MF-MILANO FINANZA, martedì 13 gennaio 2015
I bancari di nuovo in sciopero il 30 gennaio
di Antonio Satta
Lo sciopero era inevitabile ed è stato confermato per il prossimo 30 gennaio. Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Dircredito, Ugl Credito, Sinfub e Unisin, tutte le sigle sindacali, insomma, hanno ribadito ieri che dopo 12 anni di tregua, per la seconda volta in poco più di un anno i bancari incroceranno le braccia per avere un nuovo contratto che, tra l’altro, preservi gli attuali meccanismi di adeguamento automatico del costo del lavoro. Ossia gli scatti d’anzianità e il meccanismo di rivalutazione del tfr, uno dei nodi sui quali si è arrivati alla rottura con l’Abi. Ora, quindi, è il momento della mobilitazione. Infatti Lando Maria Sileoni, il segretario della Fabi, la sigla più rappresentativa tra quelle in campo, usa i toni dello scontro: «Scioperiamo e manifestiamo contro un’inconcepibile chiusura, intellettuale e politica, delle banche rispetto ai diritti dei lavoratori, in difesa dell’occupazione e per ottenere nuove assunzioni destinate ai giovani». Ma proprio quest’ultimo obiettivo è uno dei temi sui quali, in maniera molto riservata, sta continuando il confronto con le banche. Oggi se le banche assumono un giovane a tempo indeterminato scatta l’intervento del Fondo per l’occupazione (alimentato con il conferimento di una giornata di lavoro dei bancari e il 4% della retribuzione dei top manager). Lo stipendio del giovane stabilizzato, però, nella prima fase è più basso del 18% rispetto ai minimi contrattuali (in sostanza i giovani cominciano guadagnando poco più di 1.200 euro netti mensili). La proposta dei sindacati, su cui l’Abi ha accettato di discutere, è che la decurtazione, proprio per effetto dell’intervento del fondo, scenda al 10%. Più difficile il confronto su tfr e scatti, per i quali i sindacati sono disposti solo a un congelamento per il triennio di validità del nuovo contratto, mentre l’Abi chiede una modifica strutturale del meccanismo automatico. Le banche poi non mollano sulla richiesta di scendere da 13 livelli d’inquadramento a sei, ma sono più flessibili sul tema dell’area contrattuale, che invece è cruciale per i sindacati, convinti che, se non si restringe l’area delle possibili esternalizzazioni, possano essere a rischio da 60 mila a 70 mila posti di lavoro. In ogni caso dopo lo sciopero ci saranno solo due mesi per chiudere l’intesa, perché dall’1 aprile, in assenza di accordo, l’Abi ha già detto che disapplicherà il vecchio contratto. (riproduzione riservata)
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IL SOLE 24 ORE, martedì 13 gennaio 2015
Contratti. I sindacati bocciano l’1,85% in più di aumento dell’inflazione in cambio del blocco di scatti e Tfr – Banche ferme il 30 gennaio – A deciderlo le assemblee dei lavoratori – Manifestazioni in quattro città
I sindacati dei bancari di Abi mobilitano la categoria. Per la seconda volta in poco più di un anno. Dopo 12 anni di pace sociale, il primo sciopero è arrivato il 31 ottobre del 2013. Allora la causa fu la disdetta unilaterale del contratto da parte di Abi e, secondo fonti sindacali, l’adesione arrivò al 90%. Questa volta,dopo aver bloccato le relazioni sindacali nei gruppi, il 30 gennaio arriverà anche un secondo sciopero e manifestazioni in 4 città: Roma, Milano, Palermo e Ravenna. Il negoziato, su cui pende la disdetta al 31 dicembre del 2014 con disapplicazione dal primo aprile, si è interrotto. La distanza tra le parti, per ora, appare incolmabile. I banchieri chiedono un contratto sostenibile come ha ribadito, in varie occasioni, il presidente della delegazione di Abi, Alessandro Profumo. Sostenibilità per le aziende significa eliminare gli automatismi, dato il difficile contesto attuale. Tradotto, automatismi significa scatti e quindi Tfr. In cambio i banchieri sono disposti a riconoscere un aumento dell’inflazione dell’1,85%. Inaccettabile per i sindacati perché sarebbe inferiore a quanto perso.
Nel volantino firmato da Dircredito, Fabi, Fiba, Fisac, Sinfub, Ugl, Uilca e Unisin l’hashtag #sono bancario al servizio del paese è un chiaro segnale che i tempi sono cambiati anche nella modalità di comunicare. E vuole fare emergere un bancario che non guarda solo al suo contratto, ma al ruolo delle banche verso il paese e le imprese. «Scioperiamo e manifestiamo contro un’inconcepibile chiusura, intellettuale e politica, delle banche rispetto ai diritti dei lavoratori, in difesa dell’occupazione e per ottenere nuove assunzioni destinate ai giovani», dice Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi. I banchieri «ci hanno detto no su tutto e adesso dovranno assumersi la responsabilità, di fronte al governo, della loro posizione ottusa», continua Sileoni, secondo il quale «quello di cui i banchieri sono preoccupati sono solo le aggregazioni. Il Sacro Graal è per loro il Draghi-pensiero. Noi vogliamo un contratto che tuteli l’occupazione e il recupero dell’inflazione. Non accetteremo una riforma strutturale: ogni contratto ha un inizio e una fine».
La categoria, secondo quanto emerge dalle assemblee è compatta. Il segretario generale della Fisac Cgil, Agostino Megale racconta che «stanno dando il pieno sostegno allo sciopero», anche se, sostiene il segretario generale della Fiba Cisl, Giulio Romani, «le controparti hanno irrigidito la loro posizione e ci risulta che stanno cercando di impedire la partecipazione dei lavoratori». Per Megale «Abi deve superare le pregiudiziali e dare pari dignità alla trattativa. Vogliamo un contratto capace di migliorare le condizioni economiche e salariali e difendere occupazione e area contrattuale. Non ci staremo mai ad espellere 60mila persone dal perimetro contrattuale». I sindacati, conclude Romani «chiamano i lavoratori allo sciopero e invitano la cittadinanza a osservarlo. Come in passato, non stiamo scioperando per mere questioni economiche ma per garantire al sistema un futuro: c’è una richiesta rivendicativa, ma c’è anche la proposta di un modello di banca. Le banche però hanno rifiutato il confronto. Chiedono solo una riduzione dei costi». © RIPRODUZIONE RISERVATA Cristina Casadei
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LA STAMPA (SU 16 EDIZIONI), martedì 13 gennaio 2015
Banche, sofferenze a + 18% – E il 30 gennaio sciopero per il contratto che non c’è
Francesco Spini
(cliccare sull’immagine per ingrandire)
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IL MESSAGGERO, martedì 13 gennaio 2015
Bancari sciopero il 30 gennaio
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CORRIERE DELLA SERA, martedì 13 gennaio 2015
Bancari, rottura Abi- sindacato «Sciopero il 30 gennaio»
Fabio Savelli
Sul tavolo non ci sono soltanto 136 euro per i prossimi tre anni (la differenza tra le parti circa l’adeguamento degli stipendi all’inflazione), ma la totale rivisitazione del contratto dei bancari. Da un lato l’Abi, l’Associazione bancaria italiana — che ha preannunciato la «disdetta» del contratto nazionale — chiede di rimodulare tutta una serie di voci. Dall’altro altro le sigle sindacali che chiedono, tra le altre cose, di tutelare gli addetti «dal rischio esternalizzazioni». Ecco perché Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Dircredito hanno deciso ieri di proclamare una giornata di sciopero il prossimo 30 gennaio «a sostegno del diritto del rinnovo al contratto nazionale».
