Il numero uno della FABI porta il proprio saluto al Congresso FABI Unicredit riunito a Roma, risponde alle domande dei colleghi e condivide la situazione della trattativa per il rinnovo contrattuale
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FABI Unicredit riunita per rinnovare gli organismi interni. Neanche cinque minuti dall’inizio, un applauso irrompe tra la platea per salutare l’arrivo del Segretario Generale Lando Maria Sileoni. Il numero uno della FABI, davanti a duecento colleghi, non si esime dal trattare il tema caldo del momento: il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale.
“Il Contratto dobbiamo farlo, contrariamente, due alternative sono possibili, o chiamare il Governo, che rappresenta un’incognita, oppure si va alla disapplicazione. In questo secondo caso si arriverebbe al congelamento di alcuni voci e, soprattutto, si aprirebbe la strada alla possibilità da parte delle banche di avere mano libera”
E come è sua consuetudine, Sileoni non guarda solo in casa propria, ma agli effettivi risvolti che questa situazione potrebbe avere sul sistema Paese. La disapplicazione potrebbe, infatti, rappresentare un precedente pericoloso per altre categorie. Poi una panoramica sulla situazione della trattativa e sugli obiettivi.
“Venerdì ci sarà il primo incontro per riprendere la trattativa. Quello che vuole l’ABI è una riforma strutturale degli scatti e del TFR. Quello su cui non possiamo prescindere è il recupero dell’inflazione, fondamentale per dare un peso al Contratto nei prossimi tre anni. A livello aziendale e di gruppo: il trasferimento di alcune competenze alle aziende – ha detto Sileoni – possono anche avvenire, ma con criteri chiari, controllo e confronto. La riforma degli inquadramenti può avvenire solo con un confronto coi sindacati.
Vogliamo fare il Contratto, vogliamo che non sia a costo zero e che non vengano toccati gli scatti di anzianità. La partita è ancora aperta, calcisticamente parlando, siamo sullo zero a zero”.
Quindi la parola ai colleghi con le tante domande che dal pubblico sono arrivate al leader della FABI.