Il responsabile delle relazioni sindacali del Gruppo Intesa minaccia di licenziare i lavoratori delle ex banche venete se non si raggiungono i numeri sui prepensionamenti in Ca de Sass, ma Sileoni attacca: “Inaccettabile. Messina intervenga subito”
“Il responsabile delle relazioni sindacali di Banca Intesa Alfio Filosomi minaccia di licenziare i lavoratori delle due ex banche venete.
Siamo al paradosso o al grottesco: il responsabile delle relazioni sindacali del Gruppo ha minacciato questa mattina di licenziare i lavoratori delle due ex banche venete in quanto ha affermato che, nel caso in cui non aderissero ai prepensionamenti almeno 3mila lavoratori su una platea di 7mila nel gruppo Intesa, automaticamente diventerebbero a rischio i posti di lavoro nelle due ex banche venete”.
Questo quanto denunciato oggi da Lando Maria Sileoni, Segretario generale FABI, mentre in Intesa sono in corso le trattative per gestire la seconda tranche di esuberi del piano d’integrazione con le banche venete.
“Chiedo quindi al lungimirante amministratore delegato del Gruppo Carlo Messina”, ha attaccato Sileoni, “se considera ora proprio fedele portavoce il suddetto responsabile delle relazioni sindacali, legittimato ad esprimere al posto suo la posizione ufficiale della Banca. Se così non fosse ci domandiamo se non sia il caso di intervenire per arginare chi evidentemente è abituato a straripare e a debordare nelle proprie esternazioni verbali, dimostrando ancora una volta di non essere all’altezza di gestire complesse e delicate trattative sindacali, che non solo richiedono il buonsenso ma soprattutto capacità professionali e relazionali.
Ritengo che la politica del gruppo, più volte dichiarata dal suo amministratore delegato, non possa essere messa in discussione da alcuno e che alla prossima occasione ci rivolgeremo direttamente alla magistratura del lavoro e alla magistratura ordinaria.
D’altronde, faccio notare che non è certamente la prima volta che il responsabile delle relazioni sindacali combina pasticci rispetto alla gestione del personale nelle due ex popolare di Vicenza e Veneto banca, esercitando tra l’altro un ruolo che non gli compete.
Vale infine la pena ricordare che a fronte di un impegno dello Stato di 4,785 miliardi e di circa 100 milioni per la gestione della mobilità dei lavoratori, i comportamenti del capo delle relazioni sindacali di un gruppo così importante come banca Intesa devono essere adeguati al ruolo e all’importanza storica del gruppo bancario. Una funzione così delicata non può essere svolta da persone inadeguate sia sotto il profilo umano sia sotto l’aspetto professionale”.
Milano 28/9/17