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SCIOPERO BANCARI E DICHIARAZIONI SILEONI, TUTTA LA STAMPA

di Redazione

MF-MILANO FINANZA, martedì 13 gennaio 2015

I bancari di nuovo in sciopero il 30 gennaio

di Antonio Satta  

Lo sciopero era inevitabile ed è stato confermato per il prossimo 30 gennaio. Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Dircredito, Ugl Credito, Sinfub e Unisin, tutte le sigle sindacali, insomma, hanno ribadito ieri che dopo 12 anni di tregua, per la seconda volta in poco più di un anno i bancari incroceranno le braccia per avere un MF.13gennnuovo contratto che, tra l’altro, preservi gli attuali meccanismi di adeguamento automatico del costo del lavoro. Ossia gli scatti d’anzianità e il meccanismo di rivalutazione del tfr, uno dei nodi sui quali si è arrivati alla rottura con l’Abi. Ora, quindi, è il momento della mobilitazione. Infatti Lando Maria Sileoni, il segretario della Fabi, la sigla più rappresentativa tra quelle in campo, usa i toni dello scontro: «Scioperiamo e manifestiamo contro un’inconcepibile chiusura, intellettuale e politica, delle banche rispetto ai diritti dei lavoratori, in difesa dell’occupazione e per ottenere nuove assunzioni destinate ai giovani». Ma proprio quest’ultimo obiettivo è uno dei temi sui quali, in maniera molto riservata, sta continuando il confronto con le banche. Oggi se le banche assumono un giovane a tempo indeterminato scatta l’intervento del Fondo per l’occupazione (alimentato con il conferimento di una giornata di lavoro dei bancari e il 4% della retribuzione dei top manager). Lo stipendio del giovane stabilizzato, però, nella prima fase è più basso del 18% rispetto ai minimi contrattuali (in sostanza i giovani cominciano guadagnando poco più di 1.200 euro netti mensili). La proposta dei sindacati, su cui l’Abi ha accettato di discutere, è che la decurtazione, proprio per effetto dell’intervento del fondo, scenda al 10%. Più difficile il confronto su tfr e scatti, per i quali i sindacati sono disposti solo a un congelamento per il triennio di validità del nuovo contratto, mentre l’Abi chiede una modifica strutturale del meccanismo automatico. Le banche poi non mollano sulla richiesta di scendere da 13 livelli d’inquadramento a sei, ma sono più flessibili sul tema dell’area contrattuale, che invece è cruciale per i sindacati, convinti che, se non si restringe l’area delle possibili esternalizzazioni, possano essere a rischio da 60 mila a 70 mila posti di lavoro. In ogni caso dopo lo sciopero ci saranno solo due mesi per chiudere l’intesa, perché dall’1 aprile, in assenza di accordo, l’Abi ha già detto che disapplicherà il vecchio contratto. (riproduzione riservata)

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IL SOLE 24 ORE, martedì 13 gennaio 2015

Contratti. I sindacati bocciano l’1,85% in più di aumento dell’inflazione in cambio del blocco di scatti e Tfr – Banche ferme il 30 gennaio – A deciderlo le assemblee dei lavoratori – Manifestazioni in quattro città

I sindacati dei bancari di Abi mobilitano la categoria. Per la seconda volta in poco più di un anno. Dopo 12 anni di pace sociale, il primo sciopero è arrivato il 31 ottobre del 2013. Allora la causa fu la disdetta unilaterale del contratto da parte di Abi e, secondo fonti sindacali, l’adesione arrivò al 90%. Questa volta,dopo aver bloccato le relazioni sindacali nei gruppi, il 30 gennaio arriverà anche un secondo sciopero e manifestazioni in 4 città: Roma, Milano, Palermo e Ravenna. Il negoziato, su cui pende la disdetta al 31 dicembre del 2014 con disapplicazione dal primo aprile, si è interrotto. La distanza tra le parti, per ora, appare incolmabile. I banchieri chiedono un contratto sostenibile come ha ribadito, in varie occasioni, il presidente della delegazione di Abi, Alessandro Profumo. Sostenibilità per le aziende significa eliminare gli automatismi, dato il difficile contesto attuale. Tradotto, automatismi significa scatti e quindi Tfr. In cambio i banchieri sono disposti a riconoscere un aumento dell’inflazione dell’1,85%. Inaccettabile per i sindacati perché sarebbe inferiore a quanto perso.

 Nel volantino firmato da Dircredito, Fabi, Fiba, Fisac, Sinfub, Ugl, Uilca e Unisin l’hashtag #sono bancario al servizio del paese è un chiaro segnale che i tempi sono cambiati anche nella modalità di comunicare. E vuole fare emergere un bancario che non guarda solo al suo contratto, ma al ruolo delle banche verso il paese e le imprese. «Scioperiamo e manifestiamo contro un’inconcepibile chiusura, intellettuale e politica, delle banche rispetto ai diritti dei lavoratori, in difesa dell’occupazione e per ottenere nuove assunzioni destinate ai giovani», dice Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi. I banchieri «ci hanno detto no su tutto e adesso dovranno assumersi la responsabilità, di fronte al governo, della loro posizione ottusa», continua Sileoni, secondo il quale «quello di cui i banchieri sono preoccupati sono solo le aggregazioni. Il Sacro Graal è per loro il Draghi-pensiero. Noi vogliamo un contratto che tuteli l’occupazione e il recupero dell’inflazione. Non accetteremo una riforma strutturale: ogni contratto ha un inizio e una fine».

La categoria, secondo quanto emerge dalle assemblee è compatta. Il segretario generale della Fisac Cgil, Agostino Megale racconta che «stanno dando il pieno sostegno allo sciopero», anche se, sostiene il segretario generale della Fiba Cisl, Giulio Romani, «le controparti hanno irrigidito la loro posizione e ci risulta che stanno cercando di impedire la partecipazione dei lavoratori». Per Megale «Abi deve superare le pregiudiziali e dare pari dignità alla trattativa. Vogliamo un contratto capace di migliorare le condizioni economiche e salariali e difendere occupazione e area contrattuale. Non ci staremo mai ad espellere 60mila persone dal perimetro contrattuale». I sindacati, conclude Romani «chiamano i lavoratori allo sciopero e invitano la cittadinanza a osservarlo. Come in passato, non stiamo scioperando per mere questioni economiche ma per garantire al sistema un futuro: c’è una richiesta rivendicativa, ma c’è anche la proposta di un modello di banca. Le banche però hanno rifiutato il confronto. Chiedono solo una riduzione dei costi». © RIPRODUZIONE RISERVATA Cristina Casadei

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LA STAMPA (SU 16 EDIZIONI), martedì 13 gennaio 2015

Banche, sofferenze a + 18% – E il 30 gennaio sciopero per il contratto che non c’è

Francesco Spini

(cliccare sull’immagine per ingrandire)

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IL MESSAGGERO, martedì 13 gennaio 2015

Bancari sciopero il 30 gennaio

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CORRIERE DELLA SERA, martedì 13 gennaio 2015

Bancari,  rottura  Abi- sindacato  «Sciopero  il  30  gennaio»

Fabio Savelli

  Sul  tavolo  non  ci  sono  soltanto  136  euro  per  i  prossimi  tre  anni  (la  differenza  tra  le  parti  circa  l’adeguamento degli  stipendi  all’inflazione),  ma  la  totale  rivisitazione  del  contratto  dei  bancari.  Da  un  lato  l’Abi,  l’Associazione bancaria  italiana  — che  ha  preannunciato  la  «disdetta»  del  contratto  nazionale  — chiede  di  rimodulare  tutta  una  serie  di  voci.  Dall’altro  altro  le  sigle  sindacali  che  chiedono,  tra  le  altre  cose,  di  tutelare  gli  addetti  «dal  rischio  esternalizzazioni».  Ecco  perché  Fabi,  Fiba  Cisl,  Fisac  Cgil,  Uilca,  Dircredito  hanno  deciso  ieri  di  proclamare  una  giornata  di  sciopero  il  prossimo  30  gennaio  «a  sostegno  del  diritto  del  rinnovo  al  contratto  nazionale».

