A Milano i segretari generali di FABI, First, Fisac, Uilca e Unisin spiegano ai giornalisti i punti principali della piattaforma rivendicativa che sarà sottoposta ai lavoratori in vista del confronto con Abi sul rinnovo del contratto
‘Un contratto da conquistare per valorizzare il ruolo dei bancari e per il rilancio del settore del credito, quali fattori centrali per lo sviluppo del Paese, la tutela del risparmio e della clientela, la crescita occupazionale e l’inclusività sociale’. Il Segretario Generale della FABI, Lando Maria Sileoni cita subito il titolo della piattaforma che contiene i punti principali del nuovo contratto nazionale da proporre, prima ai lavoratori (durante le assemblee che si concluderanno il 27 maggio) e quindi ad Abi, al tavolo della trattativa per il rinnovo del ccnl degli oltre 300.000 lavoratori del settore.
La piattaforma è stata presentata a Milano in conferenza stampa dai segretari generali di Fabi, First, Fisac, Uilca e Unisin – Lando Maria Sileoni, Riccardo Colombani, Giuliano Calcagni, Massimo Masi ed Emilio Contrasto – che si sono alternati al microfono per spiegare alla stampa le linee guida di questa piattaforma rivendicativa. Rivendicazione che, come ha spiegato Sileoni, parte dalla consapevolezza di un ritorno agli utili delle banche: oltre 10,9 miliardi nel 2019 e 14,2 miliardi nel 2020 (stima Abi) dopo i 9,3 miliardi del 2018. “In un contesto simile non ha senso che le banche si preoccupino solo degli azionisti – ha precisato – e per questo noi abbiamo chiesto riconoscimenti economici anche per i lavoratori. È grazie a loro, infatti, se il settore si è salvato”. Uno dei punti della piattaforma, infatti, prevede 200 euro di aumento mensile.
Ma non solo. Altro argomento fondante della piattaforma è il mantenimento del fondo per l’occupazione, un fondo autofinanziato da lavoratori e banche e che ha consentito di assumere giovani in questi anni e di evitare i licenziamenti senza gravare sulla collettività. Quindi il fintech e l’esigenza, espressa in piattaforma, di una cabina di regia per prevenire e gestire l’avanzata della tecnologia, per evitare la ‘macelleria sociale’. E infine la tutela dell’area contrattuale, in un periodo in cui le banche esternalizzano lavorazioni, tagliano sportelli sui territori, devono competere con altri gestori come Poste italiane, in cui i gruppi, autonomamente, interpretano norme e derogano al contratto nazionale e in cui si punta su prodotti dai profitti facili come le assicurazioni. Avere una forte cornice contrattuale diventa quindi indispensabile. Indispensabile anche tutelare i bancari esposti alle pressioni commerciali dall’alto e alla delusione dell’opinione pubblica che vede in loro l’ultimo anello di una catena, chi “ci mette la faccia” e spesso viene, a torto, ritenuto responsabile dei dissesti e delle truffe, troppo spesso confuso con i banchieri.
Questa piattaforma, hanno sottolineato in maniera unanime i segretari generali, serve a tutelare i bancari e a fare in modo, per esempio, che il salario non sia legato agli obiettivi raggiunti, che ci sia più formazione e informazione: si punta ad un contratto, in definitiva, che tuteli anche la clientela, non solo i lavoratori di settore. Fondamentale, infatti, è recuperare la fiducia in un periodo in cui sono all’ordine del giorno scandali bancari, casi di risparmio tradito, banche commissariate per mala gestione.
Questi ed altri gli argomenti affrontati in conferenza stampa anche grazie alle numerose domande rivolte dai giornalisti ai segretari generali, incalzati su modalità e tempistiche di questo rinnovo atteso e sul delicato argomento delle pressioni commerciali, del fintech, del rapporto con il settore della consulenza finanziaria, dei prodotti da vendere in banca, delle richieste da fare alla politica, del futuro del settore e dei suoi numeri.
Milano, 25/03/2019