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PIANO INDUSTRIALE INTESA, LA FABI SULLA STAMPA

di Redazione
Le dichiarazioni del Segretario Generale FABI, Lando Maria Sileoni, riprese dai maggiori quotidiani nazionali: “Se l’ad continuerà ad avere attenzione per il personale, avrà nostra condivisione”. 
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Corriere della Sera 07/02/2018

Intesa Sanpaolo: utile a 7,3 miliardi – Intesa Sanpaolo, utile a 7,3 miliardi Messina: «Saremo leader in Europa» – Pa. Pic.

L’Italia è il Paese dove stare — «the place to be» — e dal quale giocare la partita per la leadership europea. Nei prossimi quattro anni, Carlo Messina vuole fare di Intesa Sanpaolo la prima banca d’Europa per redditività, profilo di rischio, sostenibilità e intanto conquista il primo posto in Piazza Affari. Da ieri Intesa Sanpaolo è il titolo più pesante del listino con una capitalizzazione di poco superiore ai 52 miliardi, davanti all’Eni (50 miliardi). Gli investitori spingono il titolo oltre i 3 euro (a 3,10, +0,6%) nel giorno della duplice presentazione del nuovo piano d’impresa — manovra che vale complessivamente 300 miliardi in quattro anni e che l’amministratore delegato dettaglia in quasi quattro ore di maratona con analisti e giornalisti — e del bilancio del 2017. I conti dell’ultimo anno si chiudono con utile netto di 7,3 miliardi (3,8 senza il contributo pubblico sul salvataggio delle attività delle banche venete) e cedole per 3,4 miliardi, cifra che ha permesso di centrare l’obiettivo di 10 miliardi di monte dividendi del vecchio piano. In forte rialzo le azioni di risparmio (+7,3%) in vista di una conversione in ordinarie. Il piano sul quale si è espressa una platea di 13.500 dipendenti, prevede «azioni incisive sui costi» senza escludere «il forte orientamento ai valori, che farà di noi anche il punto di riferimento, il simbolo, di uno sviluppo sostenibile». Negli investimenti a impatto sociale «saremo primi al mondo». Una «Impact Bank» che prepara un piano contro la povertà e destina 1,2 miliardi alle categorie più in difficoltà con l’accesso al credito e altri 0,7 miliardi alle imprese sociali. La superbanca, che da qui al 2021 assicurerà all’erario 13 miliardi di imposte dirette e indirette, «d’equivalente di una legge di Stabilità» sottolinea il banchiere, continuerà poi a investire in cultura «sulla via tracciata da Giovanni Bazoli». Le opzioni di crescita saranno esaminate «in tutti i business e in particolare nel wealth management dove nel corso di quest’anno vorremmo stringere un’alleanza internazionale» annuncia Messina replicando a una domanda su un possibile accordo con Blackrock come il partner non sia ancora stato selezionato. Quanto al conto economico, il piano prevede un utile netto di 6 miliardi nel 2021 con pay out ratio al 70% che si confronta con l’85% del 2018. Lo stock dei crediti deteriorati sarà dimezzato a 12 miliardi netti con un’incidenza al 2,9% sui crediti alla clientela. Già note l’uscita volontaria di 9 mila persone e le 1.650 assunzioni. Nel giro di un anno si assisterà alla fusione nella capogruppo di 12 controllate, comprese Banca Imi e Banca Prossima. Per il principale sindacato bancario, la Fabi guidata da Lando Maria Sileoni, è questo «il piano che inaugura una nuova stagione» del sistema bancario italiano.

