Prosegue la trattativa con Abi sul protocollo per la vendita responsabile. Le parti sono ancora distanti sul tema delle sanzioni per le banche inadempienti, ma Sileoni insiste: “L’accordo deve essere realmente esigibile. Basta pressioni commerciali”
“Vogliamo un codice etico sulle vendite dei prodotti finanziari realmente esigibile che contempli forme preventive in sede aziendale e di gruppo per evitare abusi da parte delle banche, a tutela di clienti e lavoratori. Auspichiamo che l’ABI imposti con i sindacati un confronto all’insegna del pragmatismo, della concretezza e della lungimiranza politica, per arrivare a un accordo che non rimanga lettera morta ma sia che sia applicato senza distinzione in tutti gli istituti italiani.
Questo codice dovrà diffondere una nuova cultura nelle aziende per mettere fine alle intollerabili pressioni commerciali, di cui sono state vittime fino a oggi i lavoratori. Il sistema incentivante dovrà essere legato a obiettivi a medio lungo termine, non basati sulla mera vendita ma sulla qualità del servizio reso alla clientela.
Sarà necessario che il protocollo sia condiviso con le Organizzazioni Sindacali e che funga da concreto deterrente e prevenga, con il coinvolgimento attivo dei lavoratori, l’adozione di comportamenti scorretti nei confronti dei risparmiatori e degli stessi dipendenti. A tal fine abbiamo chiesto all’ABI d’istituire una commissione nazionale, e non un osservatorio come inizialmente proposto dalle banche, con potere contrattuale d’intervento, che vigili sul rispetto del protocollo medesimo”.
Così è intervenuto Lando Maria Sileoni, Segretario generale della FABI, durante l’incontro che si è svolto oggi a Roma tra il capo delegazione sindacale dell’Abi, Eliano Omar Lodesani, e le segreterie nazionali dei sindacati del credito.
Prosegue, dunque, la trattativa sul protocollo sulle vendite responsabili iniziato a settembre e fortemente voluto dai sindacati per definire regole condivise a tutela di lavoratori e clientela, dopo le recenti vicende di risparmio tradito.
Le posizioni tra le parti non sono ancora arrivate a una sintesi. La distanza maggiore si rileva sul tema delle sanzioni, che l’Abi sarebbe restia a definire.
Aperture invece si sono registrate su altri argomenti come l’istituzione di una commissione bilaterale che vigili sul rispetto del protocollo e sull’importanza di gestire i comportamenti non in regola coi principi del protocollo medesimo.
Roma 29/11/16