Massiccia partecipazione dei quadri sindacali siciliani all’incontro con il Segretario Generale della FABI Lando Maria Sileoni.
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Nella riunione che si è svolta oggi a Messina, erano presenti oltre 400 dirigenti dell’organizzazione, arrivati da tutta l’Isola con una decina di pullman per sottoporre al leader della FABI domande e osservazioni sull’ipotesi di Contratto siglata dalle Segreterie Nazionali scorso primo aprile.
Non solo quesiti ma anche tante parole di apprezzamento per il risultato ottenuto: un Contratto che favorisce la nuova occupazione, rafforza gli ammortizzatori sociali e le tutele in caso di esternalizzazioni o licenziamento e garantisce aumenti economici pur in un momento di deflazione.
Tutti temi particolarmente sentiti nell’isola, dove la disoccupazione giovanile tocca cifre record e dove risulta più difficile ricollocarsi in caso di perdita del posto di lavoro, come sottolineato dal padrone di casa, il Coordinatore di FABI Messina, Pippo Lo Nostro.
Calorosa l’accoglienza dei dirigenti siciliani, che hanno tributato a Sileoni numerosi applausi durante il suo intervento, ringraziandolo per l’attenzione con cui la Segreteria Nazionale guarda al lavoro dei territori, come dimostra il fitto calendario di riunioni realizzate dai vertici FABI nelle varie città italiane per incontrare di persona tutti coloro che fanno sindacato sul campo.
Il leader della FABI ha così spiegato dettagliatamente ogni capitolo dell’accordo e risposto a tutti i quesiti dei presenti.
“Questo è stato il rinnovo contrattuale più difficile della nostra storia”, ha esordito, tracciando un quadro dello scenario attuale dove “le banche non guadagnano più come prima, c’è una crisi senza precedenti e negli anni a venire sarà sempre peggio”.
A pesare come una spada di Damocle sulla testa dei lavoratori la disapplicazione del Contratto stesso, a cui le banche avevano già dato il via libera poco prima della chiusura delle trattative, che avrebbero azzerato tutte le conquiste sindacali degli ultimi 50 anni.
“Molti istituti volevano approfittare del momento per sostituire il Contratto Nazionale con contratti aziendali e di gruppo. Volevano giocare al ribasso e interrompere la dinamica di crescita del costo lavoro. Ma hanno perso la partita”.
Una sconfitta su tutti i fronti, come ricordato da Sileoni. “Volevano smantellare l’area contrattuale, con conseguenze gravissime per i lavoratori coinvolti in cessione di ramo d’azienda o esternalizzazioni, che avrebbero così perso le loro garanzie contrattuali, e non l’hanno ottenuta. Per quanto riguarda gli inquadramenti, di cui ABI proponeva una riduzione da 13 a 6, non è stato toccato nulla. Sono rimasti intatti anche gli scatti d’anzianità e il TFR, che gli istituti volevano rispettivamente annullare e congelare in via permanente e che erano stati posti come pregiudiziali nella trattativa di rinnovo del Contratto.
“Abbiamo portato a casa un aumento economico pur in un contesto difficilissimo per il settore, nonostante la deflazione”, ha poi sottolineato il leader della FABI.
In poche parole: “Abbiamo salvato la categoria”, ha sintetizzato Sileoni. Da qui l’invito ai dirigenti sindacali del territorio a informare correttamente i lavoratori, nelle imminenti assemblee, sui contenuti dell’ipotesi d’accordo, per evitare di lasciare campo libero a chi fa disinformazione e demagogia.
Un’eventuale mancata approvazione del Contratto da parte dei lavoratori porterebbe, infatti, conseguenze gravissime per tutti i dipendenti del settore.
“Senza contare che questo Contratto”, ha concluso Sileoni, “garantisce stabilità in previsione delle prossime fusione bancarie”.
Una sfida, quella delle imminenti fusioni al via da settembre, che la categoria potrà affrontare con maggiore serenità proprio grazie al lavoro fatto dal tavolo nazionale.