 

Stampa 07/02/2018

Intesa dimezza i crediti dubbi e converte i titoli di risparmio – Spini Francesco

L’ambizione non manca «Vogliamo diventare la banca numero uno in Europa», dice l’ad Carlo Messina presentando il nuovo piano d’impresa di Intesa Sanpaolo che indica per il 2021 una strada che diversifica i ricavi puntando sulla gestione dei patrimoni e sulle polizze danni. Dopo aver portato a casa i precedenti obiettivi – anche i più sfidanti, come la distribuzione in 4 anni di 10 miliardi di euro in cedole, 3,4 miliardi l’anno passato – e aver chiuso il bilancio 2017 con 7,31 miliardi di utili (3,8 miliardi, senza il contributo pubblico di 3,5 miliardi per l’accollo di Veneto Banca e Popolare di Vicenza) ora si guarda al 2021 con l’obiettivo di arrivare a 6 miliardi di profitti. Utili che saranno da distribuire all’85% nel 2018, 80% nel 2019, 75% nel 2020 e 70% nel 2021. Cifre complessive, però, il banchiere non le dà, anche se c’è chi ipotizza 14 miliardi, cedole generose anche grazie a indici patrimoniali (Cet1 al 13,1% al 2021) che non temono impatti dalle nuove regole. II mercato apprezza, il titolo di Intesa resiste (+0,66% a 3,10 euro) in una giornata nera per le Borse. E con 52 miliardi di capitalizzazione sfila all’Eni il primato di Piazza Affari. Meglio ancora fanno le azioni di risparmio che balzano del 7,34% a 3,20 euro, con l’annuncio dell’istituto di voler sottoporre all’assemblea la conversione obbligatoria in ordinarie: lo scambio avverrà sulla base di un rapporto pari a 1,04 azioni ordinarie per ogni risparmio, senza conguagli. Ma «gli elementi qualificanti» del piano sono riduzione del rischio, taglio dei costi e crescita dei ricavi, «molto più del pagamento dei dividendi», avverte Messina. Anzitutto la banca si adopererà nel «togliere di mezzo una volta per tutte il problema» dei crediti dubbi (npl). Per Intesa si tratta di fare «i compiti a casa», dice il banchiere, «ma ora è tempo che sia fatto lo stesso lavoro per Francia e Germania» e i loro istituti carichi di attività illiquide finora rimaste fuori dal faro della Bce. Intesa intanto dimezzerà gli npl, da 52,1 miliardi lordi di fine 2017 a 26,4 miliardi nel 2021. L’incidenza sul totale dei crediti scenderà dall’11,9 al 6% e, al netto, dal 5,5% al 2,9%. L’aumento della copertura degli npl al 57% permetterà di mantenere una strategia flessibile tra la gestione interna dei crediti dubbi o la vendita («senza costi per gli azionisti»), per cui sarebbero in corso trattative su stock di 10 miliardi o più. «La pressione del regolatore è diventata così forte che è meglio diversificare la capacità di riduzione». La piattaforma di «servicing» per gli npl sarà societarizzata e aperta a possibili partnership: da tempo si parla di Intrum Justitia. Giù anche i costi. Verranno meno 1.100 filiali, 12 banche saranno fuse nella capogruppo (tra cui Imi e Banco di Napoli). Possibili cessioni immobiliari per 1-1,5 miliardi. A Milano sorgerà la nuova sede in una cittadella nell’area dell’Expo o fi vicino. C’è poi la crescita dei ricavi. Intesa vuole diventare la prima compagnia di assicurazioni danni retail «non motor» (veicoli esclusi), passando da 400 milioni di premi a 2,5 miliardi nel 2021. Forte spinta al risparmio gestito: l’obiettivo per Eurizon è che da 314 raggiunga 400 miliardi di masse. Si cerca poi un’alleanza, già nel 2018, con un operatore industriale globale. Previste partnership nel wealth management anche in Cina. Non manca l’impegno sociale, su cui la banca cerca di divenire «un modello di riferimento a livello mondiale». Erogherà 1,2 miliardi di prestiti a categorie con difficoltà di accesso al credito. Intanto la Fabi apre alla nuova strategia: «Se l’ad Messina continuerà ad avere la sensibilità e l’attenzione fin qui dimostrate verso il personale – dice il segretario Lando Sileoni -, il nuovo piano potrà avere successo e la nostra condivisione».

