Corriere del Veneto Venezia e Mestre, venerdì 29 settembre 2017
Ex popolari, ecco le 47 filiali chiuse dall’8 dicembre –
Ex popolari, sono 47 le filiali in Veneto, sulle 243, che chiuderanno nel ponte dell’8 dicembre. La novità è emersa ieri in parallelo alla trattativa sindacale sull’integrazione in Intesa Sanpaolo. Dove intanto torna a riaffacciarsi il fantasma dei licenziamenti tra il personale delle ex venete. La polemica è stata sollevata direttamente dal segretario generale della Fabi, Lando Sileoni, che riportando gli esiti dell’incontro tra sindacati e Intesa per gestire le uscite del gruppo, ha denunciato che i rappresentanti di Intesa avrebbero riferito che «i posti di lavoro nelle due ex banche venete potrebbero essere a rischio nel caso in cui non aderissero ai prepensionamenti almeno 3 mila lavoratori su una platea di 7 mila del gruppo Intesa». Sileoni ha chiesto l’intervento dell’amministratore delegato di Intesa, Carlo Messina: «la politica del gruppo, più volte dichiarata dal suo amministratore delegato, non può esser messa in discussione da alcuno. La prossima occasione ci rivolgeremo direttamente alla magistratura del lavoro e alla magistratura ordinaria». Nel mirino le dichiarazioni del capo del personale Alfio Filosomi: «Non c’era nessun motivo per parole del genere – chiude Sileoni -. Non si può per tattica giocare con le persone». La trattativa, che riprenderà il 4 ottobre, secondo quanto riportato dai sindacati, ha allargato le uscite per i tremila esuberi nel perimetro di Intesa a chi maturerà i requisiti fino a fine 2023. Sul fronte della integrazione delle ex venete, sarà formata da 1.600 persone la task force di sostegno alle filiali in migrazione dai giorni precedenti l’8 dicembre fino a inizio gennaio. Da ottobre il personale ex venete avrà accesso ad una piattaforma per l’addestramento su simulatori. Intanto è stato definito l’elenco del primo lotto di filiali che chiuderà l’8 dicembre: 243 totali, a cui potrebbero aggiungersene altre 50. In Veneto sono 47. Risparmiate per ora le province di Belluno, Padova e Rovigo, interventi limitati a Treviso, Vicenza e Verona, il grosso delle chiusure, 37, sarà in provincia di Venezia. Qui saranno accorpate, e destinate a filiali Intesa-Carivenezia, gli sportelli ex Bpvi di Bibione, Caorle, Cinto Caomaggiore, Dolo, Jesolo, Martellago, Meolo, Mestre via Rondina, Mestre via Ca’ Marcello, Mirano, Noale, Portogruaro, San Donà di Piave, San Michele al Tagliamento, Sottomarina, Stra, Venezia Calle Goldoni, Venezia Rialto, Venezia Santa Croce. Stessa sorte, e sempre accorpamenti in filiali Intesa Carivenezia, per le filiali ex Veneto Banca di Cavarzere Boscochiaro, Sottomarina, Dolo, Jesolo, Marghera, Mestre via Einaudi, Mestre Piazza Barche, Mira, Noale, Portogruaro, San Donà di Piave, Santa Maria di Sala, Scorzé, Spinea, Venezia Campo Manin, Carpendo, Venezia Dorsoduro, Venezia Murano. Nel Trevigiano accorpate 6 Migli: le ex Bpvi di Cavaso del Tomba (nella Veneto Banca di via Marconi) e Treviso 2 (nella Veneto Banca di viale della Repubblica), e quelle ex Veneto Banca di Col San Martino (a Bpvi via Giarentine), Paese (in Bpvi via Postumia) , Sernaglia della Battaglia (in Bpvi piazza Martiri), Treviso Santa Bona (in Veneto Banca via Repubblica). In provincia di Vicenza accorpate le filiali ex Veneto Banca di Bassano (in quella ex Bpvi viale Giraldi), la ex Bpvi di Termine di Cassola (all’ex Veneto Banca in viale Venezia) e la ex Veneto Banca Vicenza S. Felice (nella ex Bpvi Vicenza i Santi Felice e Fortunato). A Verona solo la ex Bpvi di Bovolone, accorpata all’ex Veneto Banca.
Corriere della Sera, venerdì 29 settembre 2017
Sussurri & Grida – Per le tre Casse scatta (dopo sei mesi) l’ora del salvataggio – f.mas.
