Sileoni: “Chi sta nei coordinamenti deve sapere che l’iniziativa politica appartiene esclusivamente al Comitato Direttivo Centrale ed alla Segreteria Nazionale. La FABI si fonda sui Sindacati provinciali, i SAB, che rappresentano la spina dorsale dell’organizzazione”.
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“L’azienda si è completamente trasformata negli ultimi anni. Una trasformazione organizzativa: nel giro di poco tempo più aziende sono state incorporate in UBI Banca (Banca Popolare Commercio Industria, Banca Popolare di Ancona, Banca Regionale Europea, Banco San Giorgio, Carime, Banco di Brescia, Banca Valle Camonica, Banca Popolare di Bergamo, oltre a Banca 24/7, Centrobanca, Silf, e le recenti Carichieti, Banca Popolare dell’Etruria e Banca Marche)”.
Paolo Citterio, il Coordinatore del Gruppo, presenta agli oltre 200 delegati tutti i grandi cambiamenti che hanno caratterizzato l’evoluzione di Ubi Banca in questi ultimi 4 anni.
Una trasformazione numerica: l’acquisizione delle tre Bridge Bank, infatti, ha aumentato in un colpo solo del 30% il numero dei dipendenti del Gruppo, passando da 17.000 a 22.000.
Ma anche una trasformazione societaria dopo il passaggio dalla forma giuridica di cooperativa a quella di SPA, che è la più rilevante, poiché destinata a modificare per sempre il modo di essere della banca.
“Lo stiamo già vivendo tutti noi – continua Citterio – Nuove politiche commerciali, chiusura massiva di filiali, riduzione dei cassieri con passaggio ad un modello attento solo alle operazioni che generano ‘redditività’ a scapito dello storico servizio a tutta la clientela; spesso confusione informatica ed organizzativa tipica delle aziende che crescono molto velocemente”.
La FABI nel Gruppo UBI ha una consolidata storia di primo sindacato con oltre 7.000 iscritti e una percentuale che supera il 40% ed il suo ruolo in un periodo di grandi trasformazioni è stato quello di porsi come punto di riferimento nelle relazioni industriali, sia con l’azienda sia con le altre sigle sindacali.
Il Segretario Generale è intervenuto con la consueta verve davanti ad una platea attentissima, soprattutto perché i delegati aspettavano una parola chiara e definitiva anche sul futuro Contratto Nazionale.
“Chi sta nei coordinamenti deve sapere che l’iniziativa politica appartiene esclusivamente al Comitato Direttivo Centrale ed alla Segreteria Nazionale. La FABI si fonda sui Sindacati provinciali, i SAB, e la politica sindacale dell’organizzazione viene decida esclusivamente dal Comitato Direttivo Centrale”.
Lando Maria Sileoni ribadisce anche qui, come al Congresso Nazionale, che è il marchio FABI che conta, divenuto sempre più importante grazie al lavoro quotidiano di tutti, dalle Rappresentanze Sindacali Aziendali, cioè le realtà di base, sino ai vertici nazionali.
“I mesi e gli anni che verranno vedranno una drammatizzazione del settore – continua il leader del maggior sindacato del credito – perché le controparti cercheranno di far passare a livello di Gruppi quello che non passerà mai in ABI”.
Il futuro che ci aspetta è difficile e denso di incognite”, insiste Sileoni, “e per fare i sindacalisti occorre essere preparati, forti, determinati”.
Il sindacato dovrà essere anche molto attento all’evoluzione della politica e a chi farà il Ministro dell’Economia.
“Dimentichiamoci di quanto accaduto sinora: non ci saranno aiuti dal Governo o da altri. Saremo soli a difendere i nostri interessi e, quindi, dovremo essere uniti, compatti e ben consapevoli del nostro ruolo”.
Il Segretario Generale della FABI non lesina complimenti ed apprezzamenti per il lavoro fatto dal Coordinamento di FABI UBI, che ha lavorato sempre bene.
“Il gruppo dirigente di FABI UBI è ben preparato e sa dare le giuste risposte ai lavoratori, ma anche all’azienda, mantenendo le corrette distanze”.
“Nei confronti dell’azienda ci siamo posti l’obiettivo di creare un Contratto Aziendale unico di Gruppo, che potesse assicurare a tutti i 22.000 dipendenti di giungere agli stessi trattamenti normativi ed economici” – aveva detto Paolo Citterio nella sua relazione.
“Al nostro interno abbiamo gestito questi anni di cambiamento con il massimo del coinvolgimento e della collaborazione, sia nella gestione delle informazioni sia nella composizione delle delegazioni al tavolo delle trattative. Alla nuova Segreteria di Gruppo il compito di gestire, in stretta collaborazione con la Segreteria Nazionale, le delicate sfide sia aziendali che di settore”.
Su questa lunghezza d’onda, occorrerà anche evitare contrapposizioni interne, insiste Sileoni.
Un lunghissimo e caloroso applauso ha accolto le parole del Segretario Generale, così come molti applausi avevano sottolineato i passaggi più significativi del suo discorso, a dimostrazione dell’incondizionato consenso di cui gode Lando Maria Sileoni in tutt’Italia ed anche qui, in UBI e a Bergamo.