Il leader della FABI presente alla giornata di apertura dei lavori del Coordinamento FABI Unicredit. Circa 200 Rappresentanti Sindacali Aziendali riuniti per fare il punto della situazione. Sileoni: “Abbiamo tenuto insieme la categoria. No a deroghe a Contratto nei gruppi”
Circa 200 rappresentanti sindacali aziendali della FABI presenti a Roma, nella sala congressi dell’Hotel Ergife, per la riunione dell’organo di Coordinamento del gruppo Unicredit, in corso da oggi fino a mercoledì.
Un appuntamento a cui non è voluto mancare il leader della FABI, Lando Maria Sileoni, che è intervenuto per tracciare un approfondito quadro politico del settore, analizzando una a una le prossime sfide che il sindacato sarà chiamato ad affrontare, con le fusioni alle porte e l’incognita della banca online.
Sileoni ha ricordato le conquiste sindacali del recente passato, come ad esempio il Fondo esuberi, “unico strumento a livello europeo, negoziato con i sindacati, che ci ha permesso di evitare i licenziamenti, sostituendoli con i prepensionamenti volontarie e incentivati e consentendoci di gestire in maniera morbida le numerose ristrutturazioni bancarie”.
“Se in questi anni le banche non hanno licenziato lo dobbiamo al Fondo”, ha rammentato Sileoni.
Uno strumento esclusivo e innovativo nel panorama industriale italiano, che è stato difeso negli ultimi anni con le unghie e con i denti dalla FABI e che sarà necessario continuare a difendere soprattutto in vista delle prossime aggregazioni, che porteranno a una significativa riduzione dei gruppi bancari.
“Dai 15 attuali diventeranno 7/8”, ha ipotizzato il leader della FABI. “Per evitare il massacro della categoria sarà fondamentale mantenere un collegamento tra la segreteria nazionale e gli organi di coordinamento dei gruppi bancari”.
L’obiettivo è quello di attuare una politica comune che eviti di far passare deroghe al contratto nazionale e che salvaguardi il meccanismo della volontarietà dei prepensionamenti, laddove nel resto d’Europa gli istituti di credito licenziano, come il caso Unicredit insegna.
Altro tema centrale nella contrattazione del futuro saranno le nuove tecnologie.
“Dobbiamo costringere i gruppi a confronto aziendale serio con i sindacati sulla banca online. I banchieri cercheranno di forzare la situazione per attuare i licenziamenti, scongiurati fino a oggi grazie alla presenza di un sindacato autonomo forte”, ha rivelato Sileoni.
Infine, un accenno alla situazione politica generale. “Non stiamo vivendo un momento positivo. Il sindacato è sotto attacco, ma noi nel nostro settore siamo riusciti a farci rispettare grazie alle nostre idee e a una segreteria nazionale politicamente incisiva. Abbiamo gestito le emergenze, ottenuto la riconferma dei precari, imposto la nostra linea e siamo state una delle poche categorie a rinnovare il proprio contratto collettivo nazionale”.
Poi parole d’elogio per il lavoro svolto dal Coordinamento FABI Unicredit.
“La presenza politica della FABI in Unicredit è stata importantissima”, ha sottolineato Sileoni, ringraziando tutti i componenti del Coordinamento, che sono riusciti a difendere il contratto nazionale anche all’interno del gruppo.
Molto apprezzato anche l’intervento del Segretario nazionale FABI di riferimento per il gruppo Unicredit, Mauro Morelli, che ha ribadito come “al centro della contrattazione aziendale nei prossimi mesi sarà proprio il tema del welfare”.
“Sarà necessario ragionare in un’ottica di equità”, ha detto Morelli, “e confrontarci con l’azienda trovando soluzioni per mantenere i posti di lavoro, non per tagliarli.
“Dalla prima fusione con Capitalia del 2006, il gruppo ha attuato una serie di riorganizzazioni che non hanno portato a nulla. Serve un nuovo modello di banca per tutelare l’occupazione”, ha concluso Morelli, “e il sindacato rappresenta l’ultima possibilità nel mondo del lavoro per creare sviluppo”.
Roma 16/11/15