Corriere della Sera, mercoledì 21 giugno 2017
Montepaschi, pronto il piano In uscita il 20% dei dipendenti – De Rosa Federico
Inizia a prendere una forma sempre più concreta il piano di rilancio del Montepaschi, che dovrà essere validato, auspicabilmente entro la fine del mese, dalla Commissione europea. La dimensione della manovra è importante e prevede sacrifici tutt’altro che trascurabili. Per tutti: dai vertici, che guadagneranno meno, ai dipendenti destinati a subire una netta sforbiciata. L’impianto generale del piano è quello su cui la banca senese ha ottenuto all’inizio di giugno un via libera «di principio» della Commissione europea, necessario per l’ingresso dello Stato nel capitale della banca. Nelle ultime settimane sono stati affinati i numeri e, se la tabella di marcia sarà rispettata, entro i primi dieci giorni di luglio l’amministratore delegato Marco Morelli presenterà il nuovo piano al mercato. Il sacrificio maggiore riguarderà i dipendenti. Per portare i costi a una soglia sostenibile, come richiesto da Bruxelles, il piano prevederebbe la chiusura di 350-400 filiali (su 2.100 totali) e l’uscita dal Montepaschi di poco meno di 5.000 dipendenti (dovrebbero essere 4.80o) in Italia e di altri 700 nelle filiali estere. Si tratta del 20% della forza lavoro. Anche se gli esuberi verrebbero gestiti attraverso i prepensionamenti volontari, a Siena è già scattato l’allarme. Ieri il governatore della Toscana, Enrico Rossi, ha ricordato di aver «costituito un osservatorio e fatto incontri coi sindacati» e la prossima settimana «parleremo con dati precisi, esprimendo una posizione netta e chiara a difesa del lavoro, dei lavoratori e di un processo di riorganizzazione che non penalizzi i territori». A stretto giro il leader della Fabi, il sindacato autonomo dei bancari, Lando Maria Sileoni ha replicato prima facendo notare a Rossi che «tutti gli osservatori in Italia funzionano sempre poco o niente» e poi chiedendo «dove stava negli ultimi 15 anni, quando era consigliere e assessore alla Regione Toscana, e quanti osservatori è riuscito a creare quando il gruppo Mps era gestito in maniera impropria e irresponsabile?». I sacrifici tuttavia non saranno solo per i dipendenti. Le regole per l’ingresso dello Stato prevedono una formula per calcolare gli stipendi dei vertici, parametrandoli a quelli dei dipendenti. Secondo questo calcolo Morelli andrà a guadagnare 42o mila euro lordi l’anno, omnicomprensivi. Il manager, che per «soccorrere» Siena ha lasciato la guida di Merrill Lynch in Italia ricevendo 3oo mila euro di compensazione, lo scorso anno aveva ricevuto complessivamente 1,4 milioni di euro. Il nuovo stipendio è quindi un terzo di quello vecchio. La soglia vale anche per i top manager, ai quali verrebbe corrisposta una retribuzione media di circa 300-320 mila euro lordi. Nel piano rientra anche la cessione di 26 miliardi di sofferenze, per le quali si erano fatti avanti Atlante insieme a Fortress e Fonspa. Queste ultimi due si sono però ritirate e ora resta in pista solo il fondo gestito da Quaestio, con il quale dovrebbe arrivare la chiusura entro il 28 giugno. Una volta incastrati tutti i tasselli il piano dovrà tornare a Bruxelles per la validazione ufficiale, attesa per la prima settimana di luglio.
Corriere di Arezzo 21 giugno 2017
“Tutte le trattative nell’ufficio del presidente Rossi” – …
ROMA “Ora i lavoratori bancari di Mps stanno tutti più tranquilli. Finalmente è sceso in campo il Presidente della regione Toscana, Enrico Rossi. Chiederò personalmente alla banca, all’Abi, alla Commissione europea e alla Bce di concedere l’autorizzazione per svolgere tutte le trattative nel suo ufficio, al primo piano di Piazza del Duomo 10, a Firenze; in forza anche del fatto che ha creato un osservatorio che, come tutti gli osservatori in Italia, ha funzionato sempre poco o niente”. Così Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, il principale sindacato dei bancari, ha risposto al presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, che ha dichiarato di aver costituito un osservatorio a tutela dei lavoratori del Gruppo Mps, in vista della presentazione del nuovo piano di ristrutturazione previsto a fine giugno e dei 5-6mila esuberi ipotizzati. “Magari la sua proposta servirà a racimolare qualche voto per chi ancora abbocca all’amo – ha aggiunto Sileoni – piuttosto ci dica, Rossi, dove stava negli ultimi 15 anni, quando era consigliere e assessore alla Regione Toscana, e quanti osservatori è riuscito a creare quando il gruppo Mps era gestito in maniera impropria e irresponsabile. Caro Presidente, niente di personale né di politico: la Fabi è stata sempre distante dai partiti, anzi accetto con entusiasmo la sua proposta, così anche lei riuscirà ad assumersi le sue responsabilità. Tutte le trattative nel suo ufficio”.
