Sileoni: “Stiamo avviandoci al rinnovo contrattuale e non possiamo permetterci errori”
Roberto Aschiero, Coordinatore FABI nel Gruppo Intesa Sanpaolo, entra subito nel vivo: “Il piano d’impresa presentato lo scorso febbraio dal nostro Gruppo è focalizzato su 3 fattori chiave: riduzione delle sofferenze e miglioramento della qualità del credito, governo dei costi, crescita dei ricavi”.
Detto così sembra quasi scontato, troppo facile persino.
Ma il miglioramento della qualità e la riduzione del costo del credito passa attraverso la creazione di un veicolo societario contenente la piattaforma per la gestione delle sofferenze. E la semplificazione del modello distributivo significa chiusura di 1100 filali, 9000 uscite volontarie, accorpamento nella Capogruppo di 12 entità giuridiche.
“Un piano ambizioso che avrà forti ripercussioni sul modo di lavorare e sulle professionalità dei colleghi” – ha continuato Aschiero, che si è posto varie domande.
Nel futuro modello organizzativo come coesisteranno i consulenti con contratto misto con i Gestori tradizionali?
L’offerta fuori sede come si concilia con i vincoli dell’orario di lavoro? Il superamento dell’orario potrebbe essere il presupposto per spostare le politiche retributive dal riconoscimento dell’impegno temporale ai risultati? Logiche retributive costruite sull’enfatizzazione dei risultati come si conciliano con i ruoli legati alle professionalità?
A dare risposte chiare e perentorie è arrivato l’intervento del Segretario generale della FABI.
Lando Maria Sileoni ha dichiarato subito di voler stare dalla parte dei Rappresentanti sindacali di base, “che sono in trincea tutti i giorni e che sono i pilastri su cui poggia la nostra organizzazione”.
Poi ha delineato l’identikit del vero rappresentante dei lavoratori: “Fare il sindacalista significa creare e mantenere relazioni personali, studiare in modo approfondito, avere autorevolezza e riconoscimento dai lavoratori, portare i risultati, essere temuti e rispettati dalle banche, avere una vocazione verso il sociale, essere mentalmente indipendenti, avere una visione politica d’insieme, essere tecnicamente preparati”.
Senza dimenticare che bisogna mantenere le giuste distanze fra noi sindacalisti e ’loro’ banchieri, fra noi sindacalisti e ‘loro’ capi del personale, fra noi sindacalisti e ‘loro’ e rappresentanti delle politiche sindacali delle banche.”
Nel suo applauditissimo intervento il leader della FABI ha insistito sulla necessità di avere una visione politica d’insieme, per evitare errori che possano creare pericolosi precedenti nella storia delle relazioni sindacali del settore.
“Ci stiamo avvicinando al rinnovo del Contratto nazionale ed avete visto che stiamo dando dati reali, che dimostrano senz’ombra di dubbio come le banche sono tornate a fare utili. Di qui deve scaturire la giusta politica, la rotta che dobbiamo tenere tutti, nessuno escluso” – ha insistito Sileoni. “Dobbiamo creare le condizioni per smantellare i cavalli di battaglia delle banche, ad iniziare dal costo del lavoro”.
Dopo Sileoni e dopo l’introduzione di Aschiero, è seguito un appassionato intervento di Giuliano Xausa, quindi, un dibattito nutrito e vivace, in cui s’è sentita la voce di chi sta davvero a fianco dei lavoratori ogni giorno e che “deve essere ascoltato e rispettato”, come aveva ammonito il capo della maggior organizzazione sindacale del settore.
Il dibattito può essere così sintetizzato: “Il rispetto dell’accordo nazionale sulle pressioni commerciali nel Gruppo è solo formale: sta a noi sindacalisti di base farlo rispettare in concreto. Occorre aprire un confronto per costruire un nuovo quadro normativo che possa realmente tutelare i colleghi”.
Passaggio imprescindibile per avere accordi che rispondano alle necessità di crescita economica e professionale dei colleghi attuali e futuri.
“Vogliamo che si ritorni ad un rispetto dei diritti sostanziale, perché un’azienda che si pone obiettivi commerciali tanto sfidanti deve anche dotarsi di modelli organizzativi e gestionali basati sul coinvolgimento del proprio personale”.
A far da chiusura all’intensa giornata di lavori l’intervento del Segretario nazionale, Giuseppe Milazzo, che ha voluto ricordare come il Segretario Generale abbia spronato tutti ad un cambio di passo a comportamenti adeguati al ruolo che la FABI esprime in categoria.
“Intesa Sanpaolo non potrà più essere terreno di pericolose sperimentazioni contrattuali, che potrebbero indebolire il rinnovo del prossimo contratto nazionale. Dobbiamo prestare la massima attenzione sul fronte occupazionale, evitando la fuoriuscita di lavoro dal perimetro del Gruppo”.
Insomma, secondo Milazzo, occorre ricercare le giuste soluzioni per migliorare le condizioni economiche e di lavoro all’interno del Gruppo, soprattutto in materia di inquadramenti del personale, ad oggi di difficile gestione e controllo.
Infine, parole di speranza: “Sono convinto che la nuova Segreteria avrà i numeri e le capacità per affrontare la banca su tutti i temi che riguardano il futuro dei lavoratori e delle loro famiglie.”
Lando Maria Sileoni, peraltro, aveva avvertito di voler vigilare personalmente su quanto accade nel Gruppo Intesa, “perché ogni pur minima sbavatura provoca lamentele e reazioni delle altre banche e, alla fine, scardina il Contratto nazionale. E questo non possiamo permetterlo!”. Poi, con tono perentorio, Il leader della FABI aveva concluso: “Ogni accordo dovrà essere vagliato da me personalmente e autorizzato soltanto da me”.
Un’autentica lunghissima ovazione ha accolto queste parole del Segretario Generale.