Il segretario generale della Fabi, ospite del canale all news della Rai. Al centro dell’intervista, i prestiti congelati, le garanzie di Stato, gli aiuti alle imprese e la trasformazione delle banche
«Per quanto riguarda l’introduzione digitale del settore, se le banche manterranno gli attuali livelli occupazioni, garantendo anche l’assunzione di giovani, noi siamo pronti a condividere, in tutti i gruppi bancari, cambiamenti organizzativi anche radicali. Questo perché siamo consapevoli che l’introduzione del digitale nel settore potrebbe essere un vantaggio anche per la clientela delle banche, in particolare per il Centro e il Sud del Paese dove, oggi, c’è poca dimestichezza con le nuove tecnologie». Lo ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, intervistato da RaiNews24. «Per vedere come le banche crederanno nel digitale e quanti saranno gli investimenti, dovremo aspettare da settembre a dicembre, quando il primo gruppo del Paese, Intesa Sanpaolo, presenterà il suo nuovo piano industriale. Da quel momento capiremo se le banche vorranno davvero cambiare radicalmente. Partendo dal gruppo guidato da Carlo Messina fino a tutti gli altri gruppi del Paese, se le banche vorranno investire nel digitale, noi siamo pronti a metterci attorno a un tavolo per confrontarci e condividere questa rivoluzione fondamentale per il settore, alle condizioni che ho detto per quanto riguarda l’occupazione» ha aggiunto il segretario generale della Fabi.
Poi il tema dei prestiti alle imprese. «Siamo alle solite con l’Europa: questa volta tocca all’Eba, una delle autorità del settore bancario europeo che potrebbe costringere anche le banche italiane ad applicare nuove e più stringenti regole sulla gestione dei prestiti non rimborsati di famiglie e imprese. Questo provvedimento, se non cambierà, avrà effetti dirompenti sull’economia e anche sulle stesse banche italiane che potrebbero non avere più spazio per sostenere tutte le economie del nostro Paese, soprattutto in un momento così difficile per gli effetti del Covid» ha detto Sileoni parlando delle moratorie sui prestiti ad aziende e famiglie che scadono a giugno. «Il problema è di carattere sociale ed economico, perché tocca la vita di milioni di persone. Governo e Banca d’Italia devono fare la loro parte con determinazione politica: il governo deve convincere la Commissione Ue, mentre la Banca d’Italia deve agire a livello dell’Eba, di cui fa parte, che è una istituzione europea spesso in contrapposizione anche alla stessa Banca centrale europea e va affrontata con gli strumenti e la determinazione giusta» ha osservato ancora il segretario generale della Fabi.
Roma, 23 marzo 2021