IL SOLE 24 ORE sabato 02 aprile 2016
Banche/1. La lista per sostituire Giarda e l’attuale consiglio sarà depositata lunedì – Il ruolo di «traghettatore» verso la fusione col Banco Popolare – Bpm, accordo tra i soci sulla presidenza – Sindacati ed ex dipendenti designano Nicola Rossi – Confermati i vicepresidenti Paoloni e Priori
Sarà Nicola Rossi il candidato alla presidenza del Consiglio di Sorveglianza di Banca Popolare di Milano. A sostenere Rossi è l’asse formato dai sindacati nazionali e dall’associazione dei pensionati che ieri, al termine di una giornata convulsa, hanno trovato un accordo in vista dell’assemblea dei soci del 30 aprile.
Pugliese di Andria, classe 1951, Rossi è professore di economia politica all’Università di Tor Vergata. Figura considerata vicina al Governo (nei mesi scorsi ha contribuito alla riforma delle Bcc) ma nello stesso tempo apprezzata dagli stakeholder per la sua indipendenza, Rossi è stato senatore del Partito Democratico e poi del gruppo misto durante i governi Berlusconi e Monti. Dal 2011 è presidente dell’Istituto Bruno Leoni. La scelta delle diverse anime di Piazza Meda è caduta così su una figura di garanzia, slegata dalle dinamiche interne dell’istituto.
L’accordo tra sindacati e pensionati fa nascere una lista comune che è destinata a raccogliere la maggioranza dei consensi in occasione del rinnovo del Consiglio di Sorveglianza. I nomi della lista verranno depositati entro la mezzanotte di lunedì, ma ieri già circolavano le indicazioni di alcuni dei futuri componenti del Cds (18 in totale). Accanto a Rossi, che prenderà il posto dell’uscente Piero Giarda, nel board verranno riconfermati gli attuali vicepresidenti, ovvero Marcello Priori (in quota Uilca) e Mauro Paoloni (Fabi). Prevista anche la riconferma del notaio Angelo Busani, e il ritorno dell’ex consigliere Alberto Balestreri. Ai sindacati nel complesso andranno 4 componenti, analoga la componente dei Pensionati (tra questi Bellavite Pellegrini, Zanetti, Illa). Piero Lonardi presenterà la lista di minoranza a cui andranno 4 posti. Altri due posti sono in quota ai fondi di investimento, mentre un posto è assegnato alla Fondazione Cr Alessandria.
L’intesa tra i sindacati nazionali e i pensionati è arrivata dopo che è sfumata l’ipotesi di un listone unitario che coinvolgesse soci dipendenti e non dipendenti. Lo schema attorno al quale si era lavorato nel corso degli ultimi giorni prevedeva la nomina a presidente del Cds di Piero Lonardi, attuale capo della minoranza del Cds e storico rappresentante dei soci non dipendenti. Le ritrosie dei soci pensionati (che in assemblea detengono fino a 10 deleghe a testa) alla sua candidatura hanno tuttavia costretto il commercialista milanese a fare un passo indietro per evitare spaccature e spinto le sigle sindacali a ricompattarsi con i Pensionati. Da parte loro, i sindacati, sotto il coordinamento di Lando Sileoni (Fabi) e Massimo Masi (Uilca), dopo un consulto con i palazzi romani, hanno deciso di convergere su un nome nuovo. Da qui la scelta di una figura “terza” come Rossi. Il cui compito sarà anzitutto quello di accompagnare la banca popolare nella delicata transizione verso la forma di Società per azione e, contestualmente, verso la fusione con il Banco Popolare, il cui termine è fissato per il 1° novembre. A breve sono attesi incontri tra il futuro presidente e i vari stakeholder. Resta da capire se il futuro presidente della Sorveglianza di Bpm – che prenderà il posto dell’uscente Piero Giarda – possa ricoprire un ruolo che non sia solo quello di semplice traghettatore. Ancora il tema non è in agenda e nessuno ne ha parlato ufficialmente. Ma a partire da gennaio 2017, nascerà un nuovo Cda “snello” che guiderà Bpm Spa, la banca rete destinata ad operare dopo l’aggregazione con il Banco. In quell’occasione ci sarà da nominare un nuovo Cda: un board “snello”, con 5-7 membri, cui spetterà il presidio della realtà lombarda. .@lucaaldodavi© RIPRODUZIONE RISERVATA Luca Davi
LA STAMPA (ED. NAZIONALE E SU TUTTE LE EDIZIONI LOCALI)
sabato 02 aprile 2016
Rossi verso la presidenza Bpm – Banco, aumento il 7 maggio
FRANCESCO SPINI