LA REPUBBLICA, martedì 13 gennaio 2015
Il 30 gennaio bancari in sciopero rottura con l’Abi sul contratto
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L’ECO DI BERGAMO, martedì 13 gennaio 2015
Bancari, deciso lo sciopero il 30 gennaio – Prime assemblee in provincia
Bancari in sciopero venerdì 30 gennaio per protestare contro il mancato rinnovo del contratto nazionale di categoria e contro la decisione unilaterale di Abi di dare disdetta e successiva disapplicazione dei contratti collettivi di lavoro dal 1 ° aprile. A Bergamo e in tutta la provincia e fino al 28 gennaio si terranno in totale circa 40 assemblee, la prima si è tenuta ieri nella sede del Credito Valtellinese. La mobilitazione, spiegano le sigle sindacali Dircredito, Fabi, Fiba- Cisl, Fisac- Cgil, Uilca- Uil e Unisin, «ha come obiettivo quello di respingere l’arroganza dei banchieri che ci vogliono riportare indietro nel tempo». Con l’astensione dal lavoro si chiederà che il contratto nazionale rimanga primo elemento di diritto, non derogabile, a difesa dell’occupazione e dell’area contrattuale. Si protesterà perché «il bancario non è un numero senza volto, ha una storia, una carriera, una professionalità e il diritto di difendere il potere d’acquisto dei salari e la dignità del lavoro».
IL TEMPO, martedì 13 gennaio 2015
Il 30 gennaio i bancari si fermano per il contratto
Venerdì 30 gennaio saranno in sciopero i bancari con quattro grandi manifestazioni: a Milano, Ravenna, Roma e Palermo. Le organizzazioni sindacali di categoria Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Dircredito, Ugl Credito, Sinfub e Unisin proclamano uno sciopero generale di tutta la categoria, per l’intera giornata, «a sostegno del diritto del rinnovo al contratto nazionale di lavoro» e «contro la decisione unilaterale di Abi di dare disdetta e successiva disapplicazione dei contratti collettivi di lavoro dal primo aprile di quest’anno». «Scioperiamo contro un’inconcepibile chiusura, intellettuale e politica, delle banche rispetto ai diritti dei lavoratori» spiega Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi.
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AVVENIRE, martedì 13 gennaio 2015
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LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO, martedì 13 gennaio 2015
E il 30 sciopero generale degli operatori bancari
generale dei bancari il 30 gennaio. È quanto hanno proclamato i sindacati di categoria Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Dircredito, Ugl Credito, Sinfub e Unisin «a sostegno del diritto al rinnovo del contratto nazionale di lavoro» e «contro la decisione unilaterale di Abi di dare disdetta e successiva disapplicazione dei contratti». Previste anche quattro grandi manifestazioni: a Milano, Ravenna, Roma e Palermo. Per le sigle sindacali promotrici della giornata di astensione «il contratto nazionale deve rimanere primo elemento di diritto, non derogabile, a difesa dell’occupazione occupazione e dell’Area Area Contrattuale»; inoltre «il bancario non è un numero senza volto, ha una storia, una carriera, una professionalità e il diritto di difendere il potere d’acquisto acquisto dei salari e la dignità del lavoro»; infine, sciopero perchè «vogliamo rimanere bancari al servizio del Paese, contro l’egoismo egoismo dei banchieri al fianco dei clienti e dei risparmiatori». «Scioperiamo compatti per respingere l’arroganza e l’egoismo dei banchieri che ci vogliono riportare indietro nel tempo», concludono i sindacati.
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IL QUOTIDIANO DI CALABRIA martedì 13 gennaio 2015
Banche stitiche, pochi i prestiti – A novembre nel settore privato c’è un calo dell’ 1,6%, ma a ottobre era stato del 2,1%
Andrea D’Ortenzio
ROMA – Stentano ancora i prestiti delle banche in Italia malgrado alcuni segnali di miglioramento. I dati della Banca d’Italia riferiti a novembre, e quindi prima dell’asta Tltro della Bce di inizio dicembre, mostrano un calo dei finanziamenti al settore privato dell’ 1,6% contro il -2,1% del mese precedente. Si riduce il passivo dei prestiti alle imprese (da -3,1% a -2,6%) ma l’obiettivo obiettivo di riportali in territorio positivo resta ancora lontano. Migliorano ancora quelli alle famiglie (da -0,6 a -0,5%) trainati dai mutui, mercato che mostra segnali di ripresa dopo un 2013 “horribilis”, grazie anche ai tassi scesi di molto negli ultimi mesi (3,19% la rilevazione di novembre). La ripresa stenta però non solo in Italia ma ora anche in Europa, lo spettro della deflazione che frena i consumi oltre che le difficoltà delle stesse banche alle prese con i nuovi requisiti imposto dalla Bce rendono il quadro ancora incerto. Chi punta il dito contro la scarsa domanda (se non altro di credito “buono, di qualità”) alla base della debolezza dei prestiti sottolinea il dato in aumento dei depositi bancari (+3,5% contro il +2,3% di ottobre), segno che ancora molta liquidità resta parcheggiata anche con tassi minimi. Molti osservatori però rilevano il rischio che le banche, anche in vista del Qe della Bce per l’acquisto acquisto di titoli di stato, indirizzino sempre più i loro fondi verso Btp e Ctz. A fine ottobre il totale dei titoli in mano agli istituti del nostro paese era salito a 414 miliardi di euro contro i 395 di settembre. Certo il Tltro condiziona i fondi al finanziamento dell’economia economia reale ma non vi è un meccanismo sanzionatorio particolarmente duro. La nuova vigilanza unica di Francoforte comunque si sta già facendo sentire con l’imposizione imposizione di paletti di capitale pensati su misura per ogni istituto, fattore che potrebbe condizionare la loro politica di ripartizione delle risorse, Mps e Carige, che non hanno passato gli stress test, sono naturalmente le più esposte ma anche gli altri istituti di credito devono fare i conti con gli accantonamenti derivanti dalla crisi. A zavorrare le banche è ancora la mole dei prestiti in sofferenza. Sempre la Banca d’Italia Italia segnala come il loro tasso di crescita rallenti leggermente da 19,1 a 18,4%. Gli ultimi dati abi parlavano di oltre 160 miliardi di sofferenze lorde e di circa la metà per quelle nette. Intanto è di nuovo rottura e scontro muro contro muro fra sindacati e Abi per il rinnovo del contratto. Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Dircredito, Ugl Credito, Sinfub e Unisin hanno proclamato uno sciopero generale per il 30 gennaio con manifestazioni a Milano, Ravenna, Roma e Palermo.
