500 dirigenti Fabi e gilet blu si stringono intorno al loro segretario generale a Palermo per l’attivo regionale siciliano. Al centro l’ipotesi di accordo sul rinnovo del contratto nazionale
Palermo – La sala è tutta azzurra di pettorine con il logo della Fabi quando entra Sileoni in sala accolto da applausi e strette di mano. Prende subito la parola il padrone di casa, il coordinatore Fabi Sicilia, Carmelo Raffa per ringraziare il segretario generale per la presenza capillare su ogni territorio: «Una vicinanza che da il senso del costante lavoro del nostro grande sindacato, sempre in prima linea». Poi Raffa traccia un breve quadro della situazione dei bancari sull’isola, ricordando le vertenze ancora aperte per le banche siciliane e le innumerevoli manifestazioni a difesa della categoria. «Il nostro ruolo è fondamentale – dice – per monitorare l’attività delle banche e tenere sotto controllo le manovre che quotidianamente mettono a repentaglio il lavoro e la dignità stessa dei bancari. Fortunatamente – continua – il sindacato di cui facciamo parte, guidato con lungimiranza e competenza, è da anni ormai punto di riferimento e baluardo per la categoria anche grazie all’incessante lavoro mediatico portato avanti magistralmente da Sileoni che ha fatto di noi il vero e unico sindacato dei bancari».
Applausi in sala hanno sottolineato l’appassionato discorso di Raffa e accolto Sileoni al microfono che ha tracciato il quadro del contesto generale in cui si muove il sindacato a livello nazionale e poi facendo un focus sulla situazione siciliana. Immancabile un commento su Unicredit e le vicende degli ultimi giorni con le dichiarazioni su esuberi e tagli di sportelli. «Non passeranno mai – tuona Sileoni – e gestire bene la situazione in Unicredit significa poi saper affrontare le altre banche. Dobbiamo monitorare, studiare e saper leggere quello che accade senza mai fermarci e ognuno deve fare la propria parte».
Quindi il quadro sul rinnovo del contratto nazionale.
«L’ipotesi di accordo sottoscritta – sottolinea Sileoni – restituisce dignità ai lavoratori e soprattutto tiene insieme tutta l categoria. Le banche volevano la riforma degli inquadramenti e non l’hanno avuta. Abbiamo ottenuto 190 euro di aumento sui 200 che avevamo chiesto. Il tfr lo metteranno in busta paga, avremo una cabina di regia per gestire l’innovazione tecnologica». Questi e tanti altri i punti fermi che il sindacato ha voluto nero su bianco. «Tenuto conto della situazione generale sempre più difficile – conclude il segretario generale Fabi – questo contratto è la carta costituzionale di chi fa attività sindacale e rappresenta una garanzia per tutti i lavoratori»
Tantissimi gli interventi e le domande rivolte al segretario generale che ha puntualmente risposto a tutti per indicare la linea politica e i punti principali dell’ipotesi di accordo sul contratto, argomento affrontato con competenza e precisione soprattutto dalla responsabile del Dipartimento contrattualistica, Elisabetta Mercaldo.
Martedì 11 febbraio 2020