Il segretario generale della Fabi intervistato durante la trasmissione Mattino Cinque: «Istituti valuteranno richieste caso per caso, rischi per imprese e famiglie»
«I finanziamenti erogati dalle banche e attualmente sospesi valgono 136 miliardi di euro, quasi come tutto il Recovery Fund. Di questi 136 miliardi, 110 miliardi sono i prestiti alle imprese, 26 miliardi sono i mutui alle famiglie. La decisione di sospendere la restituzione dei prestiti è stata introdotta nel 2020 col decreto Cura Italia dell’allora governo Conte e interessa 1 milione e 300mila famiglie e imprese. Fu obiettivamente una bella iniziativa. La sospensione del pagamento delle rate dei prestiti e dei mutui ha avuto l’effetto positivo di assicurare liquidità in un contesto drammatico e sostanzialmente di rendere meno problematico il periodo del Covid. Fra pochi giorni, però, cioè il 30 giugno, questo provvedimento scade e la stragrande maggioranza di quel milione e 300mila soggetti rischia di ripiombare in un periodo drammatico e di vivere un incubo. È vero che il governo Draghi ha già ottenuto una proroga fino al 31 dicembre 2021, quindi ulteriori sei mesi di respiro, ma secondo noi è insufficiente».
Lo ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, durante la trasmissione Mattino Cinque in onda su Canale 5. La proroga di sei mesi è insufficiente per due problemi: chi non aveva soldi prima continua a non averli oggi, perché la ripresa economica è appena iniziata, le banche hanno già dichiarato ufficialmente che tutte le richieste di sospensione saranno valutate una per una. Tradotto vuol dire che chi chiederà la moratoria di ulteriori sei mesi sarà gestito e valutato positivamente o negativamente dalle banche soltanto se dimostrerà di poter più o meno rimborsare regolarmente le rate. In sintesi: vuol dire che chi ha problemi economici potrebbe non ottenere la proroga della sospensione dal 30 giugno a fine anno. Deve essere quindi chiaro che la sospensione non è più automatica come invece è stato finora. Le banche valuteranno caso per caso se il cliente ha le risorse necessarie per restituire i prestiti e questo deve essere chiaro da subito. E sempre con la massima sintesi possibile vuol dire che quelle aziende che non hanno i bilanci in regola purtroppo, aggiungo io, non solo non beneficeranno della sospensione, ma rischiano anche di essere considerate cliente poco affidabili, correndo il pericolo di essere segnalate alla Centrale rischi della Banca d’Italia. La segnalazione, voglio essere estremamente chiaro nell’interesse di chi ci ascolta, potrebbe creare altri problemi, a cascata: per le imprese significa non avere accesso a nuovi prestiti, per i semplici cittadini il rischio è di vedersi ritirata addirittura, ad esempio, la carta di credito» ha aggiunto Sileoni.
Roma, 24 giugno 2021