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IL MANIFESTO, martedì 13 gennaio 2015
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LA SICILIA (Catania), martedì 13 gennaio 2015
PER IL RINNOVO DEL CONTRATTO DI LAVORO – Banche, il 30 gennaio sciopero generale
ROMA. I sindacati dei bancari hanno proclamato lo sciopero generale della categoria per il prossimo 30 gennaio, a sostegno del diritto di rinnovo del contratto nazionale e contro la decisione dell’Abi di dare disdetta e di disapplicare i contratti dal prossimo 1 aprile. Le otto sigle del settore (Fabi, Fiba- Cisl, Fisac- Cgil, Uilca, Dircredito, Ugl Credito, Sinfub e Unisin), tornate insieme dopo alcuni anni in cui Unisin era stato estromesso dal primo tavolo, in una nota congiunta annunciano quattro grandi manifestazioni nazionali dietro l’ashtag #sonobancario al servizio del paese: tre nelle grandi città (Roma, Milano e Palermo) e una quarta a Ravenna, città del presidente dell’Abi, Antonio Patuelli. A scioperare, per tutta la giornata, saranno i 309mila dipendenti delle aziende del credito, compresi gli apprendisti e i lavoratori con contratto a tempo determinato e d’inserimento. È, inoltre, proclamata l’astensione dal lavoro straordinario dal 30 gennaio al 28 febbraio, fermo restando le “franchigie” previste.
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LA VOCE DI ROMAGNA, martedì 13 gennaio 2015
Il 30 gennaio sciopero e manifestazione in città
Ancora una volta Ravenna sarà teatro della protesta di piazza dei lavoratori delle banche. Venerdì 30 gennaio dietro le parole ‘#sonobancario al servizio del paese’, i dipendenti degli istituti di credito incroceranno le braccia e daranno vita a quattro manifestazioni a Milano, Ravenna, Roma e Palermo. Le organizzazioni sindacali di categoria Fabi, Fiba- Cisl, Fisac- Cgil, Uilca, Dircredito, Ugl Credito, Sinfub e Unisin proclamano, infatti, per il 30 gennaio uno sciopero generale di tutta la categoria, per l’intera giornata, “a sostegno del diritto del rinnovo al contratto nazionale di lavoro” e “contro la decisione unilaterale di Abi di dare disdetta e successiva disapplicazione dei contratti collettivi di lavoro dal primo aprile di quest’anno”. Si ripeterà così lo scenario del 31 ottobre 2013 quando Ravenna fu invasa da lavoratori delle banche in lotta decisi a manifestare, in sciopero, davanti all’istituto di credito di Antonio Patuelli (la Cassa di risparmio di Ravenna), numero uno dell’Abi
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GAZZETTA DI MANTOVA, martedì 13 gennaio 2015
Il 30 gennaio bancari in sciopero generale
È di nuovo rottura e scontro muro contro muro fra sindacati e Abi per il rinnovo del contratto. Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Dircredito, Ugl Credito, Sinfub e Unisin hanno proclamato uno sciopero generale per il 30 gennaio con cortei a Milano, Ravenna, Roma e Palermo. Dopo quello dell’ottobre 2013, il primo dopo anni di “pace sindacale”, il settore resta così in agitazione. Non è previsto alcun incontro fra le organizzazioni sindacali e il Comitato Affari sindacali guidato da Alessandro Profumo. «Ora si fa lo sciopero poi si vedrà» spiega una fonte. I sindacati scenderanno in piazza a sostegno del «diritto al rinnovo del contratto nazionale di lavoro» e «contro la decisione unilaterale di Abi di dare disdetta e successiva disapplicazione dei contratti». «Il contratto nazionale deve rimanere primo elemento di diritto, non derogabile, a difesa dell’occupazione» dicono. «Il bancario non è un numero senza volto» e «vogliamo rimanere bancari al servizio del Paese, contro l’egoismo dei banchieri al fianco di clienti e risparmiatori».
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IL SECOLO XIX, martedì 13 gennaio 2015
SCIOPERO BANCARI IL 30 GENNAIO
SCIOPERO generale dei bancari il 30 gennaio proclamato dai sindacati di categoria Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Dircredito, Ugl Credito, Sinfub e Unis in «a sostegno del diritto al rinnovo del contratto nazionale di lavoro» e «contro la decisione unilaterale di Abi di dare disdetta e successiva disapplicazione dei contratti». Previste anche quattro grandi manifestazioni: a Milano, Ravenna, Roma e Palermo. Per i sindacati «il contratto nazionale deve rimanere primo elemento di diritto».
