Il leader della FABI interviene al Secondo Forum della Fisac Cgil. Più volte interrotto da applausi, ribadisce: “Rafforzare il secondo livello di contrattazione ma senza snaturare di un centimetro il CCNL”. “Prioritario formulare proposte in vista di prossime fusioni e governare banca online”
“Rafforzare il secondo livello di contrattazione, perché la produttività si gioca tutta lì, ma senza snaturare di un centimetro il contratto nazionale”.
In altre parole, sì allo sviluppo della contrattazione aziendale, che sta assumendo un peso crescente nel dibattito sul nuovo modello contrattuale, ma no categorico a eventuali deroghe nei vari gruppi bancari su quella che è la cornice di regole nazionali.
Questo in estrema sintesi il messaggio lanciato dal leader della FABI, Lando Maria Sileoni, intervenuto oggi ad Assisi al secondo Forum nazionale della Fisac Cgil, la tre giorni che si concluderà venerdì, incentrata sui temi della contrattazione, Europa, Mezzogiorno e futuro del sindacato in vista della riforma della rappresentanza.
I lavori sono stati aperti dal Segretario generale della Fisac Cgil, Agostino Megale. Subito dopo di lui è salito sul palco Sileoni, più volte interrotto da scroscianti applausi.
Il leader della FABI ha ricordato quanto è stata determinante l’unità sindacale nell’ultima vertenza di rinnovo contrattuale, in cui, grazie all’azione comune dei sindacati, è stato impedito all’Abi di destrutturare il contratto.
“Dobbiamo sempre avere una memoria perché la memoria è come una grande biblioteca che nasconde ma non perde nulla”, ha quindi affermato il Segretario generale della FABI, “E la nostra memoria deve essere il contratto nazionale”.
Sileoni ha poi elencato le sfide del prossimo futuro. “Non dobbiamo avere paura di esprimerci e formulare proposte in vista delle prossime fusioni per cercare di limitare al massimo gli esuberi”, ha detto Sileoni.
“Sarebbe auspicabile garantire la presenza dei lavoratori nei board dei gruppi bancari”, ha sottolineato a tal proposito il Segretario generale della FABI
Altre priorità in agenda: “governare” la rivoluzione tecnologica all’interno delle banche, che potrebbe avere impatti pesanti sull’occupazione se lasciata a se stessa, e infine ribadire l’urgenza di un modello di banca condiviso nei piani industriali tra sindacati aziendali e banche.
Insomma, ha ricordato Sileoni: “Bisogna tenere unita la categoria”.
Infine un riferimento alla complessa vertenza di rinnovo del contratto nazionale delle banche di credito cooperativo, ancora in alto mare, mentre il settore è alle prese con una difficile autoriforma.
“Non accetteremo un accordo peggiorativo rispetto a quello concluso in Abi”, ha ammonito il leader della FABI, di nuovo applaudito dalla platea.
Assisi 23/9/15