«Vorrei fare un riferimento molto alto, a quella che è la concezione del Santo Padre rispetto all’economia e alla finanza. Dal governo e dalle banche dovrebbe essere avvertita la necessità e la possibilità di dare un po’ respiro al Centro e al Sud del Paese: invece, purtroppo, anche se i nuovi prestiti sono formalmente garantiti dallo Stato, gli istituti di credito sono costretti a fare una attenta analisi alle posizioni dei clienti che chiedono finanziamenti. Del resto, se le imprese non pagano, si appesantiscono i bilanci delle stesse banche, poi interviene la Banca centrale europea a chiedere una “pulizia” dei bilanci. Quindi è un cane che si morde la coda. Gli amministratori delegati devono fare la loro parte così come deve farla il governo, che in parte già lo ha fatto: servono contributi pubblici a fondo perduto per sostenere i territori più in difficoltà». Lo ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, intervistato oggi da Radio In Blu, l’emittente della Conferenza episcopale italiana.
Roma, 23 novembre 2020