Corriere del Veneto Edizione di Venezia e Mestre
Veneto Banca stringe sulle partecipate Anselmi: «Fusione con Bpvi? Non ora»
Veneto Banca chiude il cerchio sulle partecipate, chiedendo le dimissioni anche al cda di Banca Apulia. E nel primo faccia a faccia con i sindacati, ieri, il presidente Beniamino Anselmi, è tornato ad escludere la fusione con Popolare di Vicenza come prospettiva immediata. Mentre sul fronte giudiziario l’attesa è ancora per la decisione del Tribunale del Riesame di Roma, di fronte alla richiesta dei difensori di Vincenzo Consoli di rimettere in libertà l’ex direttore generale, su quello operativo continua a tappe forzate il programma impostato dal nuovo cda espresso dal Fondo Atlante. Dopo Banca Intermobiliare, la richiesta di dimissioni ai cda delle controllate rivolta per lettera dal presidente Beniamino Anselmi ha raggiunto anche Banca Apulia, dove il board guidato dall’ex presidente del comitato esecutivo Maurizio Benvenuto era stato nominato in aprile dall’assemblea dei soci. La richiesta anche qui è di convocare l’assemblea entro ottobre per nominare un cda espresso dalla nuova gestione. Segue le richieste già fatte anche per le controllate di Albania e Croazia e specie per Bim. Qui il braccio di ferro con il presidente Stefano Ambrosini, predecessore di Anselmi in Veneto Banca nel cda eletto il 5 maggio, sarà risolto nell’assemblea convocata il i8 ottobre. Anselmi avrebbe già fatto partire la lettera di risposta alla missiva con cui Ambrosini aveva contestato la legittimità della richiesta, paventando il rischio di cause. In ballo, vista da Montebelluna, oltre al gradimento per Ambrosini già censurato da Atlante per l’assenza nell’assemblea dell’8 agosto, non c’è solo il diritto di nominare un board da parte di un cda espressione di un socio che detiene il 97,6% delle quote, ma anche il taglio dei costi. Tema su cui Anselmi batte in modo maniacale e su cui pare ben deciso ad andare avanti rispetto ad un cda che costa 600 mila euro l’anno (e almeno no mila euro il presidente). Intanto, mentre nella riunione dell’altro ieri il cda ha incontrato i rappresentanti Bce, l’attesa ora è per la semestrale, a metà mese, e per il nuovo piano industriale affidato all’amministratore delegato Cristiano Carrus, atteso per fine anno. Mentre appare allo stato irrealistico che Atlante possa considerare l’offerta dei fondi americani Atlas, Centerbridge, Warburg Pincus e Baupost, per cedere la maggioranza delle due ex popolari venete che andrebbero fuse. Il miliardo sul piatto già di suo valuta al ribasso gli istituti rispetto ai 2,5 miliardi sborsati da Atlante. Che comunque, lo si è visto con l’aumento di capitale di Veneto Banca, Bce vuole in maggioranza. L’attesa semmai sul piano industriale è per vedere quali spazi troverà l’ipotesi di fusione con Popolare di Vicenza, caldeggiata lunedì dal presidente e dall’amministratore delegato di Bpvi, Gianni Mion e Francesco Iorio. Qui il fuoco di fila dei sindacati è stato anche ieri ad alzo zero, con in campo i leader nazionali. «Sarebbe una iattura – ha sostenuto in una nota Giulio Romani, segretario First Cisl -. Le sovrapposizioni di strutture produrrebbero ricadute solo negative. Non vorrei – ha concluso Romani con un riferimento parso indirizzato al favore per la fusione del governatore Luca Zaia – che, in un Veneto in cui le competizioni politiche si svolgono, sovente, all’ombra dei vigneti, la fusione mescolasse botti di cantine diverse, con l’effetto di produrre vini di scarsa qualità». «Pur nel ruolo dominante di Atlante, non c’è alcun polo veneto da realizzare. Il nostro no a fusioni è netto», ha aggiunto il leader Fisac Cgil, Agostino Megale. «La strada da percorrere – ha chiuso il leader Fabi, Lando Sileoni – è il risanamento. Contrasteremo con ferocia ogni eventuale licenziamento». Sulla fusione è tornato a frenare anche Anselmi nel primo faccia a faccia con i sindacati. «Non si può escludere nulla, ma non è all’ordine del giorno», ha detto, sostenendo che la missione ora è il rilancio commerciale e il taglio di costi e sprechi. «Ho una faccia sola e non ho intenzione di perderla – ha detto il presidente -. Abbiamo intenzione di rivoltare la banca come un calzino. Siamo qui per rilanciarla, non per liquidarla». Anselmi ha dichiarato la volontà di spingere sulle conciliazioni, non ha dato indicazioni sul piano industriale e ha battuto sul voler rilanciare la motivazione della rete (e ieri ha iniziato anche l’annunciato giro delle filiali). E ha incassato un primo giudizio positivo dai sindacati: «L’impressione è di avere cda e presidente competenti. Fa ben sperare sulla ripartenza della banca», ha sostenuto Massimiliano Paglini della Cisl. «Dopo aver ascoltato il presidente – ha concluso Giuseppe Algeri della Fabi – concordiamo che il rilancio di Veneto Banca sia possibile con un maggior rispetto dei colleghi, delle professionalità e riportando al centro le reali esigenze dei clienti». Federico Nicolettl ***
Corriere della Sera 08/09/2016
Veneto-Vicenza. Sindacati contrari alla fusione – …
«No al Polo Veneto, due difficoltà insieme non fanno un valore aggiunto», dice il segretario generale della Fisac Cgil, Agostino Megale, mentre per Lando Sileoni (Fabi) «un’eventuale fusione la pagano solo i lavoratori».