Corriere di Rieti, mercoledì 21 giugno 2017
“Tutte le trattative nell’ufficio del presidente Rossi” – …
ROMA “Ora i lavoratori bancari di Mps stanno tutti più tranquilli. Finalmente è sceso in campo il Presidente della regione Toscana, Enrico Rossi. Chiederò personalmente alla banca, all’Abi, alla Commissione europea e alla Bce di concedere l’autorizzazione per svolgere tutte le trattative nel suo ufficio, al primo piano di Piazza del Duomo 10, a Firenze, in forza anche del fatto che ha creato un osservatorio che, come tutti gli osservatori in Italia, ha funzionato sempre poco o niente”. Così Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, il principale sindacato dei bancari, ha risposto al presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, che ha dichiarato di aver costituito un osservatorio a tutela dei lavoratori del Gruppo Mps, in vista della presentazione del nuovo piano di ristrutturazione previsto a fine giugno e dei 5-6mila esuberi ipotizzati. “Magari la sua proposta servirà a racimolare qualche voto per chi ancora abbocca all’amo – ha aggiunto Sileoni – piuttosto ci dica, Rossi, dove stava negli ultimi 15 anni, quando era consigliere e assessore alla Regione Toscana, e quanti osservatori è riuscito a creare quando il gruppo Mps era gestito in maniera impropria e irresponsabile. Caro Presidente, niente di personale né di politico: la Fabi è stata sempre distante dai partiti, anzi accetto con entusiasmo la sua proposta, così anche lei riuscirà ad assumersi le sue responsabilità. Tutte le trattative nel suo ufficio”.
Corriere di Siena 21/06/2017
“Tutte le trattative nell’ufficio del presidente Rossi” – …
ROMA “Ora i lavoratori bancari di Mps stanno tutti più tranquilli. Finalmente è sceso in campo il Presidente della regione Toscana, Enrico Rossi. Chiederò personalmente alla banca, all’Abi, alla Commissione europea e alla Bce di concedere l’autorizzazione per svolgere tutte le trattative nel suo ufficio, al primo piano di Piazza del Duomo 10, a Firenze; in forza anche del fatto che ha creato un osservatorio che, come tutti gli osservatori in Italia, ha funzionato sempre poco o niente”. Così Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, il principale sindacato dei bancari, ha risposto al presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, che ha dichiarato di aver costituito un osservatorio a tutela dei lavoratori del Gruppo Mps, in vista della presentazione del nuovo piano di ristrutturazione previsto a fine giugno e dei 5-6mila esuberi ipotizzati. “Magari la sua proposta servirà a racimolare qualche voto per chi ancora abbocca all’amo – ha aggiunto Sileoni – piuttosto ci dica, Rossi, dove stava negli ultimi 15 anni, quando era consigliere e assessore alla Regione Toscana, e quanti osservatori è riuscito a creare quando il gruppo Mps era gestito in maniera impropria e irresponsabile. Caro Presidente, niente di personale né di politico: la Fabi è stata sempre distante dai partiti, anzi accetto con entusiasmo la sua proposta, così anche lei riuscirà ad assumersi le sue responsabilità. Tutte le trattative nel suo ufficio”.
Corriere di Viterbo 21/06/2017
“Tutte le trattative nell’ufficio del presidente Rossi” – …
ROMA “Ora i lavoratori bancari di Mps stanno tutti più tranquilli. Finalmente è sceso in campo il Presidente della regione Toscana, Enrico Rossi. Chiederò personalmente alla banca, all’Abi, alla Commissione europea e alla Bce di concedere l’autorizzazione per svolgere tutte le trattative nel suo ufficio, al primo piano di Piazza del Duomo 10, a Firenze, in forza anche del fatto che ha creato un osservatorio che, come tutti gli osservatori in Italia, ha funzionato sempre poco o niente”. Così Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, il principale sindacato dei bancari, ha risposto al presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, che ha dichiarato di aver costituito un osservatorio a tutela dei lavoratori del Gruppo Mps, in vista della presentazione del nuovo piano di ristrutturazione previsto a fine giugno e dei 5-6mila esuberi ipotizzati. “Magari la sua proposta servirà a racimolare qualche voto per chi ancora abbocca all’amo – ha aggiunto Sileoni – piuttosto ci dica, Rossi, dove stava negli ultimi 15 anni, quando era consigliere e assessore alla Regione Toscana, e quanti osservatori è riuscito a creare quando il gruppo Mps era gestito in maniera impropria e irresponsabile. Caro Presidente, niente di personale né di politico: la Fabi è stata sempre distante dai partiti, anzi accetto con entusiasmo la sua proposta, così anche lei riuscirà ad assumersi le sue responsabilità. Tutte le trattative nel suo ufficio”.
MF-Milano Finanza, mercoledì 21 giugno 2017
Montepaschi, per convincere Bruxelles un piano flessibile sui costi – Il piano Mps diventa flessibile – Gualtieri Luca
Potrebbe essere l’uovo di Colombo per sbloccare un muro contro muro durato mesi. La trattativa tra Mps e DgComp volge ormai al termine e la versione definitiva del piano industriale potrebbe essere approvata dal board della banca senese nella seduta di giovedì 29. Incastrare tutti i tasselli non è impresa facile, soprattutto sul tema del cost/ income a proposito del quale le posizioni sono risultate più distanti. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, l’impasse sarebbe stato parzialmente aggirato introducendo un elemento di flessibilità che consentirà alla banca di porsi obiettivi meno conservativi in fase di partenza. II team guidato da Margrethe Vestager avrebbe infatti concordato con il top management senese guidato dall’amministratore delegato, Manco Morelli, e dal cfo, Francesco Mele, l’introduzione di clausole di salvaguardia, analoghe a quelle previste per le finanze pubbliche. In sostanza Bruxelles potrebbe fare alcune concessioni iniziali alla banca, verificando però con cadenza semestrale l’avanzamento dei lavori. La verifica non sarà compiuta direttamente da personale della Commissione, ma dovrebbe essere affidata a un soggetto terzo (forse una società di revisione di standing internazionale) che scandaglierà con attenzione l’andamento economico dell’istituto senese. La soluzione presenta vantaggi e svantaggi e l’opinione di fonti vicine al tavolo negoziale non è concorde. Se infatti da un lato la presenza di clausole di salvaguardia potrebbe consentire a Mps di strappare condizioni meno penalizzanti sui nastri di partenza, dall’altro lato i controlli periodici potrebbero essere interpretati come un implicito segnale di sfiducia verso la capacità della banca di raggiungere i risultati previsti. In maniera più neutra è possibile che le clausole servano semplicemente per ricalibrare di semestre in semestre gli obiettivi del piano, adattandoli all’evoluzione dei mercati e del business bancario. Come detto, l’aspetto più delicato è quello del cost/income a riguardo del quale Rocca Salimbeni e il team della Vestager hanno discusso a lungo. La partita è molto di più di una questione finanziaria. Non solo per i contraccolpi che potrebbe innescare in una regione-chiave per il governo come la Toscana («Ora i lavoratori bancari di Mps stanno tutti più tranquilli. Finalmente è sceso in campo il presidente della regione Toscana, Enrico Rossi. Chiederò personalmente alla banca, all’Abi, alla Commissione europea e alla Bce di concedere l’autorizzazione per svolgere tutte le trattative nel suo ufficio», ha detto ieri il segretario della Fabi, Lando Maria Sileoni, in polemica con il governatore), ma anche perché contare su una forza lavoro motivata e organizzata è nell’interesse di Morelli. Il banchiere romano è arrivato a Siena nove mesi fa per gestire il salvataggio ma c’è chi ritiene che l’impegno speso nella trattativa potrebbe garantirgli una riconferma dopo l’ingresso del Tesoro. Nel frattempo gli advisor sono al lavoro per definire la cartolarizzazione dei 26 miliardi di non performing loan dopo il brusco passo indietro di Fortress ed Elliott. Mediobanca e Lazard avrebbero sostanzialmente confermato lo schema messo a punto nei mesi scorsi, anche se a questo punto l’impegno di Atlante 2 dovrà essere più oneroso rispetto a quanto previsto inizialmente. Ieri invece Atlante 2 ha raggiunto l’accordo per l’acquisto di 343 milioni del portafoglio di crediti deteriorati di Carife. L’operazione, che si concluderà con la sottoscrizione di titoli da parte del fondo entro il 30 giugno, rende possibile la cessione della banca a Bper. (riproduzione riservata)
La Stampa, mercoledì 21 giugno 2017
Panorama – Polemica tra Fabi e Toscana sugli esuberi di Montepaschi – …
«Ora i bancari di Mps stanno tutti più tranquilli. Finalmente è sceso in campo il presidente della regione Toscana, Enrico Rossi. Chiederò personalmente alla banca, all’Abi, alla Commissione Ue e alla Bce di concedere l’ok a svolgere le trattative nel suo ufficio, al primo piano di Piazza del Duomo 10, a Firenze, in forza anche del fatto che ha creato un osservatorio che, come tutti gli osservatori in Italia, ha funzionato sempre poco o niente». Cosi Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, risponde al presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, che ieri ha detto di aver costituito un osservatorio a tutela dei lavoratori di Mps, in vista della presentazione del piano di ristrutturazione che prevede 5-6mila esuberi.