MF-MILANO FINANZA, mercoledì 29 aprile 2015
Col contratto bancari evitata una iattura
di Andrea Pira
Missione Compiuta. Lo slogan scelto per il 121esimo Consiglio nazionale della Fabi, il sindacato più rappresentativo del sistema bancario italiano, rende merito agli sforzi che sono stati necessari, compresi rotture e uno sciopero generale, per arrivare all’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto nazionale di settore. La tre giorni di consiglio che si è aperta ieri a Roma anticipa il mese e mezzo di assemblee della base dell’intero comparto, che dal 5 maggio al 15 giugno, discuterà e deciderà se dare il proprio via libera alla bozza. A bocce ferme, dopo l’intesa raggiunta all’alba del primo aprile, i protagonisti di quel confronto si sono ritrovati per un primo bilancio sul punto di equilibrio. L’orizzonte è quello del 2018, quando si dovrà nuovamente tornare alle trattative.
Il padrone di casa, Lando Maria Sileoni, Segretario generale della Fabi, e Alessandro Profumo, presidente del Casl Abi (Comitato per gli affari sindacali e del lavoro), sono concordi su un punto: l’intesa raggiunta aiuterà ad affrontare il periodo di trasformazione del settore senza conflittualità. «La disapplicazione del contratto sarebbe stata una iattura. Abbiamo conservato Tfr, edr (elementi distinti di retribuzione), area contrattuale, gli esternalizzati potranno mantenere il contratto dei bancari, i prepensionamenti rimarranno volontari. Con l’accordo di rinnovo siamo riusciti a dare risposte politiche ai problemi del settore, creando strumenti e condizioni per difendere l’occupazione per agire a tutela dei lavoratori in caso di banche profondamente in crisi», ha commentato Sileoni.
«La categoria è finalmente salva e al riparo anche da pericolose derive che si sarebbero create nelle prossime fusioni, in assenza di un contratto nazionale a tutela dei lavoratori». Il segretario generale aggiunto, Mauro Bossola, ha ricordato i risultati ottenuti: aumento del livello economico minimo di inserimento dell’8%, cui va sommata la contribuzione aziendale del 4% annuo a previdenza complementare; l’aumento di 85 euro per la retribuzione base; la proroga del Fondo per l’occupazione che a oggi ha prodotto 9.189 tra assunzioni e stabilizzazioni, con oltre 1.072 posizioni già approvate e da finanziare.
I rischi del fallimento del dialogo sono stati ben chiari anche a Profumo. Non avrebbe infatti consentito di «accompagnare il cambiamento del sistema per 18-24 mesi», ha spiegato il presidente di Mps , difendendo la scelta di fare cambiamenti «in continuità e non per salti» e sottolineando la necessità di ridurre i costi del sistema, perché, almeno al momento, l’economia cresce ma non abbastanza da assorbire i crediti incagliati.
Alla fine il confronto ha «avuto un quid di innovazione», riconosciuto dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. (riproduzione riservata)
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IL SOLE 24 ORE, mercoledì 29 aprile 2015
Bancari. Profumo: «Quadro chiaro fino al 2018 per affrontare le crisi» – Sileoni: «Date le risposte politiche alle urgenze del settore» – «Ora affrontate i cambiamenti» – Poletti al congresso della Fabi: non abbiate paura di guardare in faccia i problemi
«C’è stato quel quid di innovazione che ha consentito di chiudere il contratto. Adesso però non abbiate paura di guardare in faccia i problemi che abbiamo».
Il ministro del Welfare Giuliano Poletti al 121esimo consiglio nazionale della Fabi, ieri a Roma, ha incitato le parti ad affrontare quel cambiamento radicale che il credito ha di fronte, a partire dal lavoro. In una fase, almeno per un verso, vantaggiosa. «Avere un contratto è la condizione migliore per affrontare i cambiamenti». Che ci saranno, nessuno di fronte alla platea dei delegati del primo sindacato dei bancari lo nega.
Neppure il segretario generale della Fabi Lando Sileoni che afferma: «In settembre le banche si prenderanno la rivincita del 5 a 2 che gli abbiamo dato con questo rinnovo». Non viene esplicitata la rivincita ma è chiaro che all’orizzonte ci sono fusioni e ristrutturazioni. Quel che è certo, però, come afferma il presidente del Casl di Abi e di Mps, Alessandro Profumo, è che «avere un quadro chiaro di qui al 2018 è il modo migliore per affrontare le difficoltà». Certamente, come ha riconosciuto Sileoni «la disapplicazione del contratto sarebbe stata una iattura. Abbiamo conservato tfr, edr, area contrattuale, gli esternalizzati possono mantenere il contratto dei bancari, i prepensionamenti rimarranno volontari. Con l’accordo siamo riusciti a dare delle risposte politiche ai problemi di settore». Creando gli strumenti e le condizioni per difendere l’occupazione e tutelare i lavoratori.
