Secondo le stime della FABI i gruppi bancari nel 2018 potrebbero arrivare a 10 miliardi di utili. Analizzando la situazione in Europa, le banche italiane risultano tra le più efficienti. Sileoni ribadisce con forza: “Ora che il costo del lavoro non è priorità, ripensare gli stipendi dei lavoratori”
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Corriere della Sera 18/05/2018
La Lente – Banche italiane le più efficienti in Europa sul fronte costi – De Rosa Federico
Federico De Rosa Nel 2018 le prime 10 banche italiane potrebbero realizzare utili per 10 miliardi. E’ la stima della Fabi, il sindacato autonomo dei bancari guidato da Lando Maria Sileoni. Dall’analisi sul sistema bancario emerge inoltre che nelle banche italiane il cost/income, principale parametro per misurare l’efficienza, è il più basso d’Europa: il 65% contro una media del 65,7%. «Il taglio del costo del lavoro è stato centrale — ha commentato Sileoni — ma oggi è superato con la sterzata, a livello di gestione. E positivo il ritorno ai profitti in un settore che non ha risolto tutti i suoi problemi, ma sta sicuramente andando nella giusta direzione».
Mf 18/05/2018
Sileoni: nel 2018 le 10 banche top faranno 10 mld di profitti Ora paghe più alte – Sileoni: banche in ripresa, ora più stipendi – Manassero Norberto
I risultati del primo trimestre delle banche italiane dimostrano che il settore è avviato a una fortissima ripresa, grazie soprattutto al grande calo dello stock e rettifiche sui crediti deteriorati oltre all’aumento dei prestiti ai privati, all’incremento dei ricavi da commissione e alla riduzione dei costi. Se il trend proseguirà nel corso dei prossimi trimestri, è prevedibile che i primi dieci gruppi realizzino i migliori utili post-crisi. Lo dice la Fabi. E una previsione dello stesso sindacato dei bancari, peraltro avvalorata dagli analisti funzionari, stima che nel corso del 2018 le prime dieci banche italiane potrebbero realizzare utili per circa 10 miliardi di euro complessivi. Per questo ora le organizzazioni dei lavoratori chiedono apertamente un aumento nelle retribuzioni. «Con gli utili che ripartono e con una fase positiva del settore chiediamo, se ci saranno dividendi importanti per gli azionisti, che ci siano anche aumenti importanti nelle retribuzioni dei lavoratori», ha dichiarato Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi. «Il taglio del costo del lavoro è stato centrale finora, ma oggi è superato con la sterzata a livello di gestione», ha aggiunto il sindacalista, secondo cui «è positivo il ritorno ai profitti delle banche in un settore che non ha risolto tutti i suoi problemi ma che sta sicuramente andando nella giusta direzione». In particolare, il risveglio degli utili, secondo le valutazioni della Fabi, deriva da più fattori. In primo luogo i prestiti a imprese e famiglie a marzo sono risultati in crescita del 2,1% su base annua, trainati dai mutui e da una ripresa anche del credito alle imprese; più volumi vorrà dire più margine d’interesse. In seconda istanza i ricavi da commissione sono aumentati molto e continueranno a farlo per l’intero 2018. Inoltre c’è da ricordare che sul fronte patrimoniale si registra una discesa molto forte delle sofferenze nette, che da dicembre 2016 allo scorso marzo sono calate da 87 a 54 miliardi. Secondo Banca d’Italia, infatti, i flussi di nuovi prestiti deteriorati sono tornati ai livelli precedenti la crisi e i tassi di copertura dei crediti malati sono ormai al 66% per le sofferenze e in media al 52% per l’intero universo dei deteriorati. E i requisiti di capitale sono nettamente migliorati con un Ceti medio al 12,7%. Secondo i dati della Commissione Ue, tra giugno 2016 e giugno 2017 la riduzione dei crediti deteriorati è risultata tra le più elevate (-24,6%). Da sottolineare poi la riduzione dei costi, ambito nel quale le banche italiane mostrano un’efficienza che le rende tra le più virtuose in Europa. Nel Vecchio Continente tra i gruppi più significativi il cost/income (uno dei principali indicatori dell’efficienza gestionale della banca) è in media al 65,7%; l’Italia è sotto questo livello con il 65%; meno efficienti risultano Paesi come la Germania (86%), la Francia (70%), la Svizzera (80%); solo le banche inglesi fanno meglio delle italiane con un rapporto al 61%. «Il tema dei costi quindi non è solo un problema italiano, come i luoghi comuni lo dipingono», ha concluso Sileoni. «Al contrario, le banche italiane hanno dimostrato un’efficienza sulla struttura dei costi tra le migliori in Europa. Quando si parla di troppi sportelli e troppi bancari si compie un clamoroso errore storico. Quei rapporti tra costi e ricavi visti in chiave europea dicono che l’Italia non è la Cenerentola. Al contrario, siamo su livelli virtuosi».
Nuova Sardegna 18/05/2018
10 miliardi di utili nel 2018 per le Big – …
Nel 2018 le prime dieci banche italiane potrebbero realizzare un monte utili di circa 10 miliardi di euro. Lo stima la Fabi analizzando i risultati già diffusi dagli istituti nei primi tre mesi dell’anno. Il risveglio degli utili, secondo le valutazioni della Fabi, deriva sia dalla crescita dei prestiti a imprese e famiglie sia dai ricavi da commissione.
Prealpina 18/05/2018
Dieci miliardi di utili nelle maggiori banche – …
Nel 2018 le prime dieci banche italiane potrebbero realizzare un monte utili di circa 10 miliardi di euro. Lo stima la Fabi, il primo sindacato del credito, analizzando i ‘risultati già diffusi dagli istituti nei primi tre mesi dell’anno. «Con gli utili che ripartono e con una fase positiva del settore, basta piagnistei – dice il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni -. Il taglio del costo del lavoro è stato centrale fmora ma oggi è superato con la sterzata a livello di gestione. È positivo il ritorno ai profitti delle banche in un settore che non ha risolto tutti i suoi problemi, ma sta sicuramente andando nella giusta direzione». Il risveglio degli utili, secondo le valutazioni della Fabi, deriva da più fattori: la crescita dei prestiti a imprese e famiglie e dei ricavi da commissione. Al contempo scendono con decisione le sofferenze nette (a marzo 2018 a 54 miliardi di euro, in riduzione del 37% da dicembre 2016). Fabi segnala poi la riduzione dei costi, con le banche italiane che mostrano un’efficienza che le rende tra le più virtuose in Europa. In media nel Vecchio Continente il rapporto cost/income (cioè il rapporto fra costi operativi e margini di intermediazione, ndr) è al 65,7% e in Italia è del 65%. Risultano meno efficienti Paesi come la Germania (86%), la Francia (70%), la Svizzera (80%), mentre solo le banche inglesi fanno meglio delle Italiane con un rapporto al 61% (i dati si riferiscono al 2017 e al 2018). «Il tema dei costi quindi non è solo un problema italiano come si crede e come i luoghi comuni lo dipingono – dice Sileoni -. Al contrario, le banche italiane hanno dimostrato un’efficienza sulla struttura dei costi tra le migliori in Europa. Quando si parla di troppi sportelli e troppi bancari si compie un clamoroso errore storico. Quei rapporti tra costi e ricavi visti in chiave europea dicono che l’Italia non è la Cenerentola. Al contrario siamo su livelli virtuosi». La compagine varesina guarda anche al no- suo territorio: «Anche la provincia di Varese – dice il coordinatore Alessandro Frontini – ha pagato il suo prezzo in termini di tagli al personale e riduzioni di filiali, contribuendo al risultato generale che ci colloca a livelli bassi di “cost income” in Europa. Ora è giunto il momento che anche i lavoratori abbiano i giusti riconoscimenti e la prima occasione è il prossimo contratto nazionale di lavoro».
DAGOSPIA.COM 17/05/2018
VAFFANBANKA! – A FINE 2018 I 10 BIG DEL CREDITO METTERANNO INSIEME 10 MILIARDI DI EURO DI UTILI – …
VAFFANBANKA! – A FINE 2018 I 10 BIG DEL CREDITO METTERANNO INSIEME 10 MILIARDI DI EURO DI UTILI – I SINDACATI FANNO LE PULCI ALLE BANCHE ITALIANE E SQUADERNANO I NUMERI SEGRETI DEGLI ANALISTI: ECCOLI! SILEONI FABI (AGI) – I risultati di bilancio delle banche italiane hanno dimostrato come nei primi tre mesi dell’anno il settore si sia avviato a una “fortissima ripresa”, grazie soprattutto al grande calo sia dello stock sia delle rettifiche sui crediti deteriorati oltre a un aumento dei prestiti ai privati, all’incremento dei ricavi da commissione e a una riduzione dei costi. Se il trend proseguira’ nel corso dei prossimi trimestri, e’ prevedibile che i primi dieci gruppi realizzino i migliori utili post crisi. E’ la previsione della Fabi, peraltro avvalorata dal consenso degli analisti finanziari, secondo cui nel corso del 2018 le prime 10 banche italiane potrebbero realizzare un monte utili di circa 10 miliardi di euro. “Un risultato storico dopo gli anni della grande crisi”, si legge in una nota. “Con gli utili che ripartono e con una fase positiva del settore, basta piagnistei – ha sottolineato il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni. – chiediamo, se ci saranno dividendi importanti per gli azionisti, che ci siano anche aumenti importanti nelle retribuzioni dei lavoratori. Il taglio del costo del lavoro e’ stato centrale finora ma oggi e’ superato con la sterzata a livello di gestione”, aggiunge Sileoni, secondo cui “e’ positivo il ritorno ai profitti delle banche in un settore che non ha risolto tutti i suoi problemi, ma sta sicuramente andando nella giusta direzione”. Il risveglio degli utili, secondo le valutazioni della Fabi, deriva da piu’ fattori. Innanzitutto i prestiti a imprese e famiglie a marzo del 2018 sono in crescita del 2,1% su base annua, trainati dai mutui e da una ripresa del credito anche alle imprese. Piu’ volumi vorra’ dire piu’ margine d’interesse. E poi: i ricavi da commissione sono aumentati molto e continueranno a farlo per l’intero 2018. Sul fronte patrimoniale si registra una discesa molto forte delle sofferenze nette che da dicembre 2016 sono calate da 87 miliardi ai 54 miliardi marzo 2018 (-37%). Secondo Banca d’Italia i flussi di nuovi prestiti deteriorati sono tornati ai livelli precedenti la crisi, i tassi di copertura dei crediti malati sono ormai al 66% per le sofferenze e in media al 52% per l’intero universo dei deteriorati. E i requisiti di capitale sono nettamente migliorati con un Cet1 medio al 12,7%. Secondo i dati della Commissione Europea, tra giugno 2016 e giugno 2017 la riduzione dei crediti deteriorati e’ risultata tra le piu’ elevate (-24,6%).La riduzione dei costi, ambito nel quale le banche italiane mostrano un’efficienza che le rende tra le piu’ virtuose in Europa. Nel vecchio continente, tra i gruppi piu’ significativi, il cost/income (uno dei principali indicatori dell’efficienza gestionale della banca: minore e’ il valore espresso di tale indicatore, maggiore e’ l’efficienza della banca e quindi la redditivita’) e’ in media al 65,7%; l’Italia e’ sotto questo livello con il 65%; meno efficienti risultano paesi come la Germania (86%), la Francia (70%), la Svizzera (80%); solo le banche inglesi fanno meglio delle Italiane con un rapporto al 61% (i dati si riferiscono al 2017 e al 2018). “Il tema dei costi quindi non e’ solo un problema italiano come si crede e come i luoghi comuni lo dipingono. Al contrario, le banche italiane hanno dimostrato un’efficienza sulla struttura dei costi tra le migliori in Europa. Quando si parla di troppi sportelli e troppi bancari si compie un clamoroso errore storico. Quei rapporti tra costi e ricavi visti in chiave europea dicono che l’Italia non e’ la Cenerentola. Al contrario siamo su livelli virtuosi”, ha concluso Sileoni.
DIARIODELWEB.IT 17/05/2018
Banche, Sileoni: prime dieci verso 10 mld di utili. Basta piagnistei – …
Roma, 17 mag. – Se nei tre prossimi trimestri sarà confermato l’andamento del primo, le prime 10 banche italiane si avviano a realizzare quest’anno 10 miliardi di utili. E’ questa la stima della Fabi. “Con gli utili che ripartono e con una fase positiva del settore, basta piagnistei. Chiediamo, se ci saranno dividendi importanti per gli azionisti, che ci siano anche aumenti importanti nelle retribuzioni dei lavoratori” commenta il Segretario Generale della Fabi, Lando Sileoni. “Il taglio del costo del lavoro è stato centrale finora ma oggi è superato con la sterzata a livello di gestione», aggiunge il numero uno della Fabi, secondo cui “è positivo il ritorno ai profitti delle banche in un settore che non ha risolto tutti i suoi problemi, ma sta sicuramente andando nella giusta direzione”. Sul taglio dei costi, la Fabi sottolinea come il rapporto costi/ricavi sia in Italia sotto il 65% contro una media europea del 65,7%, meglio delle banche tricolori solo quelle britanniche che viaggiano al 61%. Quelle francesi al 70%, le tedesche all’80%. “Il tema dei costi quindi non è solo un problema italiano come si crede e come i luoghi comuni lo dipingono. Al contrario, le banche italiane hanno dimostrato un`efficienza sulla struttura dei costi tra le migliori in Europa. Quando si parla di troppi sportelli e troppi bancari si compie un clamoroso errore storico. Quei rapporti tra costi e ricavi visti in chiave europea dicono che l`Italia non è la Cenerentola. Al contrario siamo su livelli virtuosi”, conclude Sileoni.
FINANZA.TGCOM24.MEDIASET.IT 17/05/2018
BANCHE: FABI, NEL 2018 PREVISTI UTILI PER 10 MLD DA PRIME 10 REALTA’ – …
I risultati di bilancio delle banche italiane hanno dimostrato come nei primi tre mesi dell’anno il settore si sia avviato ad una fortissima ripresa, grazie, soprattutto, al grande calo sia dello stock sia delle rettifiche sui crediti deteriorati oltre a un aumento dei prestiti ai privati, all’incremento dei ricavi da commissione e a una riduzione dei costi. Se il trend proseguira’ nel corso dei prossimi trimestri, e’ prevedibile che i primi dieci gruppi realizzino i migliori utili post crisi. Secondo una previsione della Fabi, contenuta in una nota, si puo’ stimare che nel corso del 2018 le prime 10 banche italiane potrebbero realizzare un monte utili di circa 10 miliardi di euro. Un risultato storico dopo gli anni della grande crisi. “Con gli utili che ripartono e con una fase positiva del settore, basta piagnistei. Chiediamo, se ci saranno dividendi importanti per gli azionisti, che ci siano anche aumenti importanti nelle retribuzioni dei lavoratori”, commenta il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni. “Il taglio del costo del lavoro e’ stato centrale finora ma oggi e’ superato con la sterzata a livello di gestione”, aggiunge Sileoni, secondo cui “e’ positivo il ritorno ai profitti delle banche in un settore che non ha risolto tutti i suoi problemi, ma sta sicuramente andando nella giusta direzione”. Il risveglio degli utili, secondo le valutazioni della Fabi, deriva da piu’ fattori: i prestiti a imprese e famiglie a marzo del 2018 sono in crescita del 2,1% su base annua, trainati dai mutui e da una ripresa del credito anche alle imprese. Piu’ volumi vorra’ dire piu’ margine d’interesse. I ricavi da commissione sono aumentati molto e continueranno a farlo per l’intero 2018. Sul fronte patrimoniale si registra una discesa molto forte delle sofferenze nette che da dicembre 2016 sono calate da 87 miliardi ai 54 miliardi marzo 2018 (-37%). Secondo Banca d’Italia i flussi di nuovi prestiti deteriorati sono tornati ai livelli precedenti la crisi, i tassi di copertura dei crediti malati sono ormai al 66% per le sofferenze e in media al 52% per l’intero universo dei deteriorati. E i requisiti di capitale sono nettamente migliorati con un Cet1 medio al 12,7%. Secondo i dati della Commissione Europea, tra giugno 2016 e giugno 2017 la riduzione dei crediti deteriorati e’ risultata tra le piu’ elevate (-24,6%). La riduzione dei costi, ambito nel quale le banche italiane mostrano un’efficienza che le rende tra le piu’ virtuose in Europa. Nel Vecchio continente, tra i gruppi piu’ significativi, il cost/income (uno dei principali indicatori dell’efficienza gestionale della banca: minore e’ il valore espresso di tale indicatore, maggiore e’ l’efficienza della banca e quindi la redditivita’) e’ in media al 65,7%; l’Italia e’ sotto questo livello con il 65%; meno efficienti risultano paesi come la Germania 86%), la Francia (70%), la Svizzera (80%); solo le banche inglesi fanno meglio delle Italiane con un rapporto al 61% (i dati si riferiscono al 2017 e al 2018). “Il tema dei costi quindi non e’ solo un problema italiano come si crede e come i luoghi comuni lo dipingono. Al contrario, le banche italiane hanno dimostrato un’efficienza sulla struttura dei costi tra le migliori in Europa. Quando si parla di troppi sportelli e troppi bancari si compie un clamoroso errore storico. Quei rapporti tra costi e ricavi visti in chiave europea dicono che l’Italia non e’ la Cenerentola. Al contrario siamo su livelli virtuosi”, conclude Sileoni.
FINANZA-24H.COM 17/05/2018
Banche: Fabi, nel 2018 previsti utili per 10 mld da prime 10 realtà – Finanza-24h – …
I risultati di bilancio delle banche italiane hanno dimostrato come nei primi tre mesi dell’anno il settore si sia avviato ad una fortissima ripresa, grazie, soprattutto, al grande calo sia dello stock sia delle rettifiche sui crediti deteriorati oltre a un aumento dei prestiti ai privati, all’incremento dei ricavi da commissione e a una riduzione dei costi. Se il trend proseguirà nel corso dei prossimi trimestri, è prevedibile che i primi dieci gruppi realizzino i migliori utili post crisi. Secondo una previsione della Fabi, contenuta in una nota, si può stimare che nel corso del 2018 le prime 10 banche italiane potrebbero realizzare un monte utili di circa 10 miliardi di euro. Un risultato storico dopo gli anni della grande crisi. “Con gli utili che ripartono e con una fase positiva del settore, basta piagnistei. Chiediamo, se ci saranno dividendi importanti per gli azionisti, che ci siano anche aumenti importanti nelle retribuzioni dei lavoratori”, commenta il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni. “Il taglio del costo del lavoro è stato centrale finora ma oggi è superato con la sterzata a livello di gestione”, aggiunge Sileoni, secondo cui “è positivo il ritorno ai profitti delle banche in un settore che non ha risolto tutti i suoi problemi, ma sta sicuramente andando nella giusta direzione”. Il risveglio degli utili, secondo le valutazioni della Fabi, deriva da più fattori: i prestiti a imprese e famiglie a marzo del 2018 sono in crescita del 2,1% su base annua, trainati dai mutui e da una ripresa del credito anche alle imprese. Più volumi vorrà dire più margine d’interesse. I ricavi da commissione sono aumentati molto e continueranno a farlo per l’intero 2018. Sul fronte patrimoniale si registra una discesa molto forte delle sofferenze nette che da dicembre 2016 sono calate da 87 miliardi ai 54 miliardi marzo 2018 (-37%). Secondo Banca d’Italia i flussi di nuovi prestiti deteriorati sono tornati ai livelli precedenti la crisi, i tassi di copertura dei crediti malati sono ormai al 66% per le sofferenze e in media al 52% per l’intero universo dei deteriorati. E i requisiti di capitale sono nettamente migliorati con un Cet1 medio al 12,7%. Secondo i dati della Commissione Europea, tra giugno 2016 e giugno 2017 la riduzione dei crediti deteriorati è risultata tra le più elevate (-24,6%). La riduzione dei costi, ambito nel quale le banche italiane mostrano un’efficienza che le rende tra le più virtuose in Europa. Nel Vecchio continente, tra i gruppi più significativi, il cost/income (uno dei principali indicatori dell’efficienza gestionale della banca: minore è il valore espresso di tale indicatore, maggiore è l’efficienza della banca e quindi la redditività) è in media al 65,7%; l’Italia è sotto questo livello con il 65%; meno efficienti risultano paesi come la Germania (86%), la Francia (70%), la Svizzera (80%); solo le banche inglesi fanno meglio delle Italiane con un rapporto al 61% (i dati si riferiscono al 2017 e al 2018). “Il tema dei costi quindi non è solo un problema italiano come si crede e come i luoghi comuni lo dipingono. Al contrario, le banche italiane hanno dimostrato un’efficienza sulla struttura dei costi tra le migliori in Europa. Quando si parla di troppi sportelli e troppi bancari si compie un clamoroso errore storico. Quei rapporti tra costi e ricavi visti in chiave europea dicono che l’Italia non è la Cenerentola. Al contrario siamo su livelli virtuosi”, conclude Sileoni.
TODAY.IT 17/05/2018
Banche, la cura funziona: utili record, crescono mutui e ricavi da commissioni – …
Come stanno le banche in Italia? Bene, anzi benissimo a vedere i dati e le stime per il 2018: il settore del risparmio è in fortissima ripresa ed è tra più virtuosi in Europa. Lo dicono i bilanci degli istituti di credito dopo i primi tre mesi del 2018. Secondo le stime del sindacato Fabi, l’associazione di categoria più rappresentativo nel settore bancario, nel corso del 2018 le prime banche italiane potrebbero realizzare un monte utili di quasi 10 miliardi di euro. “Si tratta di dati – spiega il sindacato – che mostrano un settore avviato a una fortissima ripresa grazie, soprattutto, al grande calo sia dello stock sia delle rettifiche sui crediti deteriorati oltre a un aumento dei prestiti ai privati, all’incremento dei ricavi da commissione e a una riduzione dei costi”. Se il trend proseguirà in questa direzione, continua quindi la Fabi, “è prevedibile che i primi dieci gruppi realizzino i migliori utili post crisi”. Banche italiane tra le più virtuose d’Europa. Oltretutto, spiega il sindacato nella sua analisi, sul fronte della riduzione dei costi le banche italiane mostrano un’efficienza “che le rende tra le più virtuose in Europa”. Nel Vecchio continente, tra i gruppi più significativi, il cost/income (uno dei principali indicatori dell’efficienza gestionale della banca: minore è il valore espresso di tale indicatore, maggiore è l’efficienza della banca e quindi la redditività) è in media al 65,7%; l’Italia è sotto questo livello con il 65%; meno efficienti risultano paesi come la Germania (86%), la Francia (70%), la Svizzera (80%); solo le banche inglesi fanno meglio delle Italiane con un rapporto al 61% (i dati si riferiscono al 2017 e al 2018). Banche, il risveglio degli utili Fabi ricorda come i risultati positivi derivino da diversi fattori a partire, ad esempio, dai prestiti a imprese e famiglie, che a marzo del 2018 sono risultati in crescita del 2,1% su base annua, trainati dai mutui e da una ripresa del credito anche alle imprese. “Più volumi vorrà dire più margine d’interesse”, insiste il sindacato. Poi ci sono i ricavi da commissione, che nel trimestre sono aumentati molto e continueranno a farlo per l’intero 2018. Inoltre, continua l’analisi, sul fronte patrimoniale si registra una discesa molto forte delle sofferenze nette che da dicembre 2016 sono calate da 87 miliardi ai 54 miliardi marzo 2018 (-37%). Secondo Banca d’Italia, ricorda la Fabi, “i flussi di nuovi prestiti deteriorati sono tornati ai livelli precedenti la crisi”. I tassi di copertura dei crediti malati, si legge nell’analisi, “sono ormai al 66% per le sofferenze e in media al 52% per l’intero universo dei deteriorati. E i requisiti di capitale sono nettamente migliorati con un Cet1 medio al 12,7%. Secondo i dati della Commissione europea, tra giugno 2016 e giugno 2017 la riduzione dei crediti deteriorati è risultata tra le più elevate (-24,6%)”.Mutui e crediti a livelli pre crisi. “Con gli utili che ripartono e con una fase positiva del settore, basta piagnistei. Chiediamo, se ci saranno dividendi importanti per gli azionisti, che ci siano anche aumenti importanti nelle retribuzioni dei lavoratori”, commenta il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni. “Il taglio del costo del lavoro è stato centrale finora ma oggi è superato con la sterzata a livello di gestione”, aggiunge. “È positivo il ritorno ai profitti delle banche in un settore che non ha risolto tutti i suoi problemi, ma sta sicuramente andando nella giusta direzione”. “Il tema dei costi quindi non è solo un problema italiano come si crede e come i luoghi comuni lo dipingono. Al contrario, le banche italiane hanno dimostrato un’efficienza sulla struttura dei costi tra le migliori in Europa. Quando si parla di troppi sportelli e troppi bancari si compie un clamoroso errore storico. Quei rapporti tra costi e ricavi visti in chiave europea dicono che l’Italia non è la Cenerentola. Al contrario siamo su livelli virtuosi”.