Eco di Bergamo 08/09/2016
Veneto Banca-Vicenza Critiche da First e Fabi – …
«Le ipotesi di fusione tra Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca -passate, presenti o future che siano – attribuite al presidente Mion, sarebbero sotto ogni punto di vista una iattura»: è il giudizio di Giulio Romani, segretario generale First-Cisl. «Le sovrapposizioni di strutture direzionali e di rete, in un territorio che sta soffrendo più di altri degli effetti della recessione produrrebbero ricadute solo negative sia peri dipendenti delle banche, sia per i clienti, in particolare delle imprese che subirebbero gli effetti di un’ulteriore restrizione creditizia». E anche per Lando Maria Sileoni, segretario generale Fabi, «l’iniziativa di una fusione, checchè ne dicano i professionisti dei licenziamenti o i tagliatori di teste, porterà ancora più danno al territorio, alle famiglie e alle imprese. La strada è quella del risanamento. Non ha senso che una fusione venga pagata solo dai lavoratori». ***
Messaggero 08/09/2016
Fabi Sileoni: sarebbe molto dannosa una fusione Veneto Banca-Vicenza – …
«Veneto banca e Popolare di Vicenza aderiscono ad Abi e dovranno quindi rispettare comportamenti, atteggiamenti e iniziative di carattere industriale e sindacale come quelle in essere tra Abi e sindacati». Lo dice Lando Sileoni, segretario generale Fabi, il sindacato di maggioranza dei bancari. «Le due banche hanno rappresentanti sia nel comitato sindacale sia nell’esecutivo Abi e non potranno, quindi, forzare la mano in nessuna situazione. L’iniziativa di fusione porterà ancora più danno». ***
Mf 08/09/2016
I sindacati: una iattura la fusione Veneto-Vicenza – …
«L’ipotesi di fusione tra Banca popolare di Vicenza e Veneto Banca, passate, presenti o future che siano, attribuite al presidente Mion nel corso della conferenza stampa di lunedì scorso, sarebbero sotto ogni punto di vista una iattura». Lo dichiara in una nota Giulio Romani, segretario generale della First Cisl aggiungendo che «le sovrapposizioni di strutture direzionali e di rete, in un territorio che sta soffrendo più di altri degli effetti della recessione produrrebbero ricadute solo negative sia per i dipendenti delle banche sia per i clienti, in particolare delle imprese che subirebbero gli effetti di un’ulteriore restrizione creditizia». Tranchant anche Lando Maria Sileoni, segretario generale Fabi, il sindacato di maggioranza dei bancari: «L’iniziativa di una fusione, checché ne dicano i professionisti dei licenziamenti o i tagliatori di teste, porterà ancora più danno al territorio, alle famiglie e alle imprese. La strada da percorrere è quella del risanamento e deve essere chiaro che contrasteremo con ferocia ogni eventuale licenziamento». ***
ASKANEWS.IT 07/09/2016
Banche, Fabi: fusione Bpvi-Veneto Banca la pagano solo lavoratori – …
Roma, 7 set. (askanews) – L’eventuale fusione tra Veneto Banca e la Banca popolare di Vicenza la pagherebbero “solo i lavoratori”. Lo afferma il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, secondo cui “Veneto Banca e Popolare di Vicenza aderiscono ad Abi e dovranno quindi rispettare comportamenti, atteggiamenti e iniziative di carattere industriale e sindacale come quelle in essere tra Abi e sindacati”. “Le due banche venete – spiega il sindacalista – hanno rappresentanti sia nel comitato sindacale sia nell’esecutivo Abi e non potranno quindi forzare la mano in nessuna situazione, sia per quanto riguarda il rispetto delle previsioni del contratto nazionale sia per il mantenimento dei livelli occupazionali”. “L’iniziativa di una fusione – aggiunge Sileoni – checchè ne dicano i professionisti dei licenziamenti o i tagliatori di teste, porterà ancora più danno al territorio, alle famiglie e alle imprese. La strada da percorrere è quella del risanamento e deve essere chiaro che contrasteremo con ferocia ogni eventuale licenziamento. Non ha senso che una fusione venga pagata solo dai lavoratori”.