Adesso toccherà proprio a loro, nelle assemblee votare il contratto, con la consapevolezza che, come hanno spiegato le parti, questo era il punto di equilibrio che poteva essere raggiunto, dopo molti mesi di negoziati, scioperi e riflessioni. Le assemblee inizieranno il 5 maggio e dovranno concludersi entro metà giugno. Poi una volta che sarà stata approvata l’intesa cominceranno i cantieri. Questo accordo si caratterizza come un accordo che ha chiuso ciò che politicamente si doveva chiudere, ma ha lasciato aperti alcuni temi che ritorneranno al tavolo negoziale alla fine dell’estate. I banchieri, come del resto il sindacato, preferiscono non definirli inquadramenti, ma sistema di classificazione del personale, delle connesse declaratorie e degli eventuali profili professionali esemplificativi per rendere più flessibile la disciplina attuale e adeguarla ai mutati assetti tecnici, organizzativi e produttivi.
Il cantiere negoziale dei bancari, insomma, continua. Con la categoria che chiede attenzione e chiede di essere considerata con più rispetto. Non come in quello spot di una nota società di consulenza fiscale che è stato diffuso da molte televisioni, anche in prima serata, in cui il bancario si presenta incappucciato di fronte al cliente.
La Fabi, d’intesa con le altre organizzazioni, intende rivolgersi alle autorità garanti competenti perché ritiene lo spot offensivo nei confronti dei lavoratori. L’Abi, come ha spiegato il direttore generale, Giovanni Sabatini, intende appoggiare l’iniziativa. È anche questa la forza di una categoria sindacalizzata quasi per l’80 per cento. © RIPRODUZIONE RISERVATA Cristina Casadei
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FIRSTonline, 29/04/2015 06:00
Banche, Profumo: contratto dà stabilità al settore – Il numero uno di Mps spiega che il nuovo contratto dei bancari darà stabilità al settore fino al 2018 ma aggiunge che in questo arco di tempo “i processi che si verificheranno sono inevitabili” tra fusioni e aggregazioni – Poletti: fare i conti con il cambiamento
Al 121esimo consiglio nazionale della Fabi, il principale sindacato dei bancari italiani, non si poteva non parlare del rinnovo del contratto di categoria, siglato il 31 marzo al termine di un tira e molla durato oltre un anno, e su questo tema il presidente di Banca Mps e del Comitato sindacale di Abi Alessandro Profumo, tra gli ospiti di una tavola rotonda, ha voluto dire la sua spiegando che “il rinnovo del contratto ci da’ stabilità fino al 2018″ aggiungendo, però, che in questo arco di tempo “i processi che si verificheranno sono inevitabili”. E questi processi di cui parla il numero uno di Monte Paschi hanno un nome preciso: fusioni bancarie. Infatti, dopo la telenovela del rinnovo del contratto sarà il tema delle fusioni delle banche a dominare la scena dei prossimi mesi. Secondo quanto ha detto oggi Profumo nel corso della tavola rotonda organizzata oggi da Fabi sarà necessario ridurre la struttura dei costi nel suo insieme “perchè i ricavi non cresceranno” precisando che “l’economia cresce ma non tanto da assorbire i crediti incagliati” delle banche.
Una delle modalità che potranno portare le banche a far scendere i costi attuali e aumentare redditività e utili sarà proprio la prossima stagione di fusioni che rivoluzionerà gli attuali assetti. E di questo ha parlato, nel corso della tavola rotonda anche il ministro del Lavoro Poletti: “Tutto il mondo del credito e dei servizi sta cambiando: – ha detto il ministro – non possiamo non farne i conti”. Per il ministro andare verso il cambiamento del settore creditizio con un nuovo contratto “e non attraverso una rottura è molto importante”.
Intanto tornando a parlare del ruolo del dipendente del settore del credito, proprio ieri Fabi, il principale sindacato di categoria, ha fatto sapere che “si rivolgerà alle autorità Garanti competenti” contro uno spot di una nota società di consulenza fiscale in cui appare un bancario in passamontagna. Secondo il segretario generale del sindacato dei bancari, Lando Maria Sileoni. la pubblicità è offensiva e rappresenta “un attacco intollerabile contro i lavoratori bancari, che quotidianamente mettono il loro impegno, la loro umanità e professionalità al servizio dei clienti. Chiediamo pertanto che lo spot venga sanzionato dalle autorità competenti”.
