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INTESA SANPAOLO, ARRIVANO 1500 NUOVE ASSUNZIONI

di Redazione

Grazie all’accordo sottoscritto stanotte con i sindacati, via libera a 3500 nuove uscite volontarie e all’assunzione a tempo indeterminato di 1500 giovani. Sileoni: “Ecco i numeri degli accordi. Nessun licenziamento”

È stato firmato alle tre di stanotte l’accordo tra Intesa Sanpaolo e sindacati sulle ulteriori 3549 uscite di personale entro il 2020, aggiuntive rispetto alle 4mila già concordate a seguito della fusione con le banche venete.
 
L’accordo prevede anche un robusto piano di assunzioni a tempo indeterminato. Saranno così assunti stabilmente nel gruppo 1500 giovani, di cui una cinquantina precari già in servizio presso la banca.
 
Nell’ambito di queste 1500 assunzioni, 500 avverranno attraverso contratto misto in parte da promotore finanziario e in parte da dipendente, a seguito di un percorso di formazione ad hoc.
 
Su richiesta del lavoratore sarà possibile, dopo due anni, convertire il Contratto da misto a full time.
 
“Questo accordo scongiura le uscite obbligatorie e garantisce nuova occupazione stabile, con un occhio di riguardo per i precari e per quelle aree del Paese dove più elevato è il tasso di disoccupazione. Le nuove assunzioni sono state oggetto di una dura trattativa con le organizzazioni sindacali, che fino all’ultimo hanno preteso e ottenuto che le uscite, imposte dalla BCE, fossero volontarie e venissero compensate da nuovi ingressi di giovani in banca”, commenta a caldo Roberto Aschiero, Coordinatore Intesa Sanpaolo della FABI, sindacato di maggioranza dei bancari.
 
Per quanto riguarda le assunzioni, particolare attenzione sarà riservate al Sud Italia, alle aree geografiche svantaggiate e alle categorie protette, con apertura anche ai nuovi mestieri.
 
Le uscite avverranno tutte su base volontaria, attraverso il Fondo esuberi, l’ammortizzatore sociale di categoria, e riguarderanno i lavoratori che matureranno i requisiti pensionistici entro il 31 dicembre 2023. Previste due finestre d’uscita: una al 31 dicembre 2019 e un’altra al 30 giugno 2020, oltre a quelle già fissate dal precedente accordo.
 
A margine della firma dell’accordo, è intervento sulla vertenza anche il Segretario Generale della FABI, precisando quanto segue.
 
“Alle tre di questa notte è stato siglato l’ultimo accordo dell’anno 2017 che riguarda il Gruppo Intesa e l’integrazione delle due ex banche venete. Per chiarezza e trasparenza riepiloghiamo gli accordi precedentemente sottoscritti.
 
1)    In base all’accordo sottoscritto il primo febbraio del 2017, circa 1500 lavoratori(esattamente 1448) sono usciti e usciranno attraverso pensionamenti volontari con un incentivo economico pari al 75% di un’annualità
 
2)    Il 13 luglio del 2017 sindacati e banca Intesa hanno concordato 1000 prepensionamenti volontari per le due ex banche venete (Popolare di Vicenza e Veneto banca), mentre il regolatore, la Bce, nelle due banche venete chiedeva 4mila esuberi
 
 
3)    Il 12 ottobre del 2017 i 3000 esuberi mancanti chiesti dalla Bce per le due venete sono stati recuperati sotto forma di prepensionamenti volontari per i lavoratori del gruppo Intesa, attraverso un apposito accordo sindacale. Le domande pervenute, però, sono state oltre il doppio, in quanto sono pervenute altre 3500 richieste di prepensionamenti
 
4)    Il 15 novembre del 2017 i sindacati e l’azienda hanno raggiunto un accordo per l’uscita obbligatoria per queidirigenti delle due ex venete che matureranno il diritto alla pensione entro il 2023, nell’ambito di un accordo di armonizzazione e integrazione economica delle due ex venete in Intesa. I dirigenti interessati sono 40.
 
 
5)    Il 21 dicembre 2017 alle ore 3 di notte sindacati ed azienda hanno accolto le domande di esodo degli ulteriori 3500 lavoratori che ne avevano fatto richiesta.
 
Nell’accordo del 21 dicembre 2017 sono state, poi, concordate 1500 assunzioni a tempo indeterminato: 1000 con contratto full time da dipendente, 500 con contratto misto (metà da promotore finanziario e metà da dipendente). Su richiesta del lavoratore sarà possibile convertire il rapporto di lavoro da misto a full time dopo due anni.
 
6)    Le uscite avverranno tutte su base volontaria attraverso il fondo esuberi, l’ammortizzatore sociale di categoria, e riguarderanno i lavoratori che matureranno i requisiti pensionistici entro il 31 dicembre 2023. Sono previste due ulteriori finestre d’uscita: una al 31 dicembre 2019 e un’altra al 30 giugno 2020.
 
7)    Sono state scongiurate, quindi, uscite obbligatorie e licenziamenti e garantite nuove assunzioni nonostante i vincoli imposti dalla Bce rispetto all’integrazione delle due ex venete.
 
8)    Saranno, anche, confermati a tempo indeterminato tutti i lavoratori in servizio a tempo determinato.”
 
 

Milano 21/12/2017

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