Il leader della FABI commenta l’ipotetica fusione tra Intesa, Unicredit e Mps: “l’idea di un’aggregazione tra i tre maggiori istituti del Paese sembra uno spot pubblicitario di banche d’affari per ricevere lauti guadagni”
“In merito alle notizie di stampa di oggi riguardo a una mega fusione Intesa, Unicredit e Mps, proposta da una banca d’affari, che creerebbe 25mila esuberi e un taglio di almeno 2mila sportelli bancari, dichiaro quanto segue.
Com’è ormai noto le proposte autoreferenziali e propagandistiche delle società di consulenza e delle banche d’affari non trovano quasi mai riscontro nella realtà. Più che un suggerimento, l’idea di un’aggregazione tra i tre maggiori istituti del Paese sembra uno spot pubblicitario per acquisire milionari contratti di consulenza e ricevere lauti guadagni. Normalmente, se si vuole stare nel giusto e se si vogliono evitare errori, è sufficiente fare l’esatto contrario di quello che propongono le società di consulenza e le stesse banche d’affari”.
Così il leader della FABI, Lando Maria Sileoni, ha commentato quanto apparso oggi sul Sole 24 Ore. Il quotidiano economico ha, infatti, rivelato che sarebbe allo studio di un importante istituto d’affari il dossier di una maxi fusione tra i tre principali istituti italiani.
“Le priorità oggi per il settore bancario sono tre:”, ha incalzato Sileoni, “mantenere gli attuali livelli occupazionali; realizzare un “patto sociale” tra banche, forze politiche e organizzazioni sindacali per sostenere la politica di Abi rispetto a talune incomprensibili posizioni della Banca centrale europea; creare una bad bank costituita attraverso capitali privati, con l’intervento anche della Cassa depositi e prestiti, per migliorare l’erogazione del credito a imprese e famiglie e per scongiurare esuberi nelle prossime fusioni. Se al contrario dietro i pareri di talune banche d’affari si nasconde la volontà di qualche banchiere nel voler amplificare l’argomento esuberi, avvisiamo che, come già fatto per il contratto nazionale, siamo pronti a scendere nuovamente in piazza e a proclamare altre giornate di sciopero”.
“È iniziato il solito balletto all’italiana per accreditarsi con il Governo rispetto al prossimo futuro del Gruppo Mps e alla situazione del settore bancario, sia in termini di eventuali chiusure di sportelli sia di esuberi”, ha poi incalzato Sileoni. “Le smentite di Intesa e Unicredit ci rincuorano”, ha concluso, “ma continuare a speculare sulla situazione dell’industria bancaria italiana per ritagliarsi ruoli e spazi politici è deprecabile e lo contrasteremo con ogni mezzo”.
Roma 2/10/15