MILANO. I soci della Banca Popolare di Milano trovano l’accordo sulla lista di maggioranza per il consiglio di sorveglianza che traghetterà Piazza Meda verso la fusione con il Banco Popolare: il presidente sarà l’economista ed ex senatore Nicola Rossi. Nel frattempo, Verona, il cda ha varato l’aumento da un miliardo di euro richiesto dalla Bce. Sarà sottoposto ai soci nell’assemblea convocata, in seconda battuta, per il 7 maggio. Il prossimo nodo da sciogliere sarà stabilire la quota da destinare a investitori istituzionali e, invece, quanto dare in opzione ai soci: dovrebbe essere attorno al 50%. Ma, come si vede, i tasselli stanno andando a posto. A Milano, in particolare, in vista dell’assemblea che a fine aprile dovrà eleggere il nuovo consiglio di sorveglianza le principali sigle sindacali hanno trovato l’accordo con i rappresentanti dei soci pensionati per una lista unitaria. accordo agevolato anche dal passo indietro di Piero Lonardi, storico rappresentante dei soci non dipendenti (entrato spesso in frizione con gli attuali pensionati) per qualche giorno candidato presidente in pectore. Ora invece Lonardi presenterà una lista propria, con la possibilità concreta di nominare 4 rappresentanti in consiglio. il listone unitario, nato con la regia del segretario della Fabi, Lando Maria Sileoni, è così ricomposto uno strappo che avrebbe potuto mettere in qualche modo a rischio l’integrazione con il Banco. La sorpresa è giunta invece dal nome prescelto per il presidente che andrà a prendere il posto oggi occupato da Piero Giarda. Si tratta di Nicola Rossi, economista già consigliere dei premier Romano Prodi e Massimo D’Alema poi senatore fuoriuscito dal Pd. Raccontano che tra giovedì e ieri da Milano è partito un Sms diretto Oltreoceano, con cui è stato informalmente chiesto il benestare di Matteo Renzi che, puntualmente, è arrivato. Insieme a Rossi – nel consiglio a 17 (più il presidente) di Bpm saranno confermati i vicepresidenti Marcello Priori e Mauro Paoloni. Tra i candidati consiglieri figurano Bellavite Pellegrini, Zanetti, Illa, Busani e Balestreri. Altri 3 (tra cui due donne) saranno scelti entro lunedì tra la società civile. sempre lunedì potrebbe arrivare la lista di Raffaele Mincione, limitata ai due posti riservati ai fondi. Nel mentre, in un’altra ex Popolare, tormentata Vicenza, interviene la Consob. Sarebbe stata la Commissione a chiedere un adeguamento delle competenze nel cda e dunque le dimissioni – poi avvenute – di tre consiglieri: Giorgio Tibaldo, Nicola Tognana e Maurizio Stella.
IL MESSAGGERO (ED. NAZIONALE E SU TUTTE LE EDIZIONI LOCALI)
sabato 02 aprile 2016
Bpm, maxi listone sindacati-pensionati candida Rossi alla presidenza del cds
MILANO. I pensionati sparigliano le carte sul nuovo vertice Bpm, ponendo il veto su Piero Lonardi e minacciando il voto contrario alla fusione con il Banco Popolare. Per ricompattare l’azionariato attorno a un maxi-listone mettendo in sicurezza l’aggregazione sponsorizzata dal governo, i leader di Fabi, Fisac, Fiba, Uilca hanno lasciato agli ex dipendenti la scelta del presidente del nuovo cds: sarà Nicola Rossi, ex senatore del Pd ed economista di Tor Vergata. Rossi dovrebbe poi assumere la presidenza della nuova Bpm spa che nascerà mediante lo scorporo delle filiali lombarde. Il listone sarà rappresentativo di sindacati, pensionati e dei soci non dipendenti guidati da Lonardi. Oltre a questa lista unitaria, entro il termine di lunedì 4, in vista dell’assemblea di sabato 30, dovrebbe essere depositata la lista di Raffaele Mincione: il patron di Athena Capital, primo socio con il 5,7 forte di un parere del giurista Francesco Carbonetti, vuole essere riconosciuto come organismo di investimento collettivo che assicura due posti: capolista, però, non dovrebbe essere il professionista milanese Ezio Simonelli, ma un uomo vicino al finanziere londinese. Per confezionare l’accordo unitario che oltre ad eleggere un presidente espressione dell’intero corpo sociale proteggesse le nozze con il Banco, si sarebbe lavorato di fino nelle ultime ore. Mercoledì 30 Lonardi avrebbe incontrato i pensionati (4 mila iscritti con 10 deleghe a testa) per incassare il loro appoggio. Questi ultimi invece, sono insorti chiedendo sostegno a Lando Sileoni, leader Fabi che ha fatto da regista con il governo tramite Lorenzo Guerini e Giuseppe Fioroni incaricati da Matteo Renzi di seguire la fusione: Sileoni ha confezionato l’accordo su Rossi. Due sere fa a Roma, Guerini e Fioroni avrebbero visto Giuseppe Castagna e in call ci sarebbe stato un collegamento con il premier. Nel listone confermati Mauro Paoloni, Marcello Priori, Alberto Balestrieri, Angelo Busani, Carlo Frascarolo. dim. © RIPRODUZIONE RISERVATA