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IL GIORNALE DI BRESCIA, martedì 13 gennaio 2015
Il 30 gennaio confermato lo sciopero dei bancari – Contro la disdetta del contratto. Le banche: basta automatismi negli aumenti retributivi
ROMA – Sciopero nazionale dei bancari il 30 gennaio e quattro manifestazioni di piazza a Roma, Milano, Ravenna e Palermo. Le sigle del settore, Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Dircredito, Ugl Credito, Sinfub e Unisin, confermano un giorno di mobilitazione e di astensione dal lavoro a fine mese per protestare contro la «decisione unilaterale» dell’Abi «di dare disdetta e successiva disapplicazione dei contratti collettivi di lavoro dal primo aprile di quest’anno». A parte la data, confermata ieri, l’intenzione dei bancari di scioperare era già nota da fine novembre quando si è registrata la rottura tra le parti sul rinnovo del contratto. Sono diversi i punti su cui non si è trovato l’accordo e che hanno contribuito a far saltare il tavolo. Le richieste dei sindacati si basano su una piattaforma che prevede il recupero degli scatti di anzianità e la conferma del perimetro di calcolo del Tfr. Secondo l’Abi invece, la base della negoziazione parte dalla fine degli automatismi per gli aumenti salariali e dalla possibilità di dare più peso alla contrattazione aziendale di secondo livello. La richiesta dei lavoratori è quella di recuperare l’inflazione con un aumento triennale del 6,05%. Ma l’associazione dei banchieri replica con la proposta di un aumento dell’ 1,85%, circa 53 euro di aumento sui tre anni. Per i bancari la posizione dell’Abi è da respingere in blocco: è «inaccettabile la pregiudiziale di Abi sul blocco degli scatti e degli automatismi – sottolineano i sindacati – se accettata, questa misura inciderebbe sulle buste paga dei lavoratori del 2,184%». Quanto al blocco degli scatti e degli automatismi, spiegano ancora le sigle sindacali, «si arriverebbe al paradosso che l’ 1,85% di inflazione riconosciuta rappresenterebbe un incasso minore rispetto a quanto si perderebbe per effetto del blocco degli scatti e del Tfr». I sindacati chiedono inoltre il rafforzamento dell’area contrattuale «per tutelare i lavoratori dal rischio esternalizzazioni, il mantenimento degli attuali posti di lavoro (dal 2000 al 2014 si sono già persi 40mila posti di lavoro nelle banche e dal 2014 al 2020 altri 28mila per effetto dei prepensionamenti volontari stabiliti nei piani industriali dei gruppi bancari). Infine, i sindacti chiedono che i posti di lavoro vengano mantenuti anche con il contributo dei vertici e che «la retribuzione di un top manager non superi di 20 volte quella di un dipendente».
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LA PROVINCIA, martedì 13 gennaio 2015
CONTRATTO – Di nuovo rottura tra Abi e bancari Il 30 gennaio sciopero generale
ROMA — È di nuovo rottura e scontro muro contro muro fra sindacati e Abi per il rinnovo del contratto. Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Dircredito, Ugl Credito, Sinfub e Unisin hanno proclamato uno sciopero generale per il 30 gennaio con manifestazioni a Milano, Ravenna, Roma e Palermo. Dopo quello dell’ottobre ottobre 2013, il primo dopo anni di ‘pace sindacale’, il settore resta così in agitazione. Non è previsto così alcun incontro fra le organizzazioni sindacali e il Comitato Affari sindacali guidato da Alessandro Profumo. I sindacati spiegano di voler scendere in piazza a sostegno del diritto al rinnovo del contratto nazionale di lavoro e contro la decisione unilaterale di Abi di dare disdetta e successiva disapplicazione dei contratti». Per le sigle sindacali promotrici della giornata di astensione «il contratto nazionale deve rimanere primo elemento di diritto, non derogabile, a difesa dell’occupazione; inoltre il bancario non è un numero senza volto, ha una storia, una carriera, una professionalità e il diritto di difendere il potere d’acquisto acquisto dei salari e la dignità del lavoro; infine, sciopero perché vogliamo rimanere bancari al servizio del Paese, contro l’egoismo dei banchieri al fianco dei clienti e dei risparmiatori».
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IL GIORNALE, martedì 13 gennaio 2015
LO SCIOPERO DEL 30 GENNAIO – I bancari provano a «spegnere» il web
Avviso ai trader e ai correntisti che utilizzano il web: il 30 gennaio potrebbe non essere il giorno migliore per pagare un bollettino online o giocare in Borsa. I 309 mila bancari italiani hanno infatti confermato una giornata di sciopero contro la linea dura tenuta dall’Abi sul rinnovo del contratto nazionale. I sindacati Fabi, Fiba, Fisac e Uilca, oltre a far sbarrare le filiali, proveranno a portare in piazza anche tutti gli addetti del backoffice. Quelli che più rischiano di finire oggetto delle esternalizzazioni. Quattro i cortei: Milano, Roma, Palermo e quello tattico di Ravenna, davanti alla locale Cassa di risparmio di Antonio Patuelli, che presiede anche la stessa Abi.
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LA NUOVA SARDEGNA, martedì 13 gennaio 2015
Il 30 gennaio bancari in sciopero generale
È di nuovo rottura e scontro muro contro muro fra sindacati e Abi per il rinnovo del contratto. Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Dircredito, Ugl Credito, Sinfub e Unisin hanno proclamato uno sciopero generale per il 30 gennaio con cortei a Milano, Ravenna, Roma e Palermo. Dopo quello dell’ottobre 2013, il primo dopo anni di “pace sindacale”, il settore resta così in agitazione. Non è previsto alcun incontro fra le organizzazioni sindacali e il Comitato Affari sindacali guidato da Alessandro Profumo. «Ora si fa lo sciopero poi si vedrà» spiega una fonte. I sindacati scenderanno in piazza a sostegno del «diritto al rinnovo del contratto nazionale di lavoro» e «contro la decisione unilaterale di Abi di dare disdetta e successiva disapplicazione dei contratti». «Il contratto nazionale deve rimanere primo elemento di diritto, non derogabile, a difesa dell’occupazione» dicono. «Il bancario non è un numero senza volto» e «vogliamo rimanere bancari al servizio del Paese, contro l’egoismo dei banchieri al fianco di clienti e risparmiatori».
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IL MATTINO DI PADOVA, martedì 13 gennaio 2015
ALTO ADIGE
CENTRO PROVINCIA PAVESE
LA TRIBUNA TREVISO
GAZZETTA DI REGGIO
GAZZETTA DI MODENA
LA NUOVA FERRARA
CORRIERE DELLE ALPI
TRENTINO
LA CITTA’ DI SALERNO
LA NUOVA VENEZIA E MESTRE
LA PROVINCIA PAVESE
Il 30 gennaio bancari in sciopero generale
È di nuovo rottura e scontro muro contro muro fra sindacati e Abi per il rinnovo del contratto. Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Dircredito, Ugl Credito, Sinfub e Unisin hanno proclamato uno sciopero generale per il 30 gennaio con cortei a Milano, Ravenna, Roma e Palermo. Dopo quello dell’ottobre 2013, il primo dopo anni di “pace sindacale”, il settore resta così in agitazione. Non è previsto alcun incontro fra le organizzazioni sindacali e il Comitato Affari sindacali guidato da Alessandro Profumo. «Ora si fa lo sciopero poi si vedrà» spiega una fonte. I sindacati scenderanno in piazza a sostegno del «diritto al rinnovo del contratto nazionale di lavoro» e «contro la decisione unilaterale di Abi di dare disdetta e successiva disapplicazione dei contratti». «Il contratto nazionale deve rimanere primo elemento di diritto, non derogabile, a difesa dell’occupazione» dicono. «Il bancario non è un numero senza volto» e «vogliamo rimanere bancari al servizio del Paese, contro l’egoismo dei banchieri al fianco di clienti e risparmiatori».
