Il segretario generale Fabi ospite di Tiziana Panella a Tagadà: «Alcuni gruppi ci marciano, perché governo, Bankitalia e Abi non fanno i nomi?»
«Per velocizzare i prestiti garantiti dallo Stato, il governo deve sospendere le norme sull’erogazione dei crediti in vigore fino all’emergenza Covid. Con il decreto “liquidità” sono state sovrapposte varie norme e questa sovrapposizione ha generato caos, con molta burocrazia: l’eccesso di scartoffie si riscontra in alcuni gruppi bancari, che la stanno facendo franca, ma ci sono altrettanti istituti che stanno fornendo alle piccole e medie imprese il denaro in tempi rapidi». Lo ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, durante la trasmissione Tagadà, su La7 condotta da Tiziana Panella. «Ieri il ministro Patuanelli ha detto che alcune banche funzionano bene rispetto al decreto e altre non funzionano. Lo dico da settimane: perché il ministro non fa i nomi, perché la Banca d’Italia e l’Abi non fanno i nomi?» ha aggiunto Sileoni. «A proposito di piccole e medie imprese – ha spiegato il segretario generale Fabi – bisogna tener conto che queste sono già quasi tutte indebitate per 110.000 euro a testa. I malfunzionamenti nell’erogazione del credito hanno generato una crescita della tensione molto forte e un aumento della preoccupazione per il futuro da parte di cittadini e piccoli imprenditori. Per questo servono interventi a fondo perduto come ho affermato già in Commissione Bilancio alla Camera due settimane fa. Il clima di odio che si sta creando intorno alle banche lo pagano i lavoratori dello sportello, che forniscono un servizio pubblico essenziale e che, come le altre categorie che stanno al fronte durante l’emergenza Covid-19, hanno avuto contagiati e morti. Ieri, alle 13.30, in provincia di Brescia, si è verificato il diciannovesimo atto di violenza all’indirizzo di un bancario che è stato atteso fuori dalla filiale all’ora di pranzo, pestato selvaggiamente, con una prognosi di 20 giorni».
Roma, 8 maggio 2020