 

LA REPUBBLICA, martedì 13 gennaio 2015

Il  30  gennaio  bancari  in  sciopero  rottura  con  l’Abi sul  contratto

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L’ECO DI BERGAMO, martedì 13 gennaio 2015

Bancari,  deciso  lo  sciopero  il  30 gennaio – Prime  assemblee  in  provincia

Bancari in  sciopero  venerdì  30  gennaio  per  protestare  contro  il  mancato  rinnovo  del  contratto  nazionale  di  categoria  e contro  la  decisione  unilaterale  di  Abi  di  dare  disdetta  e  successiva  disapplicazione  dei  contratti  collettivi  di  lavoro  dal  1  ° aprile.  A  Bergamo  e  in  tutta  la  provincia  e  fino  al  28  gennaio  si  terranno  in  totale  circa  40  assemblee,  la  prima  si  è  tenuta  ieri  nella  sede  del  Credito  Valtellinese.  La  mobilitazione,  spiegano  le  sigle  sindacali  Dircredito,  Fabi,  Fiba- Cisl,  Fisac- Cgil,  Uilca- Uil  e  Unisin,  «ha  come  obiettivo  quello  di  respingere  l’arroganza dei  banchieri  che  ci  vogliono  riportare  indietro  nel  tempo».  Con  l’astensione dal  lavoro  si  chiederà  che  il  contratto  nazionale  rimanga  primo  elemento  di  diritto,  non  derogabile,  a  difesa  dell’occupazione e  dell’area contrattuale.  Si  protesterà  perché  «il  bancario  non  è  un  numero  senza  volto,  ha  una  storia,  una  carriera,  una  professionalità  e  il  diritto  di  difendere  il  potere  d’acquisto dei  salari  e  la  dignità  del  lavoro».

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IL TEMPO, martedì 13 gennaio 2015

Il  30  gennaio  i  bancari  si  fermano  per  il  contratto

Venerdì  30  gennaio  saranno  in  sciopero  i  bancari  con  quattro  grandi  manifestazioni:  a  Milano,  Ravenna,  Roma  e  Palermo.  Le  organizzazioni  sindacali  di  categoria  Fabi,  Fiba  Cisl,  Fisac  Cgil,  Uilca,  Dircredito,  Ugl  Credito,  Sinfub  e  Unisin  proclamano  uno  sciopero  generale  di  tutta  la  categoria,  per  l’intera    giornata,  «a  sostegno  del  diritto  del  rinnovo  al  contratto  nazionale  di  lavoro»  e  «contro  la  decisione  unilaterale  di  Abi  di  dare  disdetta  e  successiva  disapplicazione  dei  contratti  collettivi  di  lavoro  dal  primo  aprile  di  quest’anno».  «Scioperiamo  contro  un’inconcepibile  chiusura,  intellettuale  e  politica,  delle  banche  rispetto  ai  diritti  dei  lavoratori»  spiega  Lando  Maria  Sileoni,  segretario  generale  della  Fabi.

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AVVENIRE, martedì 13 gennaio 2015

avvenire

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LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO, martedì 13 gennaio 2015

E  il  30  sciopero  generale  degli  operatori  bancari

 generale  dei  bancari  il  30  gennaio.  È  quanto  hanno  proclamato  i  sindacati  di  categoria  Fabi,  Fiba  Cisl,  Fisac  Cgil,  Uilca,  Dircredito,  Ugl  Credito,  Sinfub  e  Unisin  «a  sostegno  del  diritto  al  rinnovo  del  contratto  nazionale  di  lavoro»  e  «contro  la  decisione  unilaterale  di  Abi  di  dare  disdetta  e  successiva  disapplicazione  dei  contratti».  Previste  anche  quattro  grandi  manifestazioni:  a  Milano,  Ravenna,  Roma  e  Palermo.  Per  le  sigle  sindacali  promotrici  della  giornata  di  astensione  «il  contratto  nazionale  deve  rimanere  primo  elemento  di  diritto,  non  derogabile,  a  difesa  dell’occupazione  occupazione  e  dell’Area  Area  Contrattuale»;  inoltre  «il  bancario  non  è  un  numero  senza  volto,  ha  una  storia,  una  carriera,  una  professionalità  e  il  diritto  di  difendere  il  potere  d’acquisto  acquisto  dei  salari  e  la  dignità  del  lavoro»;  infine,  sciopero  perchè  «vogliamo  rimanere  bancari  al  servizio  del  Paese,  contro  l’egoismo  egoismo  dei  banchieri  al  fianco  dei  clienti  e  dei  risparmiatori».  «Scioperiamo  compatti  per  respingere  l’arroganza e  l’egoismo dei  banchieri  che  ci  vogliono  riportare  indietro  nel  tempo»,  concludono  i  sindacati.

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IL QUOTIDIANO DI CALABRIA martedì 13 gennaio 2015

Banche  stitiche,  pochi  i  prestiti – A  novembre  nel  settore  privato  c’è un  calo  dell’ 1,6%,  ma  a  ottobre  era  stato  del  2,1%

Andrea D’Ortenzio

ROMA  – Stentano  ancora  i  prestiti  delle  banche  in  Italia  malgrado  alcuni  segnali  di  miglioramento.  I  dati  della  Banca  d’Italia riferiti  a  novembre,  e  quindi  prima  dell’asta Tltro  della  Bce  di  inizio  dicembre,  mostrano  un  calo  dei  finanziamenti  al  settore  privato  dell’ 1,6%  contro  il  -2,1%  del  mese  precedente.  Si  riduce  il  passivo  dei  prestiti  alle  imprese  (da  -3,1%  a  -2,6%)  ma  l’obiettivo  obiettivo  di  riportali  in  territorio  positivo  resta  ancora  lontano.  Migliorano  ancora  quelli  alle  famiglie  (da  -0,6  a  -0,5%)  trainati  dai  mutui,  mercato  che  mostra  segnali  di  ripresa  dopo  un  2013  “horribilis”,  grazie  anche  ai  tassi  scesi  di  molto  negli  ultimi  mesi  (3,19%  la  rilevazione  di  novembre).  La  ripresa  stenta  però  non  solo  in  Italia  ma  ora  anche  in  Europa,  lo  spettro  della  deflazione  che  frena  i  consumi  oltre  che  le  difficoltà  delle  stesse  banche  alle  prese  con  i  nuovi  requisiti  imposto  dalla  Bce  rendono  il  quadro  ancora  incerto.  Chi  punta  il  dito  contro  la  scarsa  domanda  (se  non  altro  di  credito  “buono,  di  qualità”)  alla  base  della  debolezza  dei  prestiti  sottolinea  il  dato  in  aumento  dei  depositi  bancari  (+3,5%  contro  il  +2,3%  di  ottobre),  segno  che  ancora  molta  liquidità  resta  parcheggiata  anche  con  tassi  minimi.  Molti  osservatori  però  rilevano  il  rischio  che  le  banche,  anche  in  vista  del  Qe  della  Bce  per  l’acquisto  acquisto  di  titoli  di  stato,  indirizzino  sempre  più  i  loro  fondi  verso  Btp  e  Ctz.  A  fine  ottobre  il  totale  dei  titoli  in  mano  agli  istituti  del  nostro  paese  era  salito  a  414  miliardi  di  euro  contro  i  395  di  settembre.  Certo  il  Tltro  condiziona  i  fondi  al  finanziamento  dell’economia  economia  reale  ma  non  vi  è  un  meccanismo  sanzionatorio  particolarmente  duro.  La  nuova  vigilanza  unica  di  Francoforte  comunque  si  sta  già  facendo  sentire  con  l’imposizione  imposizione  di  paletti  di  capitale  pensati  su  misura  per  ogni  istituto,  fattore  che  potrebbe  condizionare  la  loro  politica  di  ripartizione  delle  risorse,  Mps  e  Carige,  che  non  hanno  passato  gli  stress  test,  sono  naturalmente  le  più  esposte  ma  anche  gli  altri  istituti  di  credito  devono  fare  i  conti  con  gli  accantonamenti  derivanti  dalla  crisi.  A  zavorrare  le  banche  è  ancora  la  mole  dei  prestiti  in  sofferenza.  Sempre  la  Banca  d’Italia  Italia  segnala  come  il  loro  tasso  di  crescita  rallenti  leggermente  da  19,1  a  18,4%.  Gli  ultimi  dati  abi  parlavano  di  oltre  160  miliardi  di  sofferenze  lorde  e  di  circa  la  metà  per  quelle  nette.  Intanto  è  di  nuovo  rottura  e  scontro  muro  contro  muro  fra  sindacati  e  Abi  per  il  rinnovo  del  contratto.  Fabi,  Fiba  Cisl,  Fisac  Cgil,  Uilca,  Dircredito,  Ugl  Credito,  Sinfub  e  Unisin  hanno  proclamato  uno  sciopero  generale  per  il  30  gennaio  con  manifestazioni  a  Milano,  Ravenna, Roma e Palermo.

