Grande partecipazione alla prima giornata di lavori. Sapelli e Poletti lodano l’ipotesi d’accordo firmata dai sindacati: “Esempio di sano riformismo”. Sileoni: “Abbiamo salvato la categoria”. E intanto la FABI annuncia iniziative legali contro spot del bancario bandito
Si è aperto oggi a Roma il 121 Consiglio Nazionale della FABI, principale sindacato dei bancari italiani.
Circa 2mila i delegati sindacali sono arrivati nella capitale per confrontarsi sull’ipotesi di contratto dei lavoratori bancari, siglata dai sindacati di categoria lo scorso 31 marzo.
Un momento di confronto e discussione importante, soprattutto in vista delle imminenti fusioni che interesseranno il settore, e che prelude all’inizio delle assemblee degli stessi lavoratori bancari, che partiranno dal 5 maggio e termineranno il 15 giugno.
Durante le consultazioni che si svolgeranno in tutta Italia, i 309mila lavoratori bancari italiani dovranno decidere se approvare o meno la bozza di Contratto firmata dai sindacati. Nel caso vincessero i no, il Contratto sarà disapplicato.
E proprio di Contratto e ammortizzatori sociali si è parlato oggi a Roma, in un dibattito che ha coinvolto sindacato, ma anche rappresentanti delle banche e istituzioni, come il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti e il Presidente del CASL ABI e di MPS Alessandro Profumo.
Argomenti centrali per affrontare l’imminente rivoluzione che toccherà da vicino il mondo delle banche, con la riforma delle Popolari, da poco approvata, che porterà i maggiori istituti a fondersi e avrà inevitabili impatti sui lavoratori.
La prima giornata di lavori è stata inaugurata dal Segretario Generale Aggiunto, Mauro Bossola, che ha illustrato la relazione introduttiva in nome e per conto del Comitato Direttivo Centrale.
Un intervento ampio e articolato, che ha messo in luce tutti i punti di forza dell’ipotesi di Contratto firmata dai sindacati. Un accordo dall’anima sociale, che rafforza gli ammortizzatori di categoria, soprattutto in vista delle prossime fusioni, e al tempo stesso garantisce aumenti economici, pur in un periodo di deflazione e nonostante le tendenze, anche a livello europeo, vedano la contrattazione nazionale bloccata e spesso relegata ai margini. Un esempio di lungimiranza, che andrà seguito anche nel mondo del Credito Cooperativo, dove invece le parti stentano a trovare un accordo sul Contratto di categoria a causa dell’atteggiamento di chiusura di Federcasse.
“TAVOLA ROTONDA BANCHE E FUSIONI”. Nel pomeriggio si è, poi, entrati nel vivo della tavola rotonda “Banche e fusioni: il Contratto Nazionale a difesa della categoria”, con il Segretario Generale Lando Maria Sileoni, il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti, il Presidente del CASL ABI Alessandro Profumo e l’economista Giulio Sapelli, protagonisti e osservatori del credito “pungolati” dalle domande dei giornalisti Cristina Casadei (Sole 24 Ore), Stefano Righi (Corriere Economia), Antonio Satta (Mf) e Federico De Rosa (Corriere della sera) nelle vesti di moderatore.
Si è parlato molto dell’ipotesi d’accordo siglata dai sindacati, che a breve sarà sottoposta all’approvazione dei lavoratori bancari.
Parole di apprezzamento per il risultato raggiunto sono arrivate dal Ministro Poletti e dall’economista Giulio Sapelli. “È un Contratto che ha un quid d’innovazione e cambiamento”, ha dichiarato Poletti.
“Con questo Contratto si difendono i diritti dei lavoratori anche in caso di esternalizzazioni. È un accordo esemplare, modello di sano riformismo”, ha rilevato Sapelli.
Il capo del CASL ABI, Profumo, ha invece ammesso che “noi volevamo incidere sull’area contrattuale mentre i sindacati volevano lasciarla immutata. Abbiamo deciso di lasciarla immutata a fronte di altri compromessi”. Poi una battuta: “Dopo la sigla del Contratto, alle 7 30 ho incontrato una persona al bar che mi ha ringraziato di aver firmato e lì mi sono detto: forse ho sbagliato”.
“La disapplicazione del Contratto sarebbe stata una iattura. Abbiamo conservato TFR, EDR, area contrattuale, gli esternalizzati possono mantenere il Contratto dei bancari, i prepensionamenti rimarranno volontari. Con l’accordo di rinnovo siamo riusciti a dare delle risposte politiche ai problemi del settore, creando strumenti e condizioni per difendere l’occupazione per agire a tutela dei lavoratori in caso di banche profondamente in crisi”, ha detto Lando Maria Sileoni, Segretario Generale della FABI, “La fortissima risposta dei lavoratori manifestata sia attraverso lo sciopero sia attraverso le manifestazioni di piazza della categoria ci ha garantito forza politica e contrattuale, facendo recedere l’ABI da un’impostazione della vertenza tutta indirizzata a smantellare il Contratto Nazionale, sostituendolo con i contratti aziendali o di gruppo. La categoria è finalmente salva e al riparo anche da pericolose derive che si sarebbero create nelle prossime fusioni, in assenza di un Contratto Nazionale a tutela dei lavoratori. Voglio, infine, ringraziare il governo che è sempre stato super partes evitando così pesanti penalizzazioni per tutti i lavoratori bancari”.
Poi una frecciata alle banche “Il problema delle banche è riportare gente allo sportello. Da settembre nelle banche cercheranno di riprendersi la rivincita su questo 5 a 2 ottenuto dai sindacati nel contratto”, ha concluso il leader della FABI.
“Noi”, ha però puntualizzato Sileoni, “abbiamo nel nostro dna la capacità di cambiamento”. Mettendo sempre al primo posto i lavoratori.
LA FABI CONTRO LO SPOT DEL BANCARIO “BANDITO”. Durante la giornata la FABI ha poi annunciato che si rivolgerà alle autorità Garanti competenti contro lo spot di una nota società di consulenza fiscale, perché ritenuto offensivo nei confronti della categoria dei dipendenti del credito.
Nella pubblicità compare un lavoratore bancario ritratto come un bandito, con volto coperto da passamontagna che incalza minacciosamente un imprenditore venuto in banca a chiedere un prestito.
Oltre ad annunciare ricorso, la FABI ha anche sollecitato l’ABI ad avviare un’azione penale nei confronti della società, che con il suo spot danneggerebbe non solo l’immagine dei lavoratori, ma anche quella degli istituti di credito.
“Riteniamo questo spot un attacco intollerabile contro i lavoratori bancari, che quotidianamente mettono il loro impegno, la loro umanità e professionalità al servizio dei clienti. Chiediamo pertanto che lo spot venga sanzionato dalle autorità competenti. Invito a portare avanti un’iniziativa unitaria e una presa di posizione forte da parte di banche e di tutte le organizzazioni sindacali del credito contro questa campagna denigratoria”, ha detto Sileoni rivolgendosi al Direttore Generale di ABI Sabatini e ai Segretari Generali dei sindacati del credito presenti in sala.
Roma 28/04/2015