Il 30 gennaio lavoratori bancari in sciopero. La data è stata ufficializzata oggi dalle Organizzazioni Sindacali.
A scioperare, per tutta la giornata, saranno i 309mila dipendenti delle aziende del credito, compresi gli apprendisti e i lavoratori con contratto a tempo determinato e d’inserimento. Contestualmente si svolgeranno quattro manifestazioni di protesta a Milano, Roma, Palermo e Ravenna.
È, inoltre, proclamata l’astensione dal lavoro straordinario dal 30 gennaio al 28 febbraio 2015, fermo restando le “franchigie” previste.
Lo sciopero è stato indetto dalle Organizzazioni Sindacali a sostegno del rinnovo della contrattazione collettiva e contro la decisione unilaterale dell’ABI di disdettare il Contratto Collettivo Nazionale di categoria, che cesserà di essere applicato a partire dal primo aprile.
“Scioperiamo e manifestiamo contro un’inconcepibile chiusura, intellettuale e politica, delle banche rispetto ai diritti dei lavoratori, in difesa dell’occupazione e per ottenere nuove assunzioni destinate ai giovani”. Questo il commento a caldo del leader della FABI, Lando Maria Sileoni.
“Scioperiamo e manifestiamo per recuperare quegli aumenti economici legati all’inflazione, per avere un Contratto Collettivo a tutela dell’intera categoria, contro la volontà politica delle banche di sostituire la nostra contrattazione nazionale con i contratti aziendali e di gruppo. Scioperiamo e manifestiamo per un nuovo modello di banca che difenda l’occupazione, aumenti i ricavi, garantisca famiglie e imprese, tutelando la qualità della vita e la professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori bancari”, ha concluso Sileoni.
LA VERTENZA. Le trattative tra banche e sindacati si sono interrotte lo scorso 25 novembre quando l’ABI, rappresentata da Alessandro Profumo, ha confermato le sue pregiudiziali su scatti d’anzianità e TFR, ribadendo che il confronto non sarebbe andato avanti, se prima i sindacati non avessero accettato il blocco della dinamica automatica del costo del lavoro.
Un vero e proprio ricatto rispedito al mittente dalle Organizzazioni Sindacali, anche perché l’accettazione di queste misure avrebbe inciso sulle buste paga dei lavoratori del 2,184%, con una perdita in termini di potere d’acquisto dei salari stimabile, da qui a 25 anni, in 345 euro al mese.
L’ABI aveva, inoltre, ribadito la richiesta di una contrattazione nazionale più leggera con maggiori demandi al secondo livello e di avere mano libera sull’area contrattuale.
Una serie di proposte inaccettabili per i sindacati, con pesanti impatti sugli stipendi dei lavoratori e sull’organizzazione del lavoro stessa.
Intanto l’ABI ha disdettato il Contratto Collettivo dei lavoratori già dallo scorso 31 dicembre. La disapplicazione, se le banche non torneranno sui propri passi, avverrà a partire dal primo aprile.
Da qui la mobilitazione e la decisione di bloccare le relazioni sindacali in tutti i gruppi bancari, in segno di dissenso.