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SILEONI CONTRO LODESANI: “VIVE SULLA LUNA”

di Redazione

Il leader della FABI critica duramente la prima uscita sulla stampa del nuovo Capo delegazione sindacale aziendale di Abi. “Il suo manifesto programmatico è privo di qualsiasi prospettiva politica per il settore. Lodesani dovrebbe collaborare con i sindacati per assicurare la tenuta dei livelli occupazionali”

“La “prima” uscita sulla stampa del nuovo Capo del Comitato affari sindacali e lavoro di Abi, Lodesani, è un mix di barzellette e considerazioni fatte da uno che vive sulla luna. Non condividiamo nemmeno una virgola del “suo” manifesto programmatico, che altro non è che un vivere alla giornata senza nessuna prospettiva politica per il settore”.

Così Lando Maria Sileoni, Segretario generale della FABI, commenta l’intervista rilasciata oggi al Sole 24 Ore da Eliano Omar Lodesani, Presidente del Comitato Affari sindacali e del lavoro di Abi.

“Lodesani dovrebbe condividere con il sindacato un modello di banca al servizio del Paese. Dovrebbe svolgere un ruolo politico d’indirizzo strategico e organizzativo. Dovrebbe lavorare per assicurare la tenuta dei livelli occupazionali, condividendo con le forze sindacali nuove professionalità e nuove attività. Dovrebbe rispettare le sigle sindacali minori, che hanno lo stesso diritto a esistere delle organizzazioni più grandi. Lodesani dovrebbe accettare un confronto col sindacato rispetto alla banca online, evitando di raccontare storielle tipo quella della digitalizzazione e dell’innovazione del modello distributivo, un confronto che finora, proprio in Abi, nessuno ha mai voluto realmente affrontare. Lodesani è alla sua prima esperienza nel Casl: ha la memoria corta e forse ha scambiato le relazioni sindacali per un gioco alla Playstation”.

 

Roma 13/11/15

 

 

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1 commento

Andrea Urbani 14 Novembre 2015 - 12:55

Esordisce il nuovo presidente del Casl e rimedia subito una lavata di capo dal ns Segretario Generale, bene! Se Lodesani pretendeva di risultare incisivo ed efficace con il solito mantra della “realtà che sta cambiando” facendone la cronaca, puntualmente infarcita dei soliti anglismi da Steve Jobs de noantri, di certo non ci e’ riuscito; inoltre non trapela, neppure tra le righe, mezza proposta o mezza idea di proposta.
Dietro le sigle sindacali, forse scambiate per la controparte che rappresenta, ci sono la passione ed il coraggio di chi le ha fondate e difese e di chi le porta avanti: non sono accattivanti marchi (pardon: brand) in vendita sul mercato, non perseguono ricavi ed utili e non distribuiscono dividendi, pertanto non si fondono ne’ si incorporano per motivi di opportunità commerciale o per disperati salvataggi derivati da mala gestione dei loro dirigenti (pardon: top managers).
Riguardo infine alla flessibilita’ mi permetto un suggerimento: perché il presidente non prova a calarsi nei panni di un bancario di una grande città, almeno per un anno, e a vivere con lo stipendio ed a vendere allo sportello conti correnti, polizze assicurative, diamanti, automobili. Cosi potrebbe allargare il significato del termine e noi potremmo chiudere la mirabile metafora del ns Segretario Generale con un “bentornato sulla terra”.
Anche se, a onor del vero, partirebbe con un vantaggio nel risparmiare: 20 euro per il taglio mensile dal barbiere e lavata di capo già ottenuta gratis!

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