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GIORNALE DI SICILIA, martedì 13 gennaio 2015
Bancari in sciopero giorno 30 per il contratto
È di nuovo rottura e scontro muro contro muro fra sindacati e Abi per il rinnovo del contratto. Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Dircredito, Ugl Credito, Sinfub e Unisin hanno proclamato uno sciopero generale per il 30 gennaio con manifestazioni che sono previste in quattro città italiane: Milano, Ravenna, Roma e Palermo. Dopo quello dell’ottobre ottobre 2013, il primo dopo anni di «pace sindacale», il settore resta così in agitazione. Non è previsto così alcun incontro fra le organizzazioni sindacali e il Comitato Affari sindacali guidato da Alessandro Profumo. «Ora si fa lo sciopero poi si vedrà» spiega una fonte sindacale. I sindacati spiegano di voler scendere in piazza a sostegno del diritto al rinnovo del contratto nazionale di lavoro «e contro la decisione unilaterale di Abi di dare disdetta e successiva disapplicazione dei contratti». Per le sigle sindacali promotrici della giornata di astensione «il contratto nazionale deve rimanere primo elemento di diritto, non derogabile, a difesa dell’occupazione e dell’Area Area Contrattuale».
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L’ARENA E BRESCIA OGGI, martedì 13 gennaio 2015
Rottura Tra Abi e sindacati – Il 30 gennaio sarà sciopero
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IL TIRRENO, martedì 13 gennaio 2015
Il 30 gennaio bancari in sciopero generale
©RIPRODUZIONE RISERVATA È di nuovo rottura e scontro muro contro muro fra sindacati e Abi per il rinnovo del contratto. Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Dircredito, Ugl Credito, Sinfub e Unisin hanno proclamato uno sciopero generale per il 30 gennaio con cortei a Milano, Ravenna, Roma e Palermo. Dopo quello dell’ottobre 2013, il primo dopo anni di “pace sindacale”, il settore resta così in agitazione. Non è previsto alcun incontro fra le organizzazioni sindacali e il Comitato Affari sindacali guidato da Alessandro Profumo. «Ora si fa lo sciopero poi si vedrà» spiega una fonte. I sindacati scenderanno in piazza a sostegno del «diritto al rinnovo del contratto nazionale di lavoro» e «contro la decisione unilaterale di Abi di dare disdetta e successiva disapplicazione dei contratti». «Il contratto nazionale deve rimanere primo elemento di diritto, non derogabile, a difesa dell’occupazione» dicono. «Il bancario non è un numero senza volto» e «vogliamo rimanere bancari al servizio del Paese, contro l’egoismo dei banchieri al fianco di clienti e risparmiatori».
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LA GAZZETTA DEL SUD, martedì 13 gennaio 2015
Il 30 gennaio – Bancari in sciopero contro la disdetta del contratto
È di nuovo rottura e scontro muro contro muro fra sindacati e Abi per il rinnovo del contratto. Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Dircredito, Ugl Credito, Sinfub e Unisin hanno proclamato uno sciopero generale per il 30 gennaio con manifestazioni a Milano, Ravenna, Roma e Palermo. Dopo quello dell’ottobre 2013, il primo dopo anni di “pace sindacale”, il settore resta così in agitazione. Non è previsto così alcun incontro fra le organizzazioni sindacali e il Comitato Affari sindacali guidato da Alessandro Profumo. «Ora si fa lo sciopero poi si vedrà» spiega una fonte sindacale. I sindacati spiegano di voler scendere in piazza a sostegno del diritto al rinnovo del contratto nazionale di lavoro» e “contro la decisione unilaterale di Abi di dare disdetta e successiva disapplicazione dei contratti». Per le sigle sindacali promotrici della giornata di astensione «il contratto nazionale deve rimanere primo elemento di diritto, non derogabile, a difesa dell’occupazione e dell’Area Contrattuale»; inoltre «il bancario non è un numero senza volto, ha una storia, una carriera, una professionalità e il diritto di difendere il potere d’acquisto dei salari e la dignità del lavoro»; infine, sciopero perché «vogliamo rimanere bancari al servizio del Paese, contro l’egoismo dei banchieri al fianco dei clienti e dei risparmiatori». «Scioperiamo compatti per respingere l’arroganza e l’egoismo dei banchieri che ci vogliono riportare indietro nel tempo», concludono i sindacati. «Scioperiamo e manifestiamo contro un’inconcepibile chiusura, intellettuale e politica, delle banche rispetto ai diritti dei lavoratori, in difesa dell’occupazione e per ottenere nuove assunzioni destinate ai giovani» attacca Lando Maria Sileoni, Segretario generale della Fabi.