(.mas.) Dopo sei mesi di tavoli Credit Agricole firma oggi l’accordo quadro per rilevare Cr Cesena, Rimini e San Miniato ricapitalizzate dal Fitd con oltre 50o milioni. Resta il nodo «bad bank», quasi 3 miliardi di npl lordi (1,3 netti): oltre Zoo milioni, non cartolarizzati, sono stati offerti a operatori del settore tra cui Algebris. Atlante 2, con apporti da Intesa Sanpaolo (Isp), Unicredit, DoBank, Sga, Poste, Cdp e Agricole prenderà la quota mezzanina e il Fitd la junior. E prosegue il fronte sindacale in Veneto Banca e Pop.Vicenza: «Il responsabile relazioni sindacali di Isp minaccia di licenziare» nelle ex venete se non aderiranno «ai prepensionamenti almeno tremila lavoratori» di Intesa sui 7 mila interessati, denuncia Lando Maria Sileoni (Fabi) chiedendo al ceo Carlo Messina il rispetto degli accordi. Ieri comunque la banca ha accolto la richiesta di estendere al 2023 i prepensionamenti.
Eco di Bergamo, venerdì 29 settembre 2017
EX BANCHE VENETE Esuberi, si allarga la platea delle uscite – …
Esuberi, si allarga la platea delle uscite Intesa Sanpaolo ha accolto la richiesta dei sindacati di allargare il «perimetro», inizialmente previsto dall’accordo del 13 luglio, a coloro che maturano i requisiti pensionistici entro il 31 dicembre 2023, al fine di garantire una platea sufficientemente ampia per raggiungere il necessario numero delle 3.000 uscite prevista dall’autorità di vigilanza». È quanto emerge da una nota di della delegazione trattante composta da Fabi, First-Cisl, Fisac-Cgil, Uilca e Unisin. I sindacati hanno incontrato ieri i rappresentanti di Intesa Sanpaolo per discutere dell’integrazione delle ex banche venere e sulle modalità delle 3.000 uscite del perimetro del gruppo Intesa Sanpaolo. Gli incontri proseguiranno il 4 ottobre prossimo. ***
Giornale, venerdì 29 settembre 2017
Intesa Sanpaolo Più tempo per trovare i 3mila esuberi – …
Intesa Sanpaolo – dicono i sindacati in una nota congiunta – allarga il perimetro dei prepensionamenti per l’acquisto di Pop Vicenza e Veneto Banca a chi ha i requisiti entro il 2023. Intesa – ha detto Lando Sileoni della Fabi – «minacciava» licenziamenti in mancanza di 3mila uscite volontarie. ***
Giornale di Vicenza, venerdì 29 settembre 2017
Il piano di Intesa per la chiusura delle filiali ex BpVi In Veneto sono 47 – Intesa, c’è il piano
Roberta Bauman
Avanza come un caterpillar il piano di riorganizzazione di Intesa Sanpaolo delle ex Popolari venete. Si parte con la chiusura delle prime 243 filiali il 7 dicembre: 47 di queste sono in Veneto (nel grafico), 3 nel Vicentino. A Bassano la filiale ex Veneto Banca di via Diaz verrà accorpata con la ex BpVi in via Pecori Girardi. Un altro taglio avverrà a Cassola tutto in casa BpVi: Termine verrà accorpata a San Giuseppe, pochi numeri civici a distanziarle. Infine nel capoluogo: in Corso San Felice Fortunato l’ex Veneto Banca al civico 118 verrà accorpata nei due piani di BpVi al civico 145, immobile di proprietà. Per ora il piano risparmia Vicenza e in definitiva anche il Veneto, in attesa dei nuovi tagli previsti agli inizi del 2018 fino a 600 filiali. La maggioranza delle chiusure per ora avviene in Lombardia, soprattutto tra Milano e provincia. L’integrazione informatica con Intesa che avverrà il ponte dell’Immacolata coinciderà con l’accorpamento delle prime 243 filiali, a cui potrebbero aggiungersene altre 50 in corso di valutazione. L’articolazione a quanto si è potuto apprendere corre lungo due binari: delle 243 filiali, 227 agenzie di BpVi e Veneto Banca, verranno accorpate su filiali già Intesa Sanpaolo e 119 di queste rimarranno «temporaneamente» come «sportelli distaccati». Per 16 filiali invece, sempre in questa prima fase, si tratterà di un accorpamento tra BpVi e Veneto Banca e 4 di queste verranno trasformate in sportelli distaccati. INTEGRAZIONE. Grande attesa c’è poi sulla parte informatica: le due banche venete devono adeguare i loro sistemi con quelli di Intesa. Dalla prossima settimana 1.600 dipendenti di Intesa affiancheranno i colleghi delle ex Popolari in preparazione al passaggio. Ma se l’integrazione informatica alla fine è una questione tecnica, pur delicata, la riorganizzazione degli sportelli è tema che tocca più da vicino il personale. Di fatto con 2 filiali su 3 accorpate si ipotizza che tutti potranno essere chiamati in causa su possibili trasferimenti e cambio di mansioni. Tutti temi oggetto di trattativa che proseguirà tra Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Ugl credito, Uilca, Unisin con Intesa Sanpaolo e che ieri ha vissuto un nuovo passaggio. USCITE Gran parte del confronto a Milano verteva di fatto ieri sui tremila prepensionamenti di Intesa che ad un certo punto sembravano essere diventate un affare diretto anche di BpVi e Veneto Banca. Il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, nel pomeriggio denunciava il responsabile delle relazioni sindacali di Intesa Alfio Filosomi: «Ha minacciato di licenziare i lavoratori di BpVi e Veneto Banca dicendo che, se non aderiscono ai prepensionamenti al meno 3 mila lavoratori su una platea di 7 mila del gruppo Intesa, automaticamente diventerebbero a rischio i posti di lavoro nelle due ex banche venete, non è la politica dichiarata dall’ad Messina». Per poi aggiungere: «Ha detto che era tattica». Fatto sta che, al momento, è stato ampliato il bacino di Intesa Sanpaolo a coloro che maturano i requisiti pensionistici al 31 dicembre 2023 per far sì – annunciano i sindacati – «che la platea sia sufficientemente ampia per raggiungere le 3 mila uscite previste dalle Autorità di Vigilanza». In questo modo, almeno su questo fronte, non ci sarebbe rischio per altre uscite dalle ex venete, oltre alle mille già concordate.