CORRIERE DELLA SERA (NAZIONALE) sabato 02 aprile 2016
Per l’assemblea – Bpm, i sindacati candidano l’economista Rossi alla presidenza del consiglio di sorveglianza
È l’economista Nicola Rossi il candidato alla presidenza del consiglio di sorveglianza della Popolare di Milano, ora affidata a Piero Giarda, indicato dai sindacati Fabi, Fisac-Cgil, Uilca, First Cisl e dai Pensionati. La decisione è stata presa ieri, mentre la lista unitaria sarà presentata entro lunedì in vista dell’assemblea del 30 aprile. Non è invece stato raggiunto l’accordo per una lista unica con l’associazione soci non dipendenti di Pietro Lonardi. La scelta sul nome del 64enne economista pugliese, ex deputato Ds, è maturata nel corso di alcuni mesi ma la svolta è avvenuta nelle ultime ore, con il leader della Fabi, Lando Maria Sileoni, che ha tenuto i contatti tra ministero dell’Economia governo, sigle sindacali e i ceo di Bpm, Giuseppe Castagna, e di Banco Popolare, Pier Francesco Saviotti, con cui la banca milanese punta a fondersi (Verona ha fissato al 7 maggio l’assemblea per l’aumento di capitale da 1 miliardo). Rossi di recente è venuto alla ribalta per avere ispirato la norma sulla «way out» per le Bcc che non vogliono far parte della holding unica, poi accolta dal governo Renzi. Fabrizio Massaro © RIPRODUZIONE RISERVATA
LA SICILIA (SU TUTTE LE EDIZIONI LOCALI) sabato 02 aprile 2016
BPM VERSO LA FUSIONE: NICOLA ROSSI IN POLE PER GUIDARE CONSIGLIO DI SORVEGLIANZA – Banco popolare, aumento di capitale il 7 maggio
MILANO. Banco Popolare apre a nuovi soci e fissa la data dell’assemblea per l’aumento di capitale da un miliardo al 7 maggio, mentre i soci dipendenti e pensionati della Banca Popolare di Milano candidano Nicola Rossi come successore di Piero Giarda col compito di traghettare la banca alla fusione. Insomma, il piano di consolidamento sull’asse Verona- prosegue spedito con l’obiettivo di arrivare a fine mese dalla Bce con la proposta di matrimonio definitiva. Il tutto mentre in Borsa i titoli hanno sofferto ancora col Banco Popolare che ha perso il 4,63%. In particolare, il Banco ha reso noto che in vista della fusione la ricapitalizzazione «consentirà di soddisfare le condizioni richieste dalla Bce, rendendo possibile il raggiungimento dell’obiettivo di una maggior crescita di valore per gli azionisti della nuova entità». La delega per l’aumento una volta approvato dai soci, dovrà essere esercitata entro 18 mesi tramite l’emissione di nuove azioni, obbligazioni convertibili o convertende. Il Cda infine potrà decidere come ripartire l’opzione se tra gli aventi diritto (soci attuali) o a nuovi azionisti (investitori qualificati). Intanto, Piazza Meda i sindacati nazionali e i soci pensionati hanno candidato Rossi alla presidenza del consiglio di sorveglianza. La decisione è arrivata dopo il cambio di rotta all’ultimo minuto dei soci pensionati che hanno deciso di convergere sul listone dei sindacati (Fabi, First, Fisac e Uilca). Confermati i vicepresidenti Marcello Priori e Mauro Paoloni, seguono come candidati Bellavite Pellegrini, Rossi, Zanetti, Illa, Busani e Balestreri. Lo storico consigliere Piero Lonardi presenterà una lista propria con altri quattro candidati. Quello di Rossi sarà il nome su cui si concentreranno i voti della maggioranza all’assemblea del 30 aprile. Rossi, docente di Economia politica all’Università di Tor Vergata, senatore del Pd e poi del gruppo misto durante i governi Berlusconi e Monti, ha elaborato il meccanismo della “way out” nella riforma delle Bcc. NICOLA CAPODANNO