Fondamentale il ruolo del sindacato. Sileoni: “Vigilare sempre per la corretta gestione delle banche o sarà la fine”
Congresso FABI di Ragusa a Chiaramonte Gulfi. Perché?
Perché qui un “incendio doloso ha distrutto un’importante risorsa del territorio e i cittadini ne pagano le conseguenze, perché perdono un polmone, uno splendido paesaggio, una fonte di buona occupazione, un pezzo della loro storia”.
Così l’incipit della relazione introduttiva, tenuta da Paola Corallo, segretaria provinciale.
Gianni Di Gennaro, coordinatore uscente, aveva rivolto solo un saluto ai partecipanti ed al Segretario generale, Lando Maria Sileoni, che sta attraversando in lungo e in largo l’Italia per garantire la presenza del maggior sindacato dei bancari anche nella provincia più profonda.
Che cosa c’entra l’incendio di un bosco con le banche e la crisi che le scuote?
“In Toscana, in Veneto, nelle Marche, in Puglia, dove alcune banche sono fallite o sono in procinto di fallire non c’è stata la violenza delle fiamme, ma sono state altrettanto dolorosamente disperse importanti risorse del territorio e tutti gli stakeholder ne stanno pagando le conseguenze”.
Si è fatto il possibile per limitare il danno per le vittime, che fossero gli incolpevoli lavoratori bancari o gli ignari risparmiatori.
Bene ha fatto il sindacato a lottare strenuamente perché fossero mantenuti i livelli occupazionali e difeso il risparmio tradito, ruoli spesso coincidenti.
“Noi oggi abbiamo il privilegio di avere tra noi, Lando Maria Sileoni, il protagonista di questa strenua battaglia, ma permane una profonda amarezza perché le responsabilità, le logiche scellerate che hanno portato a questo scempio, rimangono nebulose, indefinite e, quindi, impunite”.
Bene ha fatto il sindacato a lottare strenuamente perché fossero mantenuti i livelli occupazionali e difeso il risparmio tradito e bene ha fatto a denunciare che in una società interconnessa le azioni di un singolo individuo o azienda inevitabilmente hanno conseguenze per tutti gli altri. “Questo significa che devono essere messi a punto sistemi di regolamentazione e che coloro che causano danni ad altri o ai territori devono essere chiamati a risponderne, senza eccezioni”.
Il Segretario Generale, nel suo intervento, ha confermato la profonda crisi delle banche che, “incredibilmente, in taluni casi, chiedono ai bancari di trasformarsi in tanti Fantozzi”.
Il riferimento è al video virale che gira sui social, in cui alcuni sprovveduti colleghi sono costretti a fare gli attori per mostrare il loro attaccamento alla banca, nel maldestro tentativo di recuperare la credibilità di istituti bancari che l’hanno persa.
Colpa dei colleghi? In parte sì, anche se la responsabilità maggiore è di dirigenti che non si peritano di gettare i bancari e la loro stessa banca nel ridicolo. Signori strapagati, che dimostrano quanto poco contino per loro le persone e che meriterebbero d’essere cacciati.
Poi Sileoni ha lanciato un messaggio chiaro e inequivocabile: “Quando le direzioni delle banche non vi stanno a sentire o, addirittura, vi snobbano, dovete fare la guerra”.
Il leader della maggior organizzazione sindacale del Credito, la FABI, ha usato tutti i mezzi per denunciare le malefatte dei banchieri e per difendere la Categoria e oggi pretende, insomma, che tutta la struttura faccia altrettanto, senza timori e con forte determinazione, perché “siamo rimasti solo noi a difendere i bancari e, se molliamo noi, sarà il disastro”.
Sileoni ha anche voluto sottolineare il ruolo della BCE, l’unico ente superiore che “ha il potere di controllare davvero e condizionare le scelte delle banche, ma che non potrà intervenire in eterno a sostenere la crescita”.
Pertanto, ha concluso il Segretario Generale, “Se le banche non saranno ben gestite, sarà la fine”. quindi, il sindacato – dal Segretario Generale sino alla più piccola Rappresentanza sindacale aziendale – è chiamato a “vigilare, vigilare, vigilare”.
Numerosi applausi hanno sottolineato i passaggi principali dell’intervento di Sileoni, molto apprezzato anche dagli interventi che sono seguiti nel vivace dibattito, che hanno anche richiamato quanto detto da Paola Corallo, nella sua introduzione politica che ha ricevuto l’apprezzamento ed il plauso del Segretario Generale della FABI.
In sintonia con la linea enunciata da Sileoni, la Corallo aveva concluso: “Il nostro dovere non è quello di uno sterile presenzialismo, ma quello di una reale tutela e fedele rappresentanza dei lavoratori. E se ci etichettano come rompiscatole, chissenefrega! Significa che abbiamo fatto il nostro dovere”.
Ragusa, 05/10/2017