perché chiediamo la volontarietà di accesso per tutto il personale. Mentre il principio guida nello schema del sindacato, almeno del nostro, è il benessere delle lavoratrici e dei lavoratori. Se l’accordo si farà, dovrà tener presente che non ci può essere discrezionalità totale da parte dell’azienda nel concederlo e non ci può essere neanche soltanto un tema di risparmi di costi energetici che dall’azienda viene trasferita al lavoratore nel momento in cui si lavora soltanto quattro giorni a settimana invece di cinque”. “Ripeto – ha ribadito Sileoni – è una norma del contratto nazionale che può essere applicata a livello aziendale. Io faccio un invito a tutti i gruppi bancari, affinché affrontino questo argomento perché quello che a noi preme è il benessere dei lavoratori e che tutto funzioni in maniera perfetta. Insomma, l’apripista Intesa è apripista per modo di dire perché è il contratto nazionale a fare da apripista e fa da garante per tutte le aziende del credito. Con la settimana corta il lavoratore lavorerebbe un’ora e mezza al giorno in più e avrebbe un giorno libero in più a disposizione. C’è una trattativa in corso che potrà evolversi in varie direzioni. Noi vogliamo chiudere in poco tempo”. “La norma del contratto nazionale può essere applicata a livello aziendale nell’ambito delle trattative sindacali. Non è una novità. Invito le altre aziende bancarie – ha quindi detto il leader della Fabi – a un confronto col sindacato. È un importante passo in avanti se si raggiunge l’obiettivo di assicurare più benessere alle lavoratrici e ai lavoratori per poterli far rendere meglio durante la giornata lavorativa. Il giorno di lavoro deve essere concordato tra l’azienda e il lavoratore. Bisogna comunque valutare tutto fino in fondo anche tenendo conto che lavorare un’ora e mezza in più al giorno può rappresentare un appesantimento non necessariamente compensato dal giorno libero in più. Deve essere data comunque la possibilità a tutti i lavoratori di poterlo scegliere volontariamente mentre a oggi, siamo ancora in trattativa con Intesa, non è così. Lo stipendio non cambierebbe, ma c’è da definire un aspetto importante che è il buono pasto giornaliero. Ma c’è un altro problema importante e cioè capire chi paga il costo dell’energia nelle abitazioni dei lavoratori in smart working. La banca risparmia se i lavoratori sono a casa, ma il costo viene trasferito sui dipendenti a casa”, ha concluso Sileoni. (Mat/Adnkronos) ISSN 2465 – 1222 11-OTT-22 09:23
BANCHE. SILEONI (FABI): SETTIMANA CORTA NON È NOVITÀ INTESA ALTRI GRUPPI POSSONO VALUTARLA (DIRE) Roma, 11 ott. – “Intesa Sanpaolo non ha studiato proprio niente: perché è previsto dal contratto nazionale di lavoro dei bancari sia l’utilizzo della settimana corta sia lo smart working regolamentato in sede aziendale. Quindi, Intesa Sanpaolo sta applicando una norma del contratto nazionale già definita da tempo. Il principio guida nello schema di Intesa è la flessibilità non concordata con il sindacato, ma ci sono delle trattative in corso e noi questo concetto lo rifiutiamo perché chiediamo la volontarietà di accesso per tutto il personale. Mentre il principio guida nello schema del sindacato, almeno del nostro, è il benessere delle lavoratrici e dei lavoratori. Se l’accordo si farà, dovrà tener presente che non ci può essere discrezionalità totale da parte dell’azienda nel concederlo e non ci può essere neanche soltanto un tema di risparmi di costi energetici che dall’azienda viene trasferita al lavoratore nel momento in cui si lavora soltanto quattro giorni a settimana invece di cinque”. Lo ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Maria SILEONI, intervistato da Radio Capital. “Ripeto: è una norma del contratto nazionale che può essere applicata a livello aziendale. Io facci un invito a tutti i gruppi bancari, affinché affrontino questo argomento perché quello che a noi preme è il benessere dei lavoratori e che tutto funzioni in maniera perfetta. Insomma, l’apripista Intesa è apripista per modo di dire perché è il contratto nazionale a fare da apripista e fa da garante per tutte le aziende del credito. Con la settimana corta il lavoratore lavorerebbe un’ora e mezza al giorno in più e avrebbe un giorno libero in più a disposizione. C’è una trattativa in corso che potrà evolversi in varie direzioni. Noi vogliamo chiudere in poco tempo. La norma del contratto nazionale può essere applicata a livello aziendale nell’ambito delle trattative sindacali. Non è una novità. Invito le altre aziende bancarie a un confronto col sindacato. È un importante passo in avanti se si raggiunge l’obiettivo di assicurare più benessere alle lavoratrici e ai lavoratori per poterli far rendere meglio durante la giornata lavorativa. Il giorno di lavoro deve essere concordato tra l’azienda e il lavoratore. Bisogna comunque valutare tutto fino in fondo anche tenendo conto che lavorare un’ora e mezza in più al giorno può rappresentare un appesantimento non necessariamente compensato dal giorno libero in più. Deve essere data comunque la possibilità a tutti i lavoratori di poterlo scegliere volontariamente mentre a oggi, siamo ancora in trattativa con Intesa, non è così. Lo stipendio non cambierebbe, ma c’è da definire un aspetto importante che è il buono pasto giornaliero. Ma c’è un altro problema importante e cioè capire chi paga il costo dell’energia nelle abitazioni dei lavoratori in smart working. La banca risparmia se i lavoratori sono a casa, ma il costo viene trasferito sui dipendenti a casa”, ha aggiunto Sileoni. (Vid/ Dire) 09:29 11-10-22