FEDERAZIONE AUTONOMA BANCARI ITALIANI
COMUNICATO STAMPA
CARIGE: SILEONI, PER SALVAGUARDIA OCCUPAZIONE POSITIVA PROPOSTA FIRST-CISL
Roma, 23 gennaio 2019. «L’utilizzo del Fondo per l’occupazione dei bancari (Foc) come strumento possibile per rilanciare Carige ed evitare perdite di posti di lavoro, proposto dal segretario generale della First Cisl, Riccardo Colombani, è un progetto politicamente positivo. È ovvio che nel concreto va approfondito sotto tutti i punti di vista, ma è chiaro che in linea di principio non abbiamo nulla in contrario. È giusto quindi che sia valutato e analizzato senza alcun pregiudizio, anche perché la First Cisl fa una proposta nell’esclusivo interesse dei posti di lavoro e della stessa banca. Sono d’accordo con Colombani quando sostiene che “l’operazione è messa a disposizione delle altre organizzazioni sindacali e dell’Abi, perché serve la condivisione di tutti per realizzarla e porterebbe benefici collettivi: non grava sui cittadini e salvaguarda l’occupazione e la comunità”. Voglio infine ricordare che sono soldi dei lavoratori e non delle banche e che un eventuale utilizzo del Foc servirebbe per salvare i posti di lavoro». Lo dichiara il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, commentando la proposta della First Cisl, secondo la quale per prevenire tensioni occupazioni in Carige una possibile soluzione è l’intervento del Fondo per l’occupazione (Foc), sfruttando in particolare 165 milioni di euro inutilizzati a causa delle mancate assunzioni da parte delle banche. Quei fondi potrebbero essere destinati alla sottoscrizione di un bond per circa 80 milioni, integrando i 320 milioni sottoscritti a novembre dal Fondo di tutela dei depositi, anche per compensare il mancato aumento di capitale. L’idea è, di fatto, coinvolgere tutti i lavoratori della categoria in una grande operazione di solidarietà verso i colleghi di Carige che produrrebbe anche una iniezione di fiducia verso la clientela. Si eviterebbe, tra l’altro, la ricapitalizzazione di Stato che costringerebbe la banca a svendere i crediti deteriorati con conseguenze negative per l’occupazione e per i contribuenti.