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LA PROVINCIA PAVESE, martedì 13 gennaio 2015
«La gente saprà quel che succede» Bancari pronti alla mobilitazione
I bancari sono pronti nuovamente allo sciopero, dopo il precedente poco più di un anno fa, che non accadeva da oltre dieci anni. «Perché la gente deve sapere cosa sta succedendo all’interno della nostra categoria» hanno denunciato ieri le sigle sindacali di settore riunite nella sede della Cgil varesina. In questi giorni sono partite le assemblee tra i lavoratori «per informarli di quanto sta accadendo e per decidere insieme sullo sciopero». La data prevista è il 30 gennaio. Dircredito, Fabi, Fiba / Cisl, Fisac / Cgil, Uilca sono oggi più che mai unite nel denunciare «l’ennesimo atto provocatorio e arrogante di Abi che a fine dicembre ha disdettato il nostro contratto nazionale chiudendo così ogni possibilità di trattativa». Un atto grave, ha sottolineato ieri il sindacato «che disconosce anni di trattative e di sacrifici e che mette ora a rischio altri posti di lavoro». Secondo il sindacato infatti il tentativo di Abi «è quello di mettere al primo posto la scusa della crisi e farne così pagare ai lavoratori le conseguenze». Negli ultimi cinque anni solo in provincia di Varese abbiamo perso oltre mille bancari «e se l’Abi, come dice, ridurrà di altri 30, 35 mila posti di lavoro in tutto il territorio nazionale, anche la nostra provincia pagherà il suo conto» ha spiegato il sindacato. Sono tanti dunque i motivi che spingono la categoria al nuovo sciopero: «Noi ci siamo sempre dimostrati disponibili al confronto, proponendo una nuova forma di banca, chiedendo la riqualificazione del personale, ma l’Abi ancora una volta si è irrigidita sulle sue posizioni». Il sindacato punta il dito contro la volontà di Abi di procedere ad uno snellimento del contratto nazionale per favorire la contrattazione aziendale «perchè questo vorrebbe dire perdere diritti acquisiti in anni di sacrifici per passare ad una giungla». E se la prima volta, nel settembre del 2013, lo sciopero ha sortito i suoi effetti, con il ritiro da parte di Abi della prima disdetta del contratto, «ora la speranza è che anche questa volta si possano riaprire velocemente le trattative». 1 Silvia Bottelli
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IL RESTO DEL CARLINO – LA NAZIONE – IL GIORNO E LA CITTÀ, martedì 13 gennaio 2015
Scontro sul contratto Banche in sciopero il 30 gennaio
È di nuovo rottura e scontro muro contro muro fra sindacati e Abi per il rinnovo del contratto. Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Dircredito, Ugl Credito, Sinfub e Unisin hanno proclamato uno sciopero generale per il 30 gennaio con manifestazioni a Milano, Ravenna, Roma e Palermo; è la prima protesta generale da quelle dell’ottobre ottobre 2013.
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CORRIERE DI ROMAGNA, martedì 13 gennaio 2015
A RAVENNA LA PROTESTA DEI LAVORATORI DELLE BANCHE
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BLOG – IL GIORNALE, lunedì 12 gennaio 2015
WALL & STREET
Niente banche venerdì 30 gennaio
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AGI, lunedì 12 gennaio 2015
Banche: sindacati, sciopero generale il 30 gennaio (2)=
(AGI) – Roma, 12 gen. – “Scioperiamo e manifestiamo contro un’inconcepibile chiusura, intellettuale e politica, delle banche rispetto ai diritti dei lavoratori, in difesa dell’occupazione e per ottenere nuove assunzioni destinate ai giovani”, dice Lando Maria Sileoni, Segretario generale della FABI, il sindacato di maggioranza dei bancari, dopo che oggi e’ stata ufficializzata la data dello sciopero dei lavoratori del credito, fissata al prossimo 30 gennaio.
“Scioperiamo e manifestiamo per recuperare quegli aumenti economici legati all’inflazione – continua – per avere un contratto collettivo a tutela dell’intera categoria, contro la volonta’ politica delle banche di sostituire la nostra contrattazione nazionale con i contratti aziendali e di gruppo. Scioperiamo e manifestiamo per un nuovo modello di banca che difenda l’occupazione, aumenti i ricavi, garantisca famiglie e imprese tutelando la qualita’ della vita e la professionalita’ delle lavoratrici e dei lavoratori bancari”.
A scioperare, per tutta la giornata, saranno i 309mila dipendenti delle aziende del credito, compresi gli apprendisti e i lavoratori con contratto a tempo determinato e d’inserimento. Contestualmente si svolgeranno quattro manifestazioni di protesta a Milano, Roma, Palermo e Ravenna.E’, inoltre, proclamata l’astensione dal lavoro straordinario dal 30 gennaio al 28 febbraio 2015, fermo restando le “franchigie” previste. Lo sciopero e’ stato indetto dalle organizzazioni sindacali a sostegno del rinnovo della contrattazione collettiva e contro la decisione unilaterale dell’Abi di disdettare il contratto collettivo nazionale di categoria, che cessera’ di essere applicato a partire dal primo aprile. (AGI) Red/Mgm
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CORRIERE.it, lunedì 12 gennaio 2015
«Sciopero generale dei bancari» – Sindacati rompono con l’Abi – Proclamazione di un giorno di protesta il prossimo 30 gennaio da parte di tutte le sigle di settore. Previste anche manifestazioni a Roma, Milano, Ravenna e Palermo
MILANO Sul tavolo non ci sono soltanto 136 euro per i prossimi tre anni (la differenza tra le parti circa l’adeguamento degli stipendi all’inflazione), ma la totale rivisitazione del contratto dei bancari. Da un lato l’Abi, l’associazione bancaria italiana – che ha preannunciato la «disdetta» del contratto nazionale se non lo si rinnova entro il 31 marzo – chiede di rimodulare tutta una serie di voci (dal trattamento di fine rapporto alle indennità di cassa per i terminalisti fino a un minore adeguamento dei salari all’andamento dell’inflazione con inevitabili ripercussioni in busta paga). Dall’altro le sigle sindacali di settore che chiedono di tutelare gli addetti «dal rischio esternalizzazioni» (una clausola di salvaguardia in caso di aggregazioni tra istituti e cessioni di ramo d’azienda), il mantenimento degli attuali posti di lavoro e una maggiore equità nella dinamica dei compensi tra top manager e l’ultimo degli «sportellisti».
Ecco perché, tra le altre, Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Dircredito hanno deciso ieri di proclamare una giornata di sciopero il prossimo 30 gennaio «a sostegno del diritto del rinnovo al contratto nazionale di lavoro». Lo spauracchio – lamentano i confederali – è che dal primo aprile potrebbe decadere l’intera architettura contrattuale nazionale portando ad una negoziazione territoriale/aziendale «con gravi conseguenze per i redditi dei lavoratori». Rileva Lando Sileoni, segretario generale Fabi, che soltanto mediante il blocco degli scatti di anzianità il salario medio di un bancario perderebbe 345 euro al mese. Per uno scontrino negativo, su 25 anni, di 112.500 euro, a cui si aggiungerebbero altri 11 mila euro di perdita su Tfr e fondi pensione. Calcoli che l’Abi nega. Tuttavia l’associazione sollecita la necessità di «adeguare il settore a scenari profondamente diversi». Soprattutto l’avvio della Vigilanza unica europea e l’ipotesi, neanche così velata, di aggregazioni tra gli istituti di credito per rispondere a requisiti patrimoniali più stringenti. Che fa il paio con un ciclo economico di prolungata contrazione del Pil che evidentemente suggerisce una rivisitazione al ribasso della componente reddituale.