 

 

 

 

Sole 24 Ore 07/02/2018

Intesa punta a 6 miliardi di utili – Intesa verso i 6 miliardi di utili – Cellino Maximilian

«Vogliamo diventare la banca numero uno in Europa e pensiamo di poterci riuscire costruendo il nostro futuro su basi e valori solide». Difficilmente poteva apparire più ambizioso Carlo Messina, ceo di Intesa Sanpaolo, presentando ieri a Milano il nuovo Piano d’impresa 2018-2021. Sull’eredità del precedente piano-rispettato in tutti gli obiettivi previsti, come ricordato più volte ai presenti – il manager si è però evidentemente costruito la dovuta credibilità. Così quei 6 miliardi di euro proiettati sull’utile netto consolidato a fine 2021 (rispetto ai 3,8 miliardi dell’esercizio appena concluso) sono apparsi ad alcuni analisti una previsione fin troppo cauta, mentre in una giornata turbolenta di Borsa il titolo riusciva a chiudere a 0,64 permettendo alla stessa Intesa di diventare la società a maggior capitalizzazione di Piazza Affari. La strategia riproposta ieri da Messina è del resto quella vincente che ha permesso al gruppo di superare negli ultimi quattro anni uno scenario «competitivo e peggiore di quanto ci si potesse attendere», basata cioè su tre pilastri: la continua riduzione dei rischi connessi al portafoglio (leggi sofferenze); il contenimento dei costi attraverso un’ulteriore semplificazione del modello operativo e, non certo da ultima, l’accelerazione dei ricavi sviluppando nuove opportunità di business. Tre semplici (sulla carta) ricette che promettono a Intesa un futuro da deader europeo nel Wealth Managemente Protection, da raggiungere con un modello di business unico e grazie alle risorse principali: le persone e una piattaforma digitale all’avanguardia». Riguardo agli Npl (tema spinoso sul quale Messina non ha risparmiato frecciate né alla sorveglianza Bce, né ad altri «colleghi» italiani come si legge a fianco) la promessa è di dimezzare l’ammontare lordo a 264 miliardi e quello netto a 1,2 miliardi, con un’incidenza rispetto al totale dei crediti rispettivamente del 55% e del 2,9 per cento. Un obiettivo, quest’ultimo, da conseguire premendo anzitutto sull’attività di recupero, grazie all’ulteriore rafforzamento della piattaforma di servicirg (da trasferire in una NewCo per cui si cerca anche una partnership con un operatore industriale) e alla creazione diPulse (unità interna per la gestione degli impiegati ai primi stadi). Non si escludono eventuali ulteriori cessioni di pacchetti di crediti deteriorati, «ma solo-ha avvertito Messina- se avverranno al valore di libro, perché non vogliamo arricchire i fondi diprivade equity». La razionalizzazione dei costi non si poggia soltanto sulle 9mila uscite volontarie entro giugno 2020 (bilanciate in parte da 1.650 assunzioni) e sulla riconversione di 5mila persone verso attività a maggior valore aggiunto, ma abbraccia anche il patrimonio immobiliare (si veda in basso) e la riduzione delle entità giuridiche. Dodici fra banche reti e società prodotto verranno infatti incorporate in Intesa Sanpaolo e, sempre in tema di semplificazione, si convertiranno le azioni risparmio in ordinarie con il rapporto di uno a 1,04 «Siamo l’unica grande banca europea che ancora le mantiene», ha tagliato corto Messina Sul fronte dei ricavi l’obiettivo dichiarato ieri è da una parte diventare il numero uno in Italia nell’assicurazione retail non-motor, dall’altra progredire ulteriormente nel settore Wealth Management, dove si progetta un’espansione in Cina con l’obiettivo di raccogliere 8 miliardi entro il 2021 soprattutto si è pronti a considerare una partnership con un operatore industriale globale. Messina non si è voluto sbilanciare su possibili nomi, ma ha auspicato la conclusione dell’operazione «nel corso de1 2018». Un capitolo intero del piano viene invece dedicato alla responsabilità sociale, nel segno dell’impegno di Giovanni Bazoli: l’obiettivo è divenire un modello di riferimento come impact bank «costituendo un’unità specializzata nella gestione proattiva e nella valorizzazione delle oltre 20 mila opere del nostro patrimonio». E sempre in tema di responsabilità sociale «lanceremo lo strumento Isp Fund for Impact di 250 milioni in modo da consentire l’erogazione di prestiti per 1,2 miliardi di euro a categorie con difficoltà di accesso al credito», ha annunciato Messina. Il legame con l’Italia rimane del resto profondo, nel bene e nel male: la situazione del nostro Paese, e una imprevista nuova recessione, resta da sfida principale per la realizzazione dell’intero piano». «Se l’ad Carlo Messina continuerà ad avere la sensibilità e l’attenzione fin qui dimostrate verso il personale, il nuovo piano potrà avere successo e la nostra condivisione», ha commentato il segretario generale Fabi, Lando Maria Sileoni.