BORSAITALIANA.IT 07/09/2016
VENETO BANCA: SILEONI (FABI), EVENTUALE FUSIONE CON VICENZA LA PAGANO SOLO LAVORATORI – …
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) – Milano, 07 set – ‘Veneto banca e Popolare di Vicenza aderiscono ad Abi e dovranno quindi rispettare comportamenti, atteggiamenti e iniziative di carattere industriale e sindacale come quelle in essere tra Abi e sindacati’ Lo dichiara Lando Maria Sileoni, segretario generale Fabi, il sindacato di maggioranza dei bancari. ‘Le due banche venete hanno rappresentanti sia nel comitato sindacale sia nell’Esecutivo Abi e non potranno, quindi, forzare la mano in nessuna situazione sia per quanto riguarda il rispetto delle previsioni del contratto nazionale sia per il mantenimento dei livelli occupazionali. L’iniziativa di una fusione, checche’ ne dicano i professionisti dei licenziamenti o i tagliatori di teste, portera’ ancora piu’ danno al territorio, alle famiglie e alle imprese. La strada da percorrere e’ quella del risanamento e deve essere chiaro che contrasteremo con ferocia ogni eventuale licenziamento. Non ha senso che una fusione venga pagata solo dai lavoratori’.
CORRIERE.IT 07/09/2016
Veneto Banca: Sileoni (Fabi), eventuale fusione con Vicenza la pagano solo lavoratori – …
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) – Milano, 07 set – ‘Veneto banca e Popolare di Vicenza aderiscono ad Abi e dovranno quindi rispettare comportamenti, atteggiamenti e iniziative di carattere industriale e sindacale come quelle in essere tra Abi e sindacati’. Lo dichiara Lando Maria Sileoni, segretario generale Fabi, il sindacato di maggioranza dei bancari. ‘Le due banche venete hanno rappresentanti sia nel comitato sindacale sia nell’Esecutivo Abi e non potranno, quindi, forzare la mano in nessuna situazione sia per quanto riguarda il rispetto delle previsioni del contratto nazionale sia per il mantenimento dei livelli occupazionali. L’iniziativa di una fusione, checche’ ne dicano i professionisti dei licenziamenti o i tagliatori di teste, portera’ ancora piu’ danno al territorio, alle famiglie e alle imprese. La strada da percorrere e’ quella del risanamento e deve essere chiaro che contrasteremo con ferocia ogni eventuale licenziamento. Non ha senso che una fusione venga pagata solo dai lavoratori’.
IT.FINANCE.YAHOO.COM 07/09/2016
Banche, Fabi: fusione Bpvi-Veneto Banca la pagano solo lavoratori – …
Roma, 7 set. (askanews) – L’eventuale fusione tra Veneto Banca e la Banca popolare di Vicenza la pagherebbero “solo i lavoratori”. Lo afferma il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, secondo cui “Veneto Banca e Popolare di Vicenza aderiscono ad Abi e dovranno quindi rispettare comportamenti, atteggiamenti e iniziative di carattere industriale e sindacale come quelle in essere tra Abi e sindacati”. “Le due banche venete – spiega il sindacalista – hanno rappresentanti sia nel comitato sindacale sia nell’esecutivo Abi e non potranno quindi forzare la mano in nessuna situazione, sia per quanto riguarda il rispetto delle previsioni del contratto nazionale sia per il mantenimento dei livelli occupazionali”. “L’iniziativa di una fusione – aggiunge Sileoni – checchè ne dicano i professionisti dei licenziamenti o i tagliatori di teste, porterà ancora più danno al territorio, alle famiglie e alle imprese. La strada da percorrere è quella del risanamento e deve essere chiaro che contrasteremo con ferocia ogni eventuale licenziamento. Non ha senso che una fusione venga pagata solo dai lavoratori”.