Il leader della FABI plaude alla proposta del numero uno di Abi di rendere pubblici i nomi dei debitori insolventi e si spinge oltre: “Subito una commissione d’inchiesta per verificare come avvengono le nomine nei cda delle banche. Il 78% delle sofferenza colpa dei vertici”
“Da anni la FABI ha evidenziato che il 78% dei prestiti trasformatisi in sofferenze (186.729 miliardi a settembre 2016, vedi tabella allegata) sono stati deliberati dai vertici degli istituti di credito, ossia dalle direzioni generali, dai consigli di amministrazione e dai consigli di gestione.
In molti casi, soprattutto nelle banche attualmente in difficoltà, si tratta di veri e propri crediti deteriorati frutto di prestiti agli “amici degli amici”, che vengono poi scaricati, nei piani industriali, sui lavoratori in termini di recupero dei costi e di riduzione ed esuberi del personale.
Riteniamo, pertanto, di grande utilità e di grande trasparenza l’iniziativa del Presidente dell’Abi, Patuelli, che chiede una legge per rendere pubblici i nomi dei debitori insolventi nelle banche oggetto di salvataggio statale”.
Così si è espresso Lando Maria Sileoni, Segretario generale della FABI, dopo che il numero di Abi è intervenuto oggi invocando la pubblicazione dei nomi di coloro che hanno ridotto alcune banche sul lastrico, non restituendo quanto prestato.
Sileoni poi si è spinto oltre. “Sarà utile anche accertare eventuali collegamenti tra i grandi debitori e i vertici degli istituti bancari falliti o in crisi”, ha sottolineato, “e tutte le raccomandazioni provenienti dalla politica locale e nazionale che hanno reso possibile la concessione di crediti a questi soggetti.
Più che una commissione d’inchiesta sul settore bancario, servirebbe una commissione d’inchiesta, costituita da personaggi super partes, per verificare e approfondire come vengono sistematicamente compiute le scelte per le nomine nei consigli di amministrazione e di gestione degli istituti di credito”.