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IL MANIFESTO, martedì 13 gennaio 2015

manifesto

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LA SICILIA (Catania), martedì 13 gennaio 2015

PER  IL  RINNOVO  DEL  CONTRATTO  DI  LAVORO – Banche,  il  30  gennaio  sciopero  generale

ROMA.  I  sindacati  dei  bancari  hanno  proclamato  lo  sciopero  generale  della  categoria  per  il  prossimo  30  gennaio,  a  sostegno  del  diritto  di  rinnovo  del  contratto  nazionale  e  contro  la  decisione  dell’Abi di  dare  disdetta  e  di  disapplicare  i  contratti  dal  prossimo  1  aprile.  Le  otto  sigle  del  settore  (Fabi,  Fiba- Cisl,  Fisac- Cgil,  Uilca,  Dircredito,  Ugl  Credito,  Sinfub  e  Unisin),  tornate  insieme  dopo  alcuni  anni  in  cui  Unisin  era  stato  estromesso  dal  primo  tavolo,  in  una  nota  congiunta  annunciano  quattro  grandi  manifestazioni  nazionali  dietro  l’ashtag  #sonobancario  al  servizio  del  paese:  tre  nelle  grandi  città  (Roma,  Milano  e  Palermo)  e  una  quarta  a  Ravenna,  città  del  presidente  dell’Abi,  Antonio  Patuelli.  A  scioperare,  per  tutta  la  giornata,  saranno  i  309mila dipendenti  delle  aziende  del  credito,  compresi  gli  apprendisti  e  i  lavoratori  con  contratto  a  tempo  determinato  e  d’inserimento.  È,  inoltre,  proclamata  l’astensione dal  lavoro  straordinario  dal  30  gennaio  al  28  febbraio,  fermo  restando  le  “franchigie”  previste.

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LA VOCE DI ROMAGNA, martedì 13 gennaio 2015

Il  30  gennaio  sciopero  e  manifestazione  in  città

Ancora  una  volta  Ravenna  sarà  teatro  della  protesta  di  piazza  dei  lavoratori  delle  banche.  Venerdì  30  gennaio  dietro  le  parole  ‘#sonobancario  al  servizio  del  paese’,  i  dipendenti  degli  istituti  di  credito  incroceranno  le  braccia  e  daranno  vita  a  quattro  manifestazioni  a  Milano,  Ravenna,  Roma  e  Palermo.  Le  organizzazioni  sindacali  di  categoria  Fabi,  Fiba- Cisl,  Fisac- Cgil,  Uilca,  Dircredito,  Ugl  Credito,  Sinfub  e  Unisin  proclamano,  infatti,  per  il  30  gennaio  uno  sciopero  generale  di  tutta  la  categoria,  per  l’intera  giornata,  “a  sostegno  del  diritto  del  rinnovo  al  contratto  nazionale  di  lavoro”  e  “contro  la  decisione  unilaterale  di  Abi  di  dare  disdetta  e  successiva  disapplicazione  dei  contratti  collettivi  di  lavoro  dal  primo  aprile  di  quest’anno”.  Si  ripeterà  così  lo  scenario  del  31  ottobre  2013  quando  Ravenna  fu  invasa  da  lavoratori  delle  banche  in  lotta  decisi  a  manifestare,  in  sciopero,  davanti  all’istituto di  credito  di  Antonio  Patuelli  (la  Cassa  di  risparmio  di  Ravenna),  numero  uno  dell’Abi

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GAZZETTA DI MANTOVA, martedì 13 gennaio 2015

Il  30  gennaio  bancari  in  sciopero  generale

È  di  nuovo  rottura  e  scontro  muro  contro  muro  fra  sindacati  e  Abi  per  il  rinnovo  del  contratto.  Fabi,  Fiba  Cisl,  Fisac  Cgil,  Uilca,  Dircredito,  Ugl  Credito,  Sinfub  e  Unisin  hanno  proclamato  uno  sciopero  generale  per  il  30  gennaio  con  cortei  a  Milano,  Ravenna,  Roma  e  Palermo.  Dopo  quello  dell’ottobre 2013,  il  primo  dopo  anni  di  “pace  sindacale”,  il  settore  resta  così  in  agitazione.  Non  è  previsto  alcun  incontro  fra  le  organizzazioni  sindacali  e  il  Comitato  Affari  sindacali  guidato  da  Alessandro  Profumo.  «Ora  si  fa  lo  sciopero  poi  si  vedrà»  spiega  una  fonte.  I  sindacati  scenderanno  in  piazza  a  sostegno  del  «diritto  al  rinnovo  del  contratto  nazionale  di  lavoro»  e  «contro  la  decisione  unilaterale  di  Abi  di  dare  disdetta  e  successiva  disapplicazione  dei  contratti».  «Il  contratto  nazionale  deve  rimanere  primo  elemento  di  diritto,  non  derogabile,  a  difesa  dell’occupazione»  dicono.  «Il  bancario  non  è  un  numero  senza  volto»  e  «vogliamo  rimanere  bancari  al  servizio  del  Paese,  contro  l’egoismo dei  banchieri  al  fianco  di  clienti  e  risparmiatori».

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IL SECOLO XIX, martedì 13 gennaio 2015

SCIOPERO  BANCARI  IL  30  GENNAIO

SCIOPERO  generale  dei  bancari  il  30  gennaio  proclamato  dai  sindacati  di  categoria  Fabi,  Fiba  Cisl,  Fisac  Cgil,  Uilca,  Dircredito,  Ugl  Credito,  Sinfub  e  Unis  in  «a  sostegno  del  diritto  al  rinnovo  del  contratto  nazionale  di  lavoro»  e  «contro  la  decisione  unilaterale  di  Abi  di  dare  disdetta  e  successiva  disapplicazione  dei  contratti».  Previste  anche  quattro  grandi  manifestazioni:  a  Milano,  Ravenna,  Roma  e  Palermo.  Per  i  sindacati  «il  contratto  nazionale  deve  rimanere  primo  elemento  di  diritto».