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REPUBBLICA.it, 28 aprile 2015
Il bancario bandito: la Fabi protesta
La Fabi contro lo spot dei bancari in passamontagna. Il principale sindacato della categoria ha fatto sapere che “si rivolgerà alle autorità Garanti competenti contro lo spot di una nota società di consulenza fiscale, perché ritenuto offensivo nei confronti della categoria dei dipendenti del credito”. Lo ha reso noto il segretario generale del sindacato dei bancari, Lando Maria Sileoni. “Riteniamo questo spot un attacco intollerabile contro i lavoratori bancari, che quotidianamente mettono il loro impegno, la loro umanità e professionalità al servizio dei clienti. Chiediamo pertanto che lo spot venga sanzionato dalle autorità competenti” ha detto Sileoni chiedendo l’intervento anche del direttore generale di Abi e dei segretari generali degli altri sindacati del credito
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ITALREPORT.it, mercoledì 29 aprile 2015
FABI ad Autorità Garanti: basta spot che trasformano i bancari in banditi – FABI SI RIVOLGE AD AUTORITÀ GARANTI CONTRO SPOT CHE RITRAE BANCARIO CON PASSAMONTAGNA – “PUBBLICITÀ OFFENSIVA NEI CONFRONTI DEI LAVORATORI. CHIEDIAMO SANZIONI E AZIONE COMUNE ABI SINDACATI CONTRO QUESTA CAMPAGNA DENIGRATORIA”
Al via 121° Consiglio nazionale FABI: oltre 2mila delegati sindacali a Roma per parlare di fusioni e contratto dei bancari
La FABI, principale sindacato dei bancari, si rivolgerà alle autorità Garanti competenti contro lo spot di una nota società di consulenza fiscale, perché ritenuto offensivo nei confronti della categoria dei dipendenti del credito. Nella pubblicità compare un lavoratore bancario ritratto come un bandito, con volto coperto da passamontagna che incalza minacciosamente un imprenditore venuto in banca a chiedere un prestito. Oltre ad annunciare ricorso, la FABI ha anche sollecitato l’Abi ad avviare un’azione penale nei confronti della società, che con il suo spot danneggerebbe non solo l’immagine dei lavoratori, ma anche quella degli istituti di credito. A renderlo, durante i lavori del 121° Consiglio nazionale della FABI, che si sono aperti a Roma oggi e si chiuderanno il 30 aprile, il Segretario generale Lando Maria Sileoni.
“Riteniamo questo spot un attacco intollerabile contro i lavoratori bancari, che quotidianamente mettono il loro impegno, la loro umanità e professionalità al servizio dei clienti. Chiediamo pertanto che lo spot venga sanzionato dalle autorità competenti. Invito a portare avanti un’iniziativa unitaria e una presa di posizione forte da parte di banche e di tutte le organizzazioni sindacali del credito contro questa campagna denigratoria”, ha detto Sileoni rivolgendosi al Direttore generale di Abi Sabatini e ai segretari generali dei sindacati del credito presenti in sala.
Circa 2mila i delegati sindacali che sono arrivati nella capitale per confrontarsi sull’ipotesi di contratto dei lavoratori bancari, siglata dai sindacati di categoria lo scorso 31 marzo. Un momento di confronto e discussione importante, questo 121° Consiglio nazionale della FABI, soprattutto in vista delle imminenti fusioni che interesseranno il settore, e che prelude all’inizio delle assemblee degli stessi lavoratori bancari, che partiranno dal 5 maggio e termineranno il 15 giugno.
Durante le consultazioni che si svolgeranno in tutta Italia, i 309mila lavoratori bancari italiani dovranno decidere se approvare o meno l’ipotesi di contratto firmata dai sindacati. Nel caso vincessero i no, il contratto sarà disapplicato. E proprio di contratto e ammortizzatori sociali parla oggi a Roma, in un dibattito che coinvolge sindacato, ma anche rappresentanti delle banche e istituzioni, come il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, il Presidente di Mps e del Casl Abi Alessandro Profumo, il professor Giulio Sapelli e l’editorialista Oscar Giannino.
Argomenti centrali per affrontare l’imminente rivoluzione che toccherà da vicino il mondo delle banche, con la riforma delle popolari da poco approvata che porterà i maggiori istituti a fondersi con inevitabili impatti sui lavoratori.