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RADIOCOR, lunedì 12 gennaio 2015
Banche: sindacati proclamano sciopero generale per 30 gennaio -3-
Sileoni (Fabi): ‘dalle banche inconcepibile chiusura’ (Il Sole 24 Ore Radiocor) – Roma, 12 gen – ‘Scioperiamo e manifestiamo contro un’inconcepibile chiusura, intellettuale e politica, delle banche rispetto ai diritti dei lavoratori, in difesa dell’occupazione e per ottenere nuove assunzioni destinate ai giovani” commenta il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, che tra le motivazioni dello sciopero del prossimo 30 gennaio aggiunge il recupero degli “aumenti economici legati all’inflazione” e per un contratto “a tutela dell’intera categoria, contro la volonta’ politica delle banche di sostituire la nostra contrattazione nazionale con i contratti aziendali e di gruppo”. Oltre alla giornata di sciopero, rivela Sileoni, e’ stata proclamata l’astensione dallo straordinario dal 30 gennaio al 28 febbraio, ferme restando le ‘franchigie’ previste.
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AFFARI ITALIANI, lunedì 12 gennaio 2015
Braccia incrociate in banca: sciopero generale il 30 gennaio
Lunedì, 12 gennaio 2015 – 15:16:00
Bancari, c’è la data dello sciopero. I sindacati del credito hanno proclamato lo sciopero generale della categoria per il prossimo 30 gennaio, a sostegno del diritto di rinnovo del contratto nazionale e contro la decisione del’Abi di dare disdetta e di disapplicare i contratti dal prossimo primo aprile. Si tratta del secondo sciopero della storia dei bancari. La protesta è stata proclamata da Fisac-Cgil, Fiba-Cisl, Fabi, Uilca, Dircredito, Ugl Credito, Sinfub e Unisin, con “quattro grandi manifestazioni: a Roma, Milano, Ravenna e Palermo”. I sindacati del credito hanno così deciso lo sciopero per l’intera giornata.
Le sigle spiegano in una nota che lo sciopero si svolgerà con lo slogan “#sonobancario al servizio del Paese”. Per le sigle sindacali promotrici della giornata di astensione “il contratto nazionale deve rimanere primo elemento di diritto, non derogabile, a difesa dell’occupazione e dell’Area Contrattuale”; inoltre “il bancario non è un numero senza volto, ha una storia, una carriera, una professionalità e il diritto di difendere il potere d’acquisto dei salari e la dignità del lavoro”; infine, lo sciopero viene indetto perché “vogliamo rimanere bancari al servizio del Paese, contro l’egoismo dei banchieri, al fianco dei clienti e dei risparmiatori”. “Scioperiamo compatti per respingere l’arroganza e l’egoismo dei banchieri che ci vogliono riportare indietro nel tempo”, concludono i rappresentanti dei lavoratori.
“Scioperiamo e manifestiamo contro un’inconcepibile chiusura, intellettuale e politica, delle banche rispetto ai diritti dei lavoratori, in difesa dell’occupazione e per ottenere nuove assunzioni destinate ai giovani”, ha dichiarato Lando Maria Sileoni, segretario generale della FABI, il sindacato di maggioranza dei bancari. “Scioperiamo e manifestiamo – ha aggiunto il sindacalista – per recuperare quegli aumenti economici legati all’inflazione, per avere un contratto collettivo a tutela dell’intera categoria, contro la volontà politica delle banche di sostituire la nostra contrattazione nazionale con i contratti aziendali e di gruppo. Scioperiamo e manifestiamo per un nuovo modello di banca che difenda l’occupazione, aumenti i ricavi, garantisca famiglie e imprese tutelando la qualità della vita e la professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori bancari”.
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LA REPUBBLICA.it, lunedì 12 gennaio 2015
Braccia incrociate in banca: sciopero generale il 30 gennaio
I sindacati hanno proclamato l’agitazione contro la decisione dell’Abi, l’associazione degli istituti di credito tricolori, di disdettare i contratti nazionali dal prossimo aprile. Durerà tutta la giornata, quattro manifestazioni a Roma, Milano, Ravenna e Palermo
Braccia incrociate in banca: sciopero generale il 30 gennaio
MILANO – I sindacati dei bancari hanno proclamato lo sciopero generale della categoria per il prossimo 30 gennaio, a sostegno del diritto di rinnovo del contratto nazionale e contro la decisione dell’Abi, l’Associazione delle banche italiane, di dare disdetta e di disapplicare i contratti dal prossimo primo aprile.
La protesta è stata proclamata da Fisac-Cgil, Fiba-Cisl, Fabi, Uilca, Dircredito, Ugl Credito, Sinfub e Unisin, con “quattro grandi manifestazioni: a Roma, Milano, Ravenna e Palermo”. I sindacati del credito hanno così deciso lo sciopero per l’intera giornata.
Le sigle spiegano in una nota che lo sciopero si svolgerà con lo slogan “#sonobancario al servizio del Paese”. Per le sigle sindacali promotrici della giornata di astensione “il contratto nazionale deve rimanere primo elemento di diritto, non derogabile, a difesa dell’occupazione e dell’Area Contrattuale”; inoltre “il bancario non è un numero senza volto, ha una storia, una carriera, una professionalità e il diritto di difendere il potere d’acquisto dei salari e la dignità del lavoro”; infine, lo sciopero viene indetto perché “vogliamo rimanere bancari al servizio del Paese, contro l’egoismo dei banchieri, al fianco dei clienti e dei risparmiatori”. “Scioperiamo compatti per respingere l’arroganza e l’egoismo dei banchieri che ci vogliono riportare indietro nel tempo”, concludono i rappresentanti dei lavoratori.
“Scioperiamo e manifestiamo contro un’inconcepibile chiusura, intellettuale e politica, delle banche rispetto ai diritti dei lavoratori, in difesa dell’occupazione e per ottenere nuove assunzioni destinate ai giovani”, aggiunge Lando Sileoni, segretario della Fabi, spiegando che l’agitazione prevede anche lo stop agli straordinari per febbraio. “Scioperiamo e manifestiamo per recuperare quegli aumenti economici legati all’inflazione, per avere un contratto collettivo a tutela dell’intera categoria, contro la volontà politica delle banche di sostituire la nostra contrattazione nazionale con i contratti aziendali e di gruppo. Scioperiamo e manifestiamo per un nuovo modello di banca che difenda l’occupazione, aumenti i ricavi, garantisca famiglie e imprese tutelando la qualità della vita e la professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori bancari”.
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L’ECO DI BERGAMO.it, lunedì 12 gennaio 2015
Bancari in sciopero il 30 gennaio – 40 assemblee per salvare il contratto
Bancari in sciopero il 30 gennaio per il rinnovo del contratto nazionale. E fino al 28 gennaio sono circa 40 le assemblee a Bergamo e in provincia.
La protesta – spiega un comunicato di Dircredito, Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil , Uilca Uil e Unisin – è anche contro la decisione unilaterale di Abi di dare disdetta, non applicandoli più, dei contratti collettivi dal 1° aprile.
Attorno alle 17 di lunedì si è conclusa la prima delle assemblee organizzate dai bancari di Bergamo in vista dello sciopero nazionale del settore: il 30 gennaio incroceranno le braccia i lavoratori degli istituti di credito di tutto il Paese.
La mobilitazione – spiegano i sindacati – ha l’obiettivo di «respingere l’arroganza dei banchieri che ci vogliono riportare indietro nel tempo». Con l’astensione dal lavoro si chiederà che il contratto nazionale rimanga primo elemento di diritto, non derogabile, a difesa dell’occupazione e dell’area contrattuale.
Lo sportello di una banca
I sindacati protestano perché «il bancario non è un numero senza volto, ha una storia, una carriera, una professionalità e il diritto di difendere il potere d’acquisto dei salari e la dignità del lavoro» e «perché vogliamo rimanere bancari al servizio del Paese, contro l’egoismo dei banchieri al fianco dei clienti e dei risparmiatori».
A Bergamo e in tutta la provincia a partire da lunedì (nella sede del Credito Valtellinese) e fino al 28 gennaio si terranno in totale circa quaranta assemblee: «Le trattative per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro, nei fatti, non sono mai iniziate – si legge in una nota dei sindacati a livello provinciale – . L’Abi, aldilà delle dichiarazioni formali rilasciate alla stampa, continua a mantenere una posizione di assoluta rigidità. I banchieri non solo non vogliono rinnovare il contratto nazionale di lavoro sulla scorta delle nostre richieste ma vogliono un ‘rinnovo’ che consista nello svuotamento del contratto nazionale. Vogliono avere completa libertà di azione nel gestire le ristrutturazioni aziendali con un solo forsennato obiettivo che consiste nella riduzione del costo del lavoro. Il tentativo è quello di ridurre ulteriormente il numero degli attuali occupati nel settore, azzerare gli automatismi economici, scardinare il sistema degli inquadramenti e complessivamente cancellare le tutele realizzate in oltre 65 anni di storia negoziale».
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ANSA, lunedì 12 gennaio 2015
Banche: Fabi, sciopero contro chiusura su diritti lavoratori
(ANSA) – ROMA, 12 GEN – “Scioperiamo e manifestiamo contro un’inconcepibile chiusura, intellettuale e politica, delle banche rispetto ai diritti dei lavoratori, in difesa dell’occupazione e per ottenere nuove assunzioni destinate ai giovani”. A dichiararlo è Lando Maria Sileoni, Segretario generale della Fabi. “scioperiamo e manifestiamo per recuperare quegli aumenti economici legati all’inflazione, per avere un contratto collettivo a tutela dell’intera categoria, contro la volontà politica delle banche di sostituire la nostra contrattazione nazionale con i contratti aziendali e di gruppo. Scioperiamo e manifestiamo per un nuovo modello di banca che difenda l’occupazione, aumenti i ricavi, garantisca famiglie e imprese tutelando la qualità della vita e la professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori bancari”.(ANSA).
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ADNKRONOS, lunedì 12 gennaio 2015
BANCHE: FABI, SCIOPERIAMO CONTRO INCONCEPIBILE CHIUSURA POLITICA – venerdì 30 sciopero dei lavoratori del credito per rinnovo contratto
Roma, 12 gen. (AdnKronos) – “Scioperiamo e manifestiamo contro un’inconcepibile chiusura, intellettuale e politica, delle banche rispetto ai diritti dei lavoratori, in difesa dell’occupazione e per ottenere nuove assunzioni destinate ai giovani”. Ad affermarlo in una nota è Lando Maria Sileoni, il segretario generale della Fabi, il sindacato di maggioranza dei bancari, dopo che oggi è stata ufficializzata la data dello sciopero dei lavoratori del credito, fissata al prossimo 30 gennaio.
“Scioperiamo e manifestiamo -sottolinea il sindacalista- per recuperare quegli aumenti economici legati all’inflazione, per avere un contratto collettivo a tutela dell’intera categoria, contro la volontà politica delle banche di sostituire la nostra contrattazione nazionale con i contratti aziendali e di gruppo. Scioperiamo e manifestiamo per un nuovo modello di banca che difenda l’occupazione, aumenti i ricavi, garantisca famiglie e imprese tutelando la qualità della vita e la professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori bancari”.
BANCHE: FABI, SCIOPERIAMO CONTRO INCONCEPIBILE CHIUSURA POLITICA (2) =
(AdnKronos) – A scioperare, per tutta la giornata, saranno i 309mila dipendenti delle aziende del credito, compresi gli apprendisti e i lavoratori con contratto a tempo determinato e d’inserimento. Contestualmente si svolgeranno quattro manifestazioni di protesta a Milano, Roma, Palermo e Ravenna.
È, inoltre, proclamata l’astensione dal lavoro straordinario dal 30 gennaio al 28 febbraio 2015, fermo restando le ‘franchigie’ previste. Lo sciopero è stato indetto dalle organizzazioni sindacali a sostegno del rinnovo della contrattazione collettiva e contro la decisione unilaterale dell’Abi di disdettare il contratto collettivo nazionale di categoria, che cesserà di essere applicato a partire dal primo aprile.
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da RADIOCOR via BORSA ITALIANA, lunedì 12 gennaio 2015
Banche: sindacati proclamano sciopero generale per 30 gennaio — Sileoni (Fabi): ‘dalle banche inconcepibile chiusura’
(Il Sole 24 Ore Radiocor) – Roma, 12 gen – ‘Scioperiamo e manifestiamo contro un’inconcepibile chiusura, intellettuale e politica, delle banche rispetto ai diritti dei lavoratori, in difesa dell’occupazione e per ottenere nuove assunzioni destinate ai giovani” commenta il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, che tra le motivazioni dello sciopero del prossimo 30 gennaio aggiunge il recupero degli “aumenti economici legati all’inflazione” e per un contratto “a tutela dell’intera categoria, contro la volonta’ politica delle banche di sostituire la nostra contrattazione nazionale con i contratti aziendali e di gruppo”. Oltre alla giornata di sciopero, rivela Sileoni, e’ stata proclamata l’astensione dallo straordinario dal 30 gennaio al 28 febbraio, ferme restando le ‘franchigie’ previste.com-Ggz
(RADIOCOR) 12-01-15 16:35:42 (0453) 3 NNNN
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