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IL GIORNALE DI BRESCIA, martedì 13 gennaio 2015

Il  30  gennaio  confermato  lo  sciopero  dei  bancari – Contro  la  disdetta  del  contratto.  Le  banche:  basta  automatismi  negli  aumenti  retributivi

ROMA – Sciopero  nazionale  dei  bancari  il  30  gennaio  e  quattro  manifestazioni  di  piazza  a  Roma,  Milano,  Ravenna  e  Palermo.  Le  sigle  del  settore,  Fabi,  Fiba  Cisl,  Fisac  Cgil,  Uilca,  Dircredito,  Ugl  Credito,  Sinfub  e  Unisin,  confermano  un  giorno  di  mobilitazione  e  di  astensione  dal  lavoro  a  fine  mese  per  protestare  contro  la  «decisione  unilaterale»  dell’Abi «di  dare  disdetta  e  successiva  disapplicazione  dei  contratti  collettivi  di  lavoro  dal  primo  aprile  di  quest’anno».  A  parte  la  data,  confermata  ieri,  l’intenzione dei  bancari  di  scioperare  era  già  nota  da  fine  novembre  quando  si  è  registrata  la  rottura  tra  le  parti  sul  rinnovo  del  contratto.  Sono  diversi  i  punti  su  cui  non  si  è  trovato  l’accordo e  che  hanno  contribuito  a  far  saltare  il  tavolo.  Le  richieste  dei  sindacati  si  basano  su  una  piattaforma  che  prevede  il  recupero  degli  scatti  di  anzianità  e  la  conferma  del  perimetro  di  calcolo  del  Tfr.  Secondo  l’Abi invece,  la  base  della  negoziazione  parte  dalla  fine  degli  automatismi  per  gli  aumenti  salariali  e  dalla  possibilità  di  dare  più  peso  alla  contrattazione  aziendale  di  secondo  livello.  La  richiesta  dei  lavoratori  è  quella  di  recuperare  l’inflazione con  un  aumento  triennale  del  6,05%.  Ma  l’associazione dei  banchieri  replica  con  la  proposta  di  un  aumento  dell’ 1,85%,  circa  53  euro  di  aumento  sui  tre  anni.  Per  i  bancari  la  posizione  dell’Abi è  da  respingere  in  blocco:  è  «inaccettabile  la  pregiudiziale  di  Abi  sul  blocco  degli  scatti  e  degli  automatismi  – sottolineano  i  sindacati  – se  accettata,  questa  misura  inciderebbe  sulle  buste  paga  dei  lavoratori  del  2,184%».  Quanto  al  blocco  degli  scatti  e  degli  automatismi,  spiegano  ancora  le  sigle  sindacali,  «si  arriverebbe  al  paradosso  che  l’ 1,85%  di  inflazione  riconosciuta  rappresenterebbe  un  incasso  minore  rispetto  a  quanto  si  perderebbe  per  effetto  del  blocco  degli  scatti  e  del  Tfr».  I  sindacati  chiedono  inoltre  il  rafforzamento  dell’area contrattuale  «per  tutelare  i  lavoratori  dal  rischio  esternalizzazioni,  il  mantenimento  degli  attuali  posti  di  lavoro  (dal  2000  al  2014  si  sono  già  persi  40mila posti  di  lavoro  nelle  banche  e  dal  2014  al  2020  altri  28mila  per  effetto  dei  prepensionamenti  volontari  stabiliti  nei  piani  industriali  dei  gruppi  bancari).  Infine,  i  sindacti  chiedono  che  i  posti  di  lavoro  vengano  mantenuti  anche  con  il  contributo  dei  vertici  e  che  «la  retribuzione  di  un  top  manager  non  superi  di  20  volte  quella  di  un  dipendente».

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LA PROVINCIA, martedì 13 gennaio 2015

CONTRATTO – Di  nuovo  rottura  tra  Abi  e  bancari  Il  30  gennaio  sciopero  generale

ROMA  — È  di  nuovo  rottura  e  scontro  muro  contro  muro  fra  sindacati  e  Abi  per  il  rinnovo  del  contratto.  Fabi,  Fiba  Cisl,  Fisac  Cgil,  Uilca,  Dircredito,  Ugl  Credito,  Sinfub  e  Unisin  hanno  proclamato  uno  sciopero  generale  per  il  30  gennaio  con  manifestazioni  a  Milano,  Ravenna,  Roma  e  Palermo.  Dopo  quello  dell’ottobre  ottobre  2013,  il  primo  dopo  anni  di  ‘pace  sindacale’,  il  settore  resta  così  in  agitazione.  Non  è  previsto  così  alcun  incontro  fra  le  organizzazioni  sindacali  e  il  Comitato  Affari  sindacali  guidato  da  Alessandro  Profumo.  I  sindacati  spiegano  di  voler  scendere  in  piazza  a  sostegno  del  diritto  al  rinnovo  del  contratto  nazionale  di  lavoro  e  contro  la  decisione  unilaterale  di  Abi  di  dare  disdetta  e  successiva  disapplicazione  dei  contratti».  Per  le  sigle  sindacali  promotrici  della  giornata  di  astensione  «il  contratto  nazionale  deve  rimanere  primo  elemento  di  diritto,  non  derogabile,  a  difesa  dell’occupazione;  inoltre  il  bancario  non  è  un  numero  senza  volto,  ha  una  storia,  una  carriera,  una  professionalità  e  il  diritto  di  difendere  il  potere  d’acquisto  acquisto  dei  salari  e  la  dignità  del  lavoro;  infine,  sciopero  perché  vogliamo  rimanere  bancari  al  servizio  del  Paese,  contro  l’egoismo dei  banchieri  al  fianco  dei  clienti  e  dei  risparmiatori».

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IL GIORNALE, martedì 13 gennaio 2015

LO  SCIOPERO  DEL  30  GENNAIO – I  bancari  provano  a  «spegnere»  il  web

Avviso  ai  trader  e  ai  correntisti  che  utilizzano  il  web:  il  30  gennaio  potrebbe  non  essere  il  giorno  migliore  per  pagare  un  bollettino  online  o  giocare  in  Borsa.  I  309  mila  bancari  italiani  hanno  infatti  confermato  una  giornata  di  sciopero  contro  la  linea  dura  tenuta  dall’Abi sul  rinnovo  del  contratto  nazionale.  I  sindacati  Fabi,  Fiba,  Fisac  e  Uilca,  oltre  a  far  sbarrare  le  filiali,  proveranno  a  portare  in  piazza  anche  tutti  gli  addetti  del  backoffice.  Quelli  che  più  rischiano  di  finire  oggetto  delle  esternalizzazioni.  Quattro  i  cortei:  Milano,  Roma,  Palermo  e  quello  tattico  di  Ravenna,  davanti  alla  locale  Cassa  di  risparmio  di  Antonio  Patuelli,  che  presiede  anche  la  stessa  Abi.

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LA NUOVA SARDEGNA, martedì 13 gennaio 2015

Il  30  gennaio  bancari  in  sciopero  generale

È  di  nuovo  rottura  e  scontro  muro  contro  muro  fra  sindacati  e  Abi  per  il  rinnovo  del  contratto.  Fabi,  Fiba  Cisl,  Fisac  Cgil,  Uilca,  Dircredito,  Ugl  Credito,  Sinfub  e  Unisin  hanno  proclamato  uno  sciopero  generale  per  il  30  gennaio  con  cortei  a  Milano,  Ravenna,  Roma  e  Palermo.  Dopo  quello  dell’ottobre 2013,  il  primo  dopo  anni  di  “pace  sindacale”,  il  settore  resta  così  in  agitazione.  Non  è  previsto  alcun  incontro  fra  le  organizzazioni  sindacali  e  il  Comitato  Affari  sindacali  guidato  da  Alessandro  Profumo.  «Ora  si  fa  lo  sciopero  poi  si  vedrà»  spiega  una  fonte.  I  sindacati  scenderanno  in  piazza  a  sostegno  del  «diritto  al  rinnovo  del  contratto  nazionale  di  lavoro»  e  «contro  la  decisione  unilaterale  di  Abi  di  dare  disdetta  e  successiva  disapplicazione  dei  contratti».  «Il  contratto  nazionale  deve  rimanere  primo  elemento  di  diritto,  non  derogabile,  a  difesa  dell’occupazione»  dicono.  «Il  bancario  non  è  un  numero  senza  volto»  e  «vogliamo  rimanere  bancari  al  servizio  del  Paese,  contro  l’egoismo dei  banchieri  al  fianco  di  clienti  e  risparmiatori».

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IL MATTINO DI PADOVA, martedì 13 gennaio 2015

ALTO ADIGE

CENTRO PROVINCIA PAVESE

LA TRIBUNA TREVISO

GAZZETTA DI REGGIO

GAZZETTA DI MODENA

LA NUOVA FERRARA

CORRIERE DELLE ALPI

TRENTINO

LA CITTA’ DI SALERNO

LA NUOVA VENEZIA E MESTRE

LA PROVINCIA PAVESE

Il  30  gennaio  bancari  in  sciopero  generale

È  di  nuovo  rottura  e  scontro  muro  contro  muro  fra  sindacati  e  Abi  per  il  rinnovo  del  contratto.  Fabi,  Fiba  Cisl,  Fisac  Cgil,  Uilca,  Dircredito,  Ugl  Credito,  Sinfub  e  Unisin  hanno  proclamato  uno  sciopero  generale  per  il  30  gennaio  con  cortei  a  Milano,  Ravenna,  Roma  e  Palermo.  Dopo  quello  dell’ottobre 2013,  il  primo  dopo  anni  di  “pace  sindacale”,  il  settore  resta  così  in  agitazione.  Non  è  previsto  alcun  incontro  fra  le  organizzazioni  sindacali  e  il  Comitato  Affari  sindacali  guidato  da  Alessandro  Profumo.  «Ora  si  fa  lo  sciopero  poi  si  vedrà»  spiega  una  fonte.  I  sindacati  scenderanno  in  piazza  a  sostegno  del  «diritto  al  rinnovo  del  contratto  nazionale  di  lavoro»  e  «contro  la  decisione  unilaterale  di  Abi  di  dare  disdetta  e  successiva  disapplicazione  dei  contratti».  «Il  contratto  nazionale  deve  rimanere  primo  elemento  di  diritto,  non  derogabile,  a  difesa  dell’occupazione»  dicono.  «Il  bancario  non  è  un  numero  senza  volto»  e  «vogliamo  rimanere  bancari  al  servizio  del  Paese,  contro  l’egoismo dei  banchieri  al  fianco  di  clienti  e  risparmiatori».

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GIORNALE DI SICILIA, martedì 13 gennaio 2015

Bancari  in  sciopero  giorno  30  per  il  contratto

È  di  nuovo  rottura  e  scontro  muro  contro  muro  fra  sindacati  e  Abi  per  il  rinnovo  del  contratto.  Fabi,  Fiba  Cisl,  Fisac  Cgil,  Uilca,  Dircredito,  Ugl  Credito,  Sinfub  e  Unisin  hanno  proclamato  uno  sciopero  generale  per  il  30  gennaio  con  manifestazioni  che  sono  previste  in  quattro  città  italiane:  Milano,  Ravenna,  Roma  e  Palermo.  Dopo  quello  dell’ottobre  ottobre  2013,  il  primo  dopo  anni  di  «pace  sindacale»,  il  settore  resta  così  in  agitazione.  Non  è  previsto  così  alcun  incontro  fra  le  organizzazioni  sindacali  e  il  Comitato  Affari  sindacali  guidato  da  Alessandro  Profumo.  «Ora  si  fa  lo  sciopero  poi  si  vedrà»  spiega  una  fonte sindacale.  I  sindacati  spiegano  di  voler  scendere  in  piazza  a  sostegno  del  diritto  al  rinnovo  del  contratto  nazionale  di  lavoro  «e  contro  la  decisione  unilaterale  di  Abi  di  dare  disdetta  e  successiva  disapplicazione  dei  contratti».  Per  le  sigle  sindacali  promotrici  della  giornata  di  astensione  «il  contratto  nazionale  deve  rimanere  primo  elemento  di  diritto,  non  derogabile,  a  difesa  dell’occupazione e  dell’Area  Area  Contrattuale».

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L’ARENA E BRESCIA OGGI, martedì 13 gennaio 2015

Rottura Tra Abi e sindacati – Il 30 gennaio sarà sciopero

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IL TIRRENO, martedì 13 gennaio 2015

Il  30  gennaio  bancari  in  sciopero  generale

 ©RIPRODUZIONE  RISERVATA  È  di  nuovo  rottura  e  scontro  muro  contro  muro  fra  sindacati  e  Abi  per  il  rinnovo  del  contratto.  Fabi,  Fiba  Cisl,  Fisac  Cgil,  Uilca,  Dircredito,  Ugl  Credito,  Sinfub  e  Unisin  hanno  proclamato  uno  sciopero  generale  per  il  30  gennaio  con  cortei  a  Milano,  Ravenna,  Roma  e  Palermo.  Dopo  quello  dell’ottobre 2013,  il  primo  dopo  anni  di  “pace  sindacale”,  il  settore  resta  così  in  agitazione.  Non  è  previsto  alcun  incontro  fra  le  organizzazioni  sindacali  e  il  Comitato  Affari  sindacali  guidato  da  Alessandro  Profumo.  «Ora  si  fa  lo  sciopero  poi  si  vedrà»  spiega  una  fonte.  I  sindacati  scenderanno  in  piazza  a  sostegno  del  «diritto  al  rinnovo  del  contratto  nazionale  di  lavoro»  e  «contro  la  decisione  unilaterale  di  Abi  di  dare  disdetta  e  successiva  disapplicazione  dei  contratti».  «Il  contratto  nazionale  deve  rimanere  primo  elemento  di  diritto,  non  derogabile,  a  difesa  dell’occupazione»  dicono.  «Il  bancario  non  è  un  numero  senza  volto»  e  «vogliamo  rimanere  bancari  al  servizio  del  Paese,  contro  l’egoismo dei  banchieri  al  fianco  di  clienti  e  risparmiatori».

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LA GAZZETTA DEL SUD, martedì 13 gennaio 2015

Il  30  gennaio – Bancari  in  sciopero  contro  la  disdetta  del  contratto

È  di  nuovo  rottura  e  scontro  muro  contro  muro  fra  sindacati  e  Abi  per  il  rinnovo  del  contratto.  Fabi,  Fiba  Cisl,  Fisac  Cgil,  Uilca,  Dircredito,  Ugl  Credito,  Sinfub  e  Unisin  hanno  proclamato  uno  sciopero  generale  per  il  30  gennaio  con  manifestazioni  a  Milano,  Ravenna,  Roma  e  Palermo.  Dopo  quello  dell’ottobre 2013,  il  primo  dopo  anni  di  “pace  sindacale”,  il  settore  resta  così  in  agitazione.  Non  è  previsto  così  alcun  incontro  fra  le  organizzazioni  sindacali  e  il  Comitato  Affari  sindacali  guidato  da  Alessandro  Profumo.  «Ora  si  fa  lo  sciopero  poi  si  vedrà»  spiega  una  fonte sindacale.  I  sindacati  spiegano  di  voler  scendere  in  piazza  a  sostegno  del  diritto  al  rinnovo  del  contratto  nazionale  di  lavoro»  e  “contro  la  decisione  unilaterale  di  Abi  di  dare  disdetta  e  successiva  disapplicazione  dei  contratti».  Per  le  sigle  sindacali  promotrici  della  giornata  di  astensione  «il  contratto  nazionale  deve  rimanere  primo  elemento  di  diritto,  non  derogabile,  a  difesa  dell’occupazione e  dell’Area Contrattuale»;  inoltre  «il  bancario  non  è  un  numero  senza  volto,  ha  una  storia,  una  carriera,  una  professionalità  e  il  diritto  di  difendere  il  potere  d’acquisto dei  salari  e  la  dignità  del  lavoro»;  infine,  sciopero  perché  «vogliamo  rimanere  bancari  al  servizio  del  Paese,  contro  l’egoismo dei  banchieri  al  fianco  dei  clienti  e  dei  risparmiatori».  «Scioperiamo  compatti  per  respingere  l’arroganza e l’egoismo  dei  banchieri  che  ci  vogliono  riportare  indietro  nel  tempo»,  concludono  i  sindacati.  «Scioperiamo  e  manifestiamo  contro  un’inconcepibile chiusura,  intellettuale  e  politica,  delle  banche  rispetto  ai  diritti  dei  lavoratori,  in  difesa  dell’occupazione e  per  ottenere  nuove  assunzioni  destinate  ai  giovani»  attacca  Lando  Maria  Sileoni,  Segretario  generale  della  Fabi. 

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LA PROVINCIA PAVESE, martedì 13 gennaio 2015

«La  gente  saprà  quel  che  succede»  Bancari  pronti  alla  mobilitazione

I bancari sono  pronti  nuovamente  allo  sciopero,  dopo  il  precedente  poco  più  di  un  anno  fa,  che  non  accadeva  da  oltre  dieci  anni.  «Perché  la  gente  deve  sapere  cosa  sta  succedendo  all’interno della  nostra  categoria»  hanno  denunciato  ieri  le  sigle  sindacali  di  settore  riunite  nella  sede  della  Cgil  varesina.  In  questi  giorni  sono  partite  le  assemblee  tra  i  lavoratori  «per  informarli  di  quanto  sta  accadendo  e  per  decidere  insieme  sullo  sciopero».  La  data  prevista  è  il  30  gennaio.  Dircredito,  Fabi,  Fiba  / Cisl,  Fisac  / Cgil,  Uilca  sono  oggi  più  che  mai  unite  nel  denunciare  «l’ennesimo atto  provocatorio  e  arrogante  di  Abi  che  a  fine  dicembre  ha  disdettato  il  nostro  contratto  nazionale  chiudendo  così  ogni  possibilità  di  trattativa».  Un  atto  grave,  ha  sottolineato  ieri  il  sindacato  «che  disconosce  anni  di  trattative  e  di  sacrifici  e  che  mette  ora  a  rischio  altri  posti  di  lavoro».  Secondo  il  sindacato  infatti  il  tentativo  di  Abi  «è  quello  di  mettere  al  primo  posto  la  scusa  della  crisi  e  farne  così  pagare  ai  lavoratori  le  conseguenze».  Negli  ultimi  cinque  anni  solo  in  provincia  di  Varese  abbiamo  perso  oltre  mille  bancari  «e  se  l’Abi,  come  dice,  ridurrà  di  altri  30,  35  mila  posti  di  lavoro  in  tutto  il  territorio  nazionale,  anche  la  nostra  provincia  pagherà  il  suo  conto»  ha  spiegato  il  sindacato.  Sono  tanti  dunque  i  motivi  che  spingono  la  categoria  al  nuovo  sciopero:  «Noi  ci  siamo  sempre  dimostrati  disponibili  al  confronto,  proponendo  una  nuova  forma  di  banca,  chiedendo  la  riqualificazione  del  personale,  ma  l’Abi ancora  una  volta  si  è  irrigidita  sulle  sue  posizioni».  Il  sindacato  punta  il  dito  contro  la  volontà  di  Abi  di  procedere  ad  uno  snellimento  del  contratto  nazionale  per  favorire  la  contrattazione  aziendale  «perchè  questo  vorrebbe  dire  perdere  diritti  acquisiti  in  anni  di  sacrifici  per  passare  ad  una  giungla».  E  se  la  prima  volta,  nel  settembre  del  2013,  lo  sciopero  ha  sortito  i  suoi  effetti,  con  il  ritiro  da  parte  di  Abi  della  prima  disdetta  del  contratto,  «ora  la  speranza  è  che  anche  questa  volta  si  possano  riaprire  velocemente  le  trattative».  1  Silvia  Bottelli

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IL RESTO DEL CARLINO – LA NAZIONE – IL GIORNO E LA CITTÀ, martedì 13 gennaio 2015

Scontro  sul  contratto  Banche  in  sciopero  il  30  gennaio

È  di  nuovo  rottura  e  scontro  muro  contro  muro  fra  sindacati  e  Abi  per  il  rinnovo  del  contratto.  Fabi,  Fiba  Cisl,  Fisac  Cgil,  Uilca,  Dircredito,  Ugl  Credito,  Sinfub  e  Unisin  hanno  proclamato  uno  sciopero  generale  per  il  30  gennaio  con  manifestazioni  a  Milano,  Ravenna,  Roma  e  Palermo;  è  la  prima  protesta  generale  da  quelle  dell’ottobre  ottobre  2013.

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CORRIERE DI ROMAGNA, martedì 13 gennaio 2015

A RAVENNA LA PROTESTA DEI LAVORATORI DELLE BANCHE

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BLOG – IL GIORNALE, lunedì 12 gennaio 2015

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Niente banche venerdì 30 gennaio

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AGI, lunedì 12 gennaio 2015

Banche: sindacati, sciopero generale il 30 gennaio (2)=

(AGI) – Roma, 12 gen. – “Scioperiamo e manifestiamo contro un’inconcepibile chiusura, intellettuale e politica, delle banche rispetto ai diritti dei lavoratori, in difesa dell’occupazione e per ottenere nuove assunzioni destinate ai giovani”, dice Lando Maria Sileoni, Segretario generale della FABI, il sindacato di maggioranza dei bancari, dopo che oggi e’ stata ufficializzata la data dello sciopero dei lavoratori del credito, fissata al prossimo 30 gennaio.

“Scioperiamo e manifestiamo per recuperare quegli aumenti economici legati all’inflazione – continua – per avere un contratto collettivo a tutela dell’intera categoria, contro la volonta’ politica delle banche di sostituire la nostra contrattazione nazionale con i contratti aziendali e di gruppo. Scioperiamo e manifestiamo per un nuovo modello di banca che difenda l’occupazione, aumenti i ricavi, garantisca famiglie e imprese tutelando la qualita’ della vita e la professionalita’ delle lavoratrici e dei lavoratori bancari”.

A scioperare, per tutta la giornata, saranno i 309mila dipendenti delle aziende del credito, compresi gli apprendisti e i lavoratori con contratto a tempo determinato e d’inserimento. Contestualmente si svolgeranno quattro manifestazioni di protesta a Milano, Roma, Palermo e Ravenna.E’, inoltre, proclamata l’astensione dal lavoro straordinario dal 30 gennaio al 28 febbraio 2015, fermo restando le “franchigie” previste. Lo sciopero e’ stato indetto dalle organizzazioni sindacali a sostegno del rinnovo della contrattazione collettiva e contro la decisione unilaterale dell’Abi di disdettare il contratto collettivo nazionale di categoria, che cessera’ di essere applicato a partire dal primo aprile. (AGI)   Red/Mgm

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CORRIERE.it, lunedì 12 gennaio 2015

«Sciopero generale dei bancari» – Sindacati rompono con l’Abi – Proclamazione di un giorno di protesta il prossimo 30 gennaio da parte di tutte le sigle di settore. Previste anche manifestazioni a Roma, Milano, Ravenna e Palermo

MILANO Sul tavolo non ci sono soltanto 136 euro per i prossimi tre anni (la differenza tra le parti circa l’adeguamento degli stipendi all’inflazione), ma la totale rivisitazione del contratto dei bancari. Da un lato l’Abi, l’associazione bancaria italiana – che ha preannunciato la «disdetta» del contratto nazionale se non lo si rinnova entro il 31 marzo – chiede di rimodulare tutta una serie di voci (dal trattamento di fine rapporto alle indennità di cassa per i terminalisti fino a un minore adeguamento dei salari all’andamento dell’inflazione con inevitabili ripercussioni in busta paga). Dall’altro le sigle sindacali di settore che chiedono di tutelare gli addetti «dal rischio esternalizzazioni» (una clausola di salvaguardia in caso di aggregazioni tra istituti e cessioni di ramo d’azienda), il mantenimento degli attuali posti di lavoro e una maggiore equità nella dinamica dei compensi tra top manager e l’ultimo degli «sportellisti».

Ecco perché, tra le altre, Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Dircredito hanno deciso ieri di proclamare una giornata di sciopero il prossimo 30 gennaio «a sostegno del diritto del rinnovo al contratto nazionale di lavoro». Lo spauracchio – lamentano i confederali – è che dal primo aprile potrebbe decadere l’intera architettura contrattuale nazionale portando ad una negoziazione territoriale/aziendale «con gravi conseguenze per i redditi dei lavoratori». Rileva Lando Sileoni, segretario generale Fabi, che soltanto mediante il blocco degli scatti di anzianità il salario medio di un bancario perderebbe 345 euro al mese. Per uno scontrino negativo, su 25 anni, di 112.500 euro, a cui si aggiungerebbero altri 11 mila euro di perdita su Tfr e fondi pensione. Calcoli che l’Abi nega. Tuttavia l’associazione sollecita la necessità di «adeguare il settore a scenari profondamente diversi». Soprattutto l’avvio della Vigilanza unica europea e l’ipotesi, neanche così velata, di aggregazioni tra gli istituti di credito per rispondere a requisiti patrimoniali più stringenti. Che fa il paio con un ciclo economico di prolungata contrazione del Pil che evidentemente suggerisce una rivisitazione al ribasso della componente reddituale.

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RADIOCOR, lunedì 12 gennaio 2015

Banche: sindacati proclamano sciopero generale per 30 gennaio -3-

Sileoni (Fabi): ‘dalle banche inconcepibile chiusura’ (Il Sole 24 Ore Radiocor) – Roma, 12 gen – ‘Scioperiamo e manifestiamo contro un’inconcepibile chiusura, intellettuale e politica, delle banche rispetto ai diritti dei lavoratori, in difesa dell’occupazione e per ottenere nuove assunzioni destinate ai giovani” commenta il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, che tra le motivazioni dello sciopero del prossimo 30 gennaio aggiunge il recupero degli “aumenti economici legati all’inflazione” e per un contratto “a tutela dell’intera categoria, contro la volonta’ politica delle banche di sostituire la nostra contrattazione nazionale con i contratti aziendali e di gruppo”. Oltre alla giornata di sciopero, rivela Sileoni, e’ stata proclamata l’astensione dallo straordinario dal 30 gennaio al 28 febbraio, ferme restando le ‘franchigie’ previste.

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AFFARI ITALIANI, lunedì 12 gennaio 2015

Braccia incrociate in banca: sciopero generale il 30 gennaio

Lunedì, 12 gennaio 2015 – 15:16:00

Bancari, c’è la data dello sciopero. I sindacati del credito hanno proclamato lo sciopero generale della categoria per il prossimo 30 gennaio, a sostegno del diritto di rinnovo del contratto nazionale e contro la decisione del’Abi di dare disdetta e di disapplicare i contratti dal prossimo primo aprile. Si tratta del secondo sciopero della storia dei bancari. La protesta è stata proclamata da Fisac-Cgil, Fiba-Cisl, Fabi, Uilca, Dircredito, Ugl Credito, Sinfub e Unisin, con “quattro grandi manifestazioni: a Roma, Milano, Ravenna e Palermo”. I sindacati del credito hanno così deciso lo sciopero per l’intera giornata.

Le sigle spiegano in una nota che lo sciopero si svolgerà con lo slogan “#sonobancario al servizio del Paese”. Per le sigle sindacali promotrici della giornata di astensione “il contratto nazionale deve rimanere primo elemento di diritto, non derogabile, a difesa dell’occupazione e dell’Area Contrattuale”; inoltre “il bancario non è un numero senza volto, ha una storia, una carriera, una professionalità e il diritto di difendere il potere d’acquisto dei salari e la dignità del lavoro”; infine, lo sciopero viene indetto perché “vogliamo rimanere bancari al servizio del Paese, contro l’egoismo dei banchieri, al fianco dei clienti e dei risparmiatori”. “Scioperiamo compatti per respingere l’arroganza e l’egoismo dei banchieri che ci vogliono riportare indietro nel tempo”, concludono i rappresentanti dei lavoratori.

 “Scioperiamo e manifestiamo contro un’inconcepibile chiusura, intellettuale e politica, delle banche rispetto ai diritti dei lavoratori, in difesa dell’occupazione e per ottenere nuove assunzioni destinate ai giovani”, ha dichiarato Lando Maria Sileoni, segretario generale della FABI, il sindacato di maggioranza dei bancari. “Scioperiamo e manifestiamo – ha aggiunto il sindacalista – per recuperare quegli aumenti economici legati all’inflazione, per avere un contratto collettivo a tutela dell’intera categoria, contro la volontà politica delle banche di sostituire la nostra contrattazione nazionale con i contratti aziendali e di gruppo. Scioperiamo e manifestiamo per un nuovo modello di banca che difenda l’occupazione, aumenti i ricavi, garantisca famiglie e imprese tutelando la qualità della vita e la professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori bancari”.

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LA REPUBBLICA.it, lunedì 12 gennaio 2015

Braccia incrociate in banca: sciopero generale il 30 gennaio

I sindacati hanno proclamato l’agitazione contro la decisione dell’Abi, l’associazione degli istituti di credito tricolori, di disdettare i contratti nazionali dal prossimo aprile. Durerà tutta la giornata, quattro manifestazioni a Roma, Milano, Ravenna e Palermo

Braccia incrociate in banca: sciopero generale il 30 gennaio

MILANO – I sindacati dei bancari hanno proclamato lo sciopero generale della categoria per il prossimo 30 gennaio, a sostegno del diritto di rinnovo del contratto nazionale e contro la decisione dell’Abi, l’Associazione delle banche italiane, di dare disdetta e di disapplicare i contratti dal prossimo primo aprile.

La protesta è stata proclamata da Fisac-Cgil, Fiba-Cisl, Fabi, Uilca, Dircredito, Ugl Credito, Sinfub e Unisin, con “quattro grandi manifestazioni: a Roma, Milano, Ravenna e Palermo”. I sindacati del credito hanno così deciso lo sciopero per l’intera giornata.

Le sigle spiegano in una nota che lo sciopero si svolgerà con lo slogan “#sonobancario al servizio del Paese”. Per le sigle sindacali promotrici della giornata di astensione “il contratto nazionale deve rimanere primo elemento di diritto, non derogabile, a difesa dell’occupazione e dell’Area Contrattuale”; inoltre “il bancario non è un numero senza volto, ha una storia, una carriera, una professionalità e il diritto di difendere il potere d’acquisto dei salari e la dignità del lavoro”; infine, lo sciopero viene indetto perché “vogliamo rimanere bancari al servizio del Paese, contro l’egoismo dei banchieri, al fianco dei clienti e dei risparmiatori”. “Scioperiamo compatti per respingere l’arroganza e l’egoismo dei banchieri che ci vogliono riportare indietro nel tempo”, concludono i rappresentanti dei lavoratori.