 

 

 

AFFARITALIANI.IT 06/02/2018

Banca Intesa, Sileoni (Fabi): “Con il piano il gruppo inaugura nuova stagione”

“La volonta’ di non assumere rischi sui crediti, se non in misura fisiologica, una profonda riorganizzazione digitale insieme alla focalizzazione del core business verso l’attivita’ commerciale e l’utilizzo di risorse interne di personale per lo sviluppo di nuove attivita’, attraverso una profonda riconversione, dovrebbero garantire ‘utili’ significativi al Gruppo Intesa. D’altronde e’ evidente la ripresa dei profitti nell’intero settore bancario italiano”. Cosi’il segretario generale Fabi, Lando Maria Sileoni, a margine della presentazione del Piano Industriale di Intesa Sanpaolo. “Se l’Amministratore Delegato Carlo Messina continuera’ ad avere la sensibilita’ e l’attenzione fin qui dimostrate verso il personale, il nuovo Piano industriale potra’ avere successo e la nostra condivisione. “E’ chiaro – spiega – che siamo di fronte ad un importante cambiamento organizzativo che va dalla specializzazione del personale ad una maggiore e piu’ radicale consulenza ed assistenza verso i territori. Servira’ conseguentemente un management all’altezza, una modalita’ di approccio al sindacato piu’ accurata, piu’ approfondita e piu’ professionale come quella di oggi che e’ stata apprezzata dalla nostra delegazione e, soprattutto, il coinvolgimento di tutto il personale e delle stesse Organizzazioni sindacali. La digitalizzazione dovra’ diventare una nuova occasione per la creazione di nuovi posti di lavoro”, ha concluso Sileoni.

 

 

MF-DJ NEWS

Per il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, il piano industriale di Intesa Sanpaolo inaugura una nuova stagione per il settore bancario. “La volonta’ di non assumere rischi sui crediti una profonda riorganizzazione digitale insieme alla focalizzazione del core business verso l’attivita’ commerciale e l’utilizzo di risorse interne di personale per lo sviluppo di nuove attivita’, attraverso una profonda riconversione, dovrebbero garantire utili significativi al Gruppo Intesa “, spiega in una nota Sileoni. “Se l’a.d. Carlo Messina continuera’ ad avere la sensibilita’ e l’attenzione fin qui dimostrate verso il personale, il nuovo Piano industriale potra’ avere successo e la nostra condivisione”, prosegue il leader sindacale. “E’ chiaro che siamo di fronte a un importante cambiamento organizzativo che va dalla specializzazione del personale ad una maggiore e piu’ radicale consulenza ed assistenza verso i territori. Servira’ conseguentemente un management all’altezza, una modalita’ di approccio al sindacato piu’ accurata, piu’ approfondita e piu’ professionale come quella di oggi che e’ stata apprezzata dalla nostra delegazione e, soprattutto, il coinvolgimento di tutto il personale e delle stesse Organizzazioni sindacali. La digitalizzazione dovra’ diventare una nuova occasione per la creazione di nuovi posti di lavoro”, ha concluso Sileoni.

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