Mf-Milano Finanza, venerdì 29 settembre 2017
Banche venete, avanti il confronto sulle uscite – …
I sindacati del credito hanno chiesto e ottenuto da Intesa Sanpaolo che, nell’ambito della procedura per le 3 mila uscite dal gruppo necessarie per l’integrazione delle due banche venete, il perimetro inizialmente previsto nell’accordo del 13 luglio venga allargato a coloro che maturano i requisiti pensionistici entro il 31 dicembre 2023. Lo riportano le sigle sindacali in una nota, spiegando che questo avviene con il fine di «garantire una platea sufficientemente ampia per raggiungere il necessario numero delle 3 mila uscite previste dalle autorità di vigilanza». La platea è così suddivisa negli anni: 2019 e 2020 circa 2.800 persone, 2021 circa 1.650, 2022 circa 2.250, 2023 circa 1.800. Le uscite saranno scaglionate secondo il criterio di maggiore prossimità al pensionamento. II costo dell’operazione dovrà comunque rientrare nei limiti definiti dal decreto e Intesa Sanpaolo «ha ipotizzato finestre di uscita di massima semestrali a partire dal 31 dicembre 2017 sino al 30 giugno 2019». Intanto il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, riportando gli esiti di un incontro tra sindacati e Intesa per gestire le uscite del gruppo ha denunciato che i rappresentanti di Ca’ de Sass avrebbero riferito che «i posti di lavoro nelle due ex banche venete potrebbero essere a rischio nel caso in cui non aderissero ai prepensionamenti almeno 3 mila lavoratori su una platea di 7 mila del gruppo Intesa». Sileoni ha chiesto l’intervento dell’amministratore delegato di Intesa Carlo Messina. Il segretario della Fabi ritiene inoltre che la politica del gruppo, «più volte dichiarata dal suo amministratore delegato, non possa essere messa in discussione da alcuno e che alla prossima occasione ci rivolgeremo direttamente alla magistratura del lavoro e alla magistratura ordinaria». (riproduzione riservata) ***
Sole 24 Ore, venerdì 29 settembre 2017
In breve – Sileoni: ex Venete, no a licenziamenti – …
La trattativa sull’integrazione delle ex Banche Venete negli ultimi giorni ha portato alle stelle la tensione tra il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni e il capo delle risorse umane di Intesa Alfio Filosomi. Il leader degli autonomi dei bancari in una nota ha spiegato che «Filosomi ha minacciato di licenziare i lavoratori delle due ex banche venete», nel caso di mancato raggiungimento dei numeri previsti dal piano di uscite e chiede all’amministratore delegato Carlo Messina «di prendere provvedimenti nei suoi confronti». Le uscite per il leader della Fabi dovranno essere volontarie. In un comunicato unitario di gruppo Fabi, First, Fisac, Uilca, Unisin e Ugl spiegano che la banca ha inoltre dettagliato la formazione e l’affrancamento previsto per i colleghi delle ex venete che faranno uno stage di 2/3 giorni presso filiali del Gruppo Intesa Sanpaolo e avranno poi dal mese di ottobre l’accesso ad una piattaforma per l’addestramento su simulatori delle procedure. Quanto alle 3mila uscite del perimetro Gruppo Intesa Sanpaolo i sindacati spiegano di aver chiesto che il perimetro inizialmente previsto nell’accordo del 13 luglio venga allargato a coloro che maturano i requisiti pensionistici entro dicembre 2023, al fine di garantire una platea sufficientemente ampia per raggiungere il necessario numero delle 3.000 uscite previste dalle Autorità di Vigilanza. Il confronto ripartirà a inizio ottobre.