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CONTRATTO, LA FABI DICE NO ALL’AUT AUT DELL’ABI

di Redazione

L’Abi ribadisce che il congelamento degli automatismi salariali è una pregiudiziale per affrontare gli altri argomenti della piattaforma. Sileoni: “Dai banchieri vogliamo risposte chiare su tutto. Pronti a convocare assemblee lavoratori”

La FABI e gli altri sindacati hanno risposto picche all’aut aut posto dall’Abi oggi durante l’incontro che si è svolto a Roma nell’ambito della trattativa di rinnovo del contratto nazionale.

L’Abi ha, infatti, dichiarato che il congelamento della dinamica salariale è una pregiudiziale per affrontare gli altri argomenti della piattaforma.

In altre parole: o i sindacati accettano la proposta del blocco degli automatismi, degli scatti di anzianità e del tfr, o la trattativa sul contratto non potrà andare avanti e toccare anche le altre tematiche sul tavolo.

Un’impostazione duramente contestata dai sindacati. In particolare, il leader della FABI, durante l’incontro, ha dimostrato, numeri alla mano, che se si dovesse accettare la proposta economica dell’Abi, si arriverebbe al paradosso che i lavoratori incasserebbero meno di quanto perderebbero per effetto del blocco degli scatti e del Tfr.

I tagli prospettati dai banchieri inciderebbero sulle buste paga dei lavoratori per il 2,184% contro un recupero dell’inflazione che, secondo la proposta dell’Abi, dovrebbe essere di appena l’1,85%.

I sindacati hanno, quindi, concluso che, senza un approccio differente da parte di Abi, dovranