di Mauro Romano
Le trattative tra Abi e i sindacati sul rinnovo del contratto dei bancari sono state interrotte. Non si sono chiuse, ma c’è stata una netta battuta d’arresto. Per il presidente del Casl di Abi, Alessandro Profumo «il tavolo si chiude il 31 di marzo. Oggi (ieri per chi legge, ndr) abbiamo dato risposte importanti e abbiamo fatto passi avanti sulle componenti normative, politiche ed economiche. Abbiamo detto che siamo disposti a non modificare l’area contrattuale di cui non viene cambiato il perimetro».
Visco: “Mercato secondario con l’intervento dello Stato per le sofferenze bancarie” Nuovo intervento del governatore di Bankitalia Rinnovo contratto, rotte le trattative tra Abi e sindacati
Il negoziato Contratto bancari, rotte le trattative «Ventimila a rischio»
Gli arabi di Abu Dhabi in discesa su Unicredit – Il fondo prepara un prestito convertibile per cedere almeno il 3 % del capitale Abi e sindacati rompono sul contratto
il fondo sovrano di Abu Dhabi, si prepara ad alleggerire la sua presenza in Unicredit dal 5 % al 3 La araba è infatti in procinto di mettere le sue azioni al servizio di un bond convertibile fino a 2 miliardi di i bond in due tranche da 750 milioni ciascuna, entrambe incrementabili di 250 milioni, con scadenza bar precisa comunque che resterà pienamente impegnato in Unicredit. Al bond starebbero lavorando Deutsche Bank, Bnp Paribas, Société Générale e Bank of America. rumor arrivano mentre fervono i lavori per le liste per il consiglio dell’istituto guidato da Federico Ghizzoni, del 13 maggio. Si era parlato di un certo malumore dei soci arabi, in particolare sulla conferma del presidente Giuseppe Vita, fino al punto di ipotizzare una seconda lista, asse con la Fondazione di Sace, Giovanni Castellaneta. Rassicurazioni sulla compattezza della compagine sociale sono comunque i soci») Luca di vicepresidente di Unicredit in quota proprio agli arabi: «Stiamo preparando una lista unica, un’ottima adora di A in Unicredit non è stata particolarmente dal punto di vista finanziario. Dal giugno del 2010, ingresso attraverso un collar (operazione finanziaria che consente di attutire le perdite), il titolo ha ceduto più del 40 %: – 0.48 % a 6,27 euro la chiusura di ieri. Ma del riassetto legato alle attese nozze tra le banche popolari, è l’intero settore del credito: ieri si è consumata un’altra altra sul rinnovo del contratto di categoria. Il punto di non ritorno è stata la mancata garanzia, da parte dell’Abi avanzata dai sindacati in cambio Richieste «irrealizzabili», secondo Alessandro Profumo che guida trattative per le banche come capo del ” C “, perchè i sindacati non terrebbero in considerazione le La Fabi ha stigmatizzato come in filiale sia la firma giovanile. Da fine mese i bancari sono senza contratto, e si va verso un altro sciopero.
Abi- rottura trattativa su contratto
Rottura al tavolo di trattative tra i sindacati dei bancari e l’Abi sul contratto per i dipendenti del settore. Il segretario generale della Fabi, Lando Sileoni, ha spiegato che si è arrivati a una «in- della trattativa «dovuta a una serie di mancati impegni dell’associazione bancaria, partire dal mantenimento di livello occupazionale di 309 mila addetti, passando per la risposta non data sul nuovo modello di banca che riporti le famiglie e le imprese allo sportello e sulle nuove figure professionali e i nuovi mestieri». Oggi è prevista una riunione delle sigle sindacali di categoria per decidere eventuali iniziative di mobilitazione. Intanto sulla eventuale richiesta di un voto di fiducia sul Dl Banche, vede fra l’altro la riforma delle popolari, «vedremo domani (oggi, ndr)» alla ripresa della discussione al Senato».
Scadenza 31 marzo per 309mila dipendenti – Contratto dei bancari, saltano le trattative
Saltano le trattative per il rinnovo del contratto dei bancari fra sindacati e Abi e si profila lo spettro di una nuova serie di scioperi. Dopo che nei giorni scorsi i fili sembravano riannodati per una maratona finale di incontri in vista della scadenza del 31 marzo, data oltre la quale scatta la disapplicazione del contratto, ieri pomeriggio si è consumata la rottura. Il negoziato è saltato quando si sono toccati i temi economici: sindacati hanno chiesto garanzie per i 309mila dipendenti del settore nell’ambito di un patto triennale, in cambio di richieste meno esose sul fronte economico. A quel punto il presidente del Casl (il Comitato per gli Affari Sindacali e Lavoro) Alessandro Profumo ha risposto dichiarando che le garanzie, visto il clima di crisi presente e le scarse prospettive reddituali future, il mutato contesto tecnologico e anche l’ondata prevedibile di aggregazioni in arrivo sotto la spinta delle autorità di vigilanza e del governo, rendono impossibile una richiesta simile. Tanto è bastato per far alzare i sindacalisti dal tavolo e dichiarare l’interruzione del negoziato. I segretari generali si riuniranno stamattina per decidere il da farsi. Ma le loro richieste “sono irrealizzabili”, ha detto Profumo poi ai giornalisti definendo “strumentale una richiesta simile”. Ma per i sindacati nell’associazione ha prevalso la volontà di non ascoltare le loro proposte. “Oltre al mantenimento dei 309mila dipendenti – spiega Lando Sileoni della Fabi – anche la nostra proposta di concordare nuovi mestieri e nuove figure professionali per riportare la clientela allo sportello è stata negativa e così l’ipotesi di un patto triennale sull’occupazione giovanile”. “Tutti gli errori del top management – dice il Massimo Masi della Uilca – devono ricadere sui lavoratori, loro si autoassolvono mentre i soli a pagare sono i dipendenti”.
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Bancari, interrotto il negoziato – Profumo: «Per le banche proposte irricevibili dato lo stato di crisi generale»
ROMA. Saltano le trattative per il rinnovo del contratto dei bancari fra sindacati e Abi e si profila lo spettro di una nuova serie di scioperi. Dopo che nei giorni scorsi i fili sembravano riannodati per una maratona finale di incontri in vista della scadenza del 31 marzo, data oltre la quale scatta la disapplicazione del contratto, nel pomeriggio si è consumata la rottura. Il negoziato è saltato quando si sono toccati i temi economici: sindacati hanno chiesto garanzie per i 309mila dipendenti del settore nell’ambito di un patto triennale, in cambio di richieste meno esose sul fronte economico. A quel punto il presidente del Casl (il Comitato per gli Affari Sindacali e Lavoro) Alessandro Profumo ha risposto dichiarando che le garanzie, visto il clima di crisi presente e le scarse prospettive reddituali future, il mutato contesto tecnologico e anche l’ondata prevedibile di aggregazioni in arrivo sotto la spinta delle autorità di vigilanza e del governo, rendono impossibile una richiesta simile. Tanto è bastato per far alzare i sindacalisti dal tavolo e dichiarare l’interruzione del negoziato. I segretari generali si riuniranno oggi per decidere il da farsi. Ma le loro richieste «sono irrealizzabili», ha detto Profumo poi ai giornalisti definendo «strumentale una richiesta simile». Il banchiere ha quindi rammentato le diverse aperture fatte dalle banche nel negosto del lavoro è fermo da 5 anni». Insomma per le banche «non si può fare di più in queste condizioni» e sebbene si voglia chiudere il rinnovo non lo si vuole fare «a ogni costo» e questo lo pensa tutto il comitato esecutivo. Una stoccata a chi lo definisce “ostaggio” dei falchi all’interno dell’Abi Ma per i sindacati nell’associazione ha prevalso la volontà di non ascoltare le loro proposte. «Oltre al mantenimento dei 309mila dipendenti – spiega Lando Sileoni della Fabi – anche la nostra proposta di concordare nuovi mestieri e nuove figure professionali per riportare la clientela allo sportello è stata negativa e così l’ipotesi di un patto triennale sull’occupazione giovanile». «Tutti gli errori del top management – dice il Massimo Masi della Uilca – devono ricadere sui lavoratori, loro si autoassolvono mentre i soli a pagare sono i dipendenti». La Uilca, spiega Masi, oggi proporrà un pacchetto di ore di sciopero, manifestazioni nazionali e locali e il coinvolgimento di Uil, Cgil e Cisl perché la vertenza dei bancari ormai ha una valenza nazionale intercategoriale. ANDREA D’ORTENZIO
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