“Scioperiamo e manifestiamo contro un’inconcepibile chiusura, intellettuale e politica, delle banche rispetto ai diritti dei lavoratori, in difesa dell’occupazione e per ottenere nuove assunzioni destinate ai giovani”, aggiunge Lando Sileoni, segretario della Fabi, spiegando che l’agitazione prevede anche lo stop agli straordinari per febbraio. “Scioperiamo e manifestiamo per recuperare quegli aumenti economici legati all’inflazione, per avere un contratto collettivo a tutela dell’intera categoria, contro la volontà politica delle banche di sostituire la nostra contrattazione nazionale con i contratti aziendali e di gruppo. Scioperiamo e manifestiamo per un nuovo modello di banca che difenda l’occupazione, aumenti i ricavi, garantisca famiglie e imprese tutelando la qualità della vita e la professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori bancari”.

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L’ECO DI BERGAMO.it, lunedì 12 gennaio 2015

Bancari in sciopero il 30 gennaio – 40 assemblee per salvare il contratto

Bancari in sciopero il 30 gennaio per il rinnovo del contratto nazionale. E fino al 28 gennaio sono circa 40 le assemblee a Bergamo e in provincia.

La protesta – spiega un comunicato di Dircredito, Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil , Uilca Uil e Unisin – è anche contro la decisione unilaterale di Abi di dare disdetta, non applicandoli più, dei contratti collettivi dal 1° aprile.

Attorno alle 17 di lunedì si è conclusa la prima delle assemblee organizzate dai bancari di Bergamo in vista dello sciopero nazionale del settore: il 30 gennaio incroceranno le braccia i lavoratori degli istituti di credito di tutto il Paese.

La mobilitazione – spiegano i sindacati – ha l’obiettivo di «respingere l’arroganza dei banchieri che ci vogliono riportare indietro nel tempo». Con l’astensione dal lavoro si chiederà che il contratto nazionale rimanga primo elemento di diritto, non derogabile, a difesa dell’occupazione e dell’area contrattuale.

Lo sportello di una banca 

I sindacati protestano perché «il bancario non è un numero senza volto, ha una storia, una carriera, una professionalità e il diritto di difendere il potere d’acquisto dei salari e la dignità del lavoro» e «perché vogliamo rimanere bancari al servizio del Paese, contro l’egoismo dei banchieri al fianco dei clienti e dei risparmiatori».

A Bergamo e in tutta la provincia a partire da lunedì (nella sede del Credito Valtellinese) e fino al 28 gennaio si terranno in totale circa quaranta assemblee: «Le trattative per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro, nei fatti, non sono mai iniziate – si legge in una nota dei sindacati a livello provinciale – . L’Abi, aldilà delle dichiarazioni formali rilasciate alla stampa, continua a mantenere una posizione di assoluta rigidità. I banchieri non solo non vogliono rinnovare il contratto nazionale di lavoro sulla scorta delle nostre richieste ma vogliono un ‘rinnovo’ che consista nello svuotamento del contratto nazionale. Vogliono avere completa libertà di azione nel gestire le ristrutturazioni aziendali con un solo forsennato obiettivo che consiste nella riduzione del costo del lavoro. Il tentativo è quello di ridurre ulteriormente il numero degli attuali occupati nel settore, azzerare gli automatismi economici, scardinare il sistema degli inquadramenti e complessivamente cancellare le tutele realizzate in oltre 65 anni di storia negoziale».

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ANSA, lunedì 12 gennaio 2015

Banche: Fabi, sciopero contro chiusura su diritti lavoratori

            (ANSA) – ROMA, 12 GEN – “Scioperiamo e manifestiamo contro un’inconcepibile chiusura, intellettuale e politica, delle banche rispetto ai diritti dei lavoratori, in difesa dell’occupazione e per ottenere nuove assunzioni destinate ai giovani”. A dichiararlo è Lando Maria Sileoni, Segretario generale della Fabi. “scioperiamo e manifestiamo per recuperare quegli aumenti economici legati all’inflazione, per avere un contratto collettivo a tutela dell’intera categoria, contro la volontà politica delle banche di sostituire la nostra contrattazione nazionale con i contratti aziendali e di gruppo. Scioperiamo e manifestiamo per un nuovo modello di banca che difenda l’occupazione, aumenti i ricavi, garantisca famiglie e imprese tutelando la qualità della vita e la professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori bancari”.(ANSA).

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ADNKRONOS, lunedì 12 gennaio 2015

BANCHE: FABI, SCIOPERIAMO CONTRO INCONCEPIBILE CHIUSURA POLITICA – venerdì 30 sciopero dei lavoratori del credito per rinnovo contratto

Roma, 12 gen. (AdnKronos) – “Scioperiamo e manifestiamo contro un’inconcepibile chiusura, intellettuale e politica, delle banche rispetto ai diritti dei lavoratori, in difesa dell’occupazione e per ottenere nuove assunzioni destinate ai giovani”. Ad affermarlo in una nota è Lando Maria Sileoni, il segretario generale della Fabi, il sindacato di maggioranza dei bancari, dopo che oggi è stata ufficializzata la data dello sciopero dei lavoratori del credito, fissata al prossimo 30 gennaio.

“Scioperiamo e manifestiamo -sottolinea il sindacalista- per recuperare quegli aumenti economici legati all’inflazione, per avere un contratto collettivo a tutela dell’intera categoria, contro la volontà politica delle banche di sostituire la nostra contrattazione nazionale con i contratti aziendali e di gruppo. Scioperiamo e manifestiamo per un nuovo modello di banca che difenda l’occupazione, aumenti i ricavi, garantisca famiglie e imprese tutelando la qualità della vita e la professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori bancari”.

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(AdnKronos) – A scioperare, per tutta la giornata, saranno i 309mila dipendenti delle aziende del credito, compresi gli apprendisti e i lavoratori con contratto a tempo determinato e d’inserimento. Contestualmente si svolgeranno quattro manifestazioni di protesta a Milano, Roma, Palermo e Ravenna.

È, inoltre, proclamata l’astensione dal lavoro straordinario dal 30 gennaio al 28 febbraio 2015, fermo restando le ‘franchigie’ previste. Lo sciopero è stato indetto dalle organizzazioni sindacali a sostegno del rinnovo della contrattazione collettiva e contro la decisione unilaterale dell’Abi di disdettare il contratto collettivo nazionale di categoria, che cesserà di essere applicato a partire dal primo aprile.

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da RADIOCOR via BORSA ITALIANA, lunedì 12 gennaio 2015

Banche: sindacati proclamano sciopero generale per 30 gennaio — Sileoni (Fabi): ‘dalle banche inconcepibile chiusura’

(Il Sole 24 Ore Radiocor) – Roma, 12 gen – ‘Scioperiamo e manifestiamo contro un’inconcepibile chiusura, intellettuale e politica, delle banche rispetto ai diritti dei lavoratori, in difesa dell’occupazione e per ottenere nuove assunzioni destinate ai giovani” commenta il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, che tra le motivazioni dello sciopero del prossimo 30 gennaio aggiunge il recupero degli “aumenti economici legati all’inflazione” e per un contratto “a tutela dell’intera categoria, contro la volonta’ politica delle banche di sostituire la nostra contrattazione nazionale con i contratti aziendali e di gruppo”. Oltre alla giornata di sciopero, rivela Sileoni, e’ stata proclamata l’astensione dallo straordinario dal 30 gennaio al 28 febbraio, ferme restando le ‘franchigie’ previste.com-Ggz

(RADIOCOR) 12-01-15 16:35:42 (0453) 3 NNNN

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