Il segretario generale della Fabi in diretta ai microfoni di Radio Cusano Campus per parlare della crisi del governo e degli effetti sulle banche
Il segretario generale della Fabi, la Federazione Autonoma Bancari Italiani, Lando Maria Sileoni, è intervenuto ai microfoni di Matteo Torrioli a Radio Cusano Campus per parlare delle conseguenze della crisi di governo sul settore bancario italiano.
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“Stiamo tutelando i lavoratori e le lavoratrici delle banche ma anche le stesse banche – ha detto Sileoni – perché se dovesse aumentare lo spread, di fronte a una crisi incontrollabile, le banche e i risparmiatori andrebbero in difficoltà; lo spread è un fattore che va tenuto d’occhio perché come ci ha insegnato la storia recente della Repubblica, lo spread prenderebbe dei numeri importanti e pericolosi, per l’economia. Cerchiamo di capire quale soluzione andrebbe presa di fronte a un nuovo Governo. E quali impegni si prenderebbe il nuovo governo perché il Paese è fermo e le stesse banche, che sono la spina dorsale dell’economia, dei territori, delle famiglie, e dobbiamo comprendere quali soluzioni potrebbero esserci”.
Si perdono consensi?
“Una parte della politica è convinta che chi si avvicina alle banche o a chi lavora in banca fa perdere consenso elettorale – ha sottolineato il segretario generale della Fabi – Questo è quanto di più sbagliato possa esistere perché attraverso le banche passano la crescita e l’economia dei differenti territori. Questa è una crisi di governo che, al di là di ciò che si legge o si sente, sta tutta nelle persone. Faccio un esempio: il tanto sbandierato taglio dei parlamentari va bene ad alcuni leader ma non va giù alla stragrande maggioranza dei parlamentari presenti, compresi i Cinque Stelle, quelli della Lega, del Pd. È chiaro che c’è un’ipocrisia dietro alle quali ci sono ben altri argomenti, quelli che spostano. È chiaro che ci siano le ambizioni dei singoli personaggi. L’ipocrisia è su tutto. Prendiamo il mio settore. Non si avvicinano alla tutela delle banche ma allo stesso tempo sanno che senza le banche l’economia andrebbe a rotoli. Questa, è ipocrisia. Al loro interno tutti i partiti hanno un dissenso, sull’argomento del taglio dei parlamentari”.
“Intanto il settore bancario cerca stabilità, e quindi vede di buon occhio un Governo che garantisca una stabile legislatura. L’altro aspetto fondamentale è che le banche in questi ultimi anni si sono rese autonome al contesto della società perché hanno capito che non possono pretendere aiuti da parte dei governi, di qualsiasi colore siano. L’eterno duello tra la finanza e la politica. Questo accade un po’ perché la classe politica è molto debole. Un po’ perché le banche si sono rafforzate. Non vogliono una crisi, ma un governo stabile, per far fronte alla questione dello spread”.
L’Abi e Confindustria, ha concluso Sileoni, “hanno chiesto di agire sul cuneo fiscale, ed è una unica richiesta molto ben chiara. Le banche fanno delle richieste, hanno delle idee chiare, però questa distanza tra la finanza e la politica in questi ultimi anni si è molto acuita perché la finanza ha preso un po’ il sopravvento, su una classe politica che, dal mio punto di vista, sul tema della finanza e dell’economia, appare debole”.