Nella seconda giornata del Congresso illustrato lo studio FABI sul mercato degli NPL in Italia. Sileoni: “Con gestione interna banca salvaguarda il rapporto col territorio e valorizza lavoratori, recuperando meglio il credito”. Nel parterre degli ospiti Mustier, Morelli e Maioli
“Chiediamo alle banche di adottare un modello di gestione interna delle sofferenze per salvaguardare i rapporti col territorio, valorizzare i lavoratori e scongiurare la svalutazione degli stessi crediti deteriorati. Siamo contrari alla cessione esterna degli NPL perché massacra le impresse e punta su profitti a breve termine”.
Questo il messaggio lanciato da Lando Maria Sileoni, Segretario Generale della FABI, il principale sindacato dei bancari, in occasione della seconda giornata a del XXI° Congresso nazionale dell’Organizzazione che si è svolta oggi a Roma e che ha visto la partecipazione, tra gli altri, dell’Amministratore Delegato di Unicredit, Jean Pierre Mustier, dell’Amministratore Delegato del Gruppo MPS, Marco Morelli e dell’Amministratore Delegato di Crédit Agricole Cariparma e Senior Country Officer Crédit Agricole in Italia, Giampiero Maioli.
La proposta è sostenuta dallo studio “Modello programmatico di gestione interna degli NPL”, a cura degli analisti Alfonso Scarano e Antonella Simone con il contributo legale dell’avvocato Chiara Scarano. Lo studio analizza dimensioni e criticità del mercato degli NPL, al centro di un rigido processo di regolamentazione da parte della commissione di Vigilanza della BCE, che a metà marzo pubblicherà la versione definitiva dell’addendum alle linee guida del Meccanismo unico di Vigilanza della BCE, con nuove e più stringenti regole sugli accantonamenti di capitale a copertura dei crediti deteriorati.
Perché conviene la gestione interna degli NPL: tassi di recupero mediamente più alti
Lo studio, condotto sulla base di dati Bankitalia, rileva come la gestione interna delle sofferenze registri tassi di recupero mediamente più alti, che si attestano al 47, 3% contro il 23% registrato in media dai service esterni.
Anno | Tassi recupero posizioni non cedute % | Tassi recupero posizioni cedute a terzi % | Delta tasso recupero tra posizioni cedute e non cedute % |
2006 | 48,4 | 30,2 | 18,2 |
2007 | 50,1 | 22,1 | 28,0 |
2008 | 44,8 | 37,4 | 7,4 |
2009 | 50,0 | 28,9 | 21,1 |
2010 | 49,3 | 26,7 | 22,6 |
2011 | 46,1 | 23,3 | 22,8 |
2012 | 53,0 | 29,8 | 23,2 |
2013 | 46,9 | 23,8 | 23,1 |
2014 | 39,0 | 22,4 | 16,6 |
2015 | 44,9 | 20,3 | 24,6 |
Media | 47,3 | 26,5 | 20,8 |
Tabella 1- Elaborazione su dati Banca d’Italia, Note di stabilità finanziaria e vigilanza, n. 7, gennaio 2017
Una dinamica innescata da più fattori: le società esterne non hanno una relazione diretta con il cliente e informazioni dettagliate sulle singole posizioni in sofferenza, dunque hanno minori capacità di “valorizzare” gli NPL in portafoglio.
Vendita all’esterno degli Npl: prezzi stracciati che danneggiano il capitale delle banche e potenti effetti distorsivi sulla gestione del recupero del credito
Un’altra criticità rispetto alla cessione esterna degli NPL riguarda i prezzi di mercato delle sofferenze. I fondi speculativi sono, infatti, disposti ad acquistarle a un costo di poco superiore al 22%, contro il 41% del prezzo di carico stimato nei bilanci delle banche. Una cessione che innesca perdite sul capitale ed espone le banche una riduzione del valore delle azioni in mano ai soci e le costringe a nuove ricapitalizzazioni con effetti diluitivi sull’azionariato.
Inoltre, il sistema di cessione degli NPL fonda, per la valorizzazione dei portafogli, in massima parte, sui valori peritali degli immobili a garanzia. Lo studio illustra da più prospettive il potente effetto distorsivo sulla gestione del recupero del credito incagliato delle perizie affidate in outsourcing alle società esterne, mettendo in luce sia la metodologia non rispettosa dei contratti di generazione delle posizioni creditizie, sia l’anti economicità della scelta di privilegiare i riferimenti delle aste giudiziarie per stabilire presunti prezzi di mercato. Lo studio sottolinea il forte impatto sociale di distruzione di valore degli immobili e di ripercussione sulla ricchezza nazionale.
La proposta della FABI per una gestione interna degli NPL.
Alla luce di queste analisi, la FABI nello studio propone un modello programmatico di gestione interna degli NPL.
In particolare il principale sindacato dei bancari propone di affidare alle filiali le procure e le deleghe per la gestione del credito deteriorato, formando il personale interno e creando figure manageriali ad hoc, special risk manager, che sovrintendano alla gestione di quest’attività. L’attività peritale, secondo la FABI, dovrebbe essere condotta internamente dalla banca, per ricostruire correttamente i valori delle garanzie e assegnare il corretto livello di rischio e il giusto grado di recuperabilità delle posizioni incagliate.
L’obiettivo della proposta è triplice: tutelare la continuità dell’azienda banca con un importante risparmio in termini di accantonamento del capitale, salvaguardare relazione tra banca e clientela e valorizzare in modo appropriato il portafoglio degli NPL, che non subirebbero pesanti svalutazioni così come invece avviene quando li si cede sul mercato.
Adottando queste proposte, le banche valorizzerebbero il loro rapporto col territorio e le professionalità interne.
Il mercato degli NPL in Italia.
I dati delle cessioni degli NPL, a partire dal 2012, mostrano un’importante accelerazione nel 2017 con cessioni per oltre 64 miliardi, portando il totale negli ultimi 6 anni a oltre 117 miliardi di crediti deteriorati ceduti.
Anno | Totale – Md € |
2012 | 4,71 |
2013 | 1,71 |
2014 | 9,45 |
2015 | 23,67 |
2016 | 13,77 |
2017 | 64,51 |
Totale complessivo | 117,82 |
Tabella 2 – — Report “The Italian NPL market”, PWC’s,serie 2012 -2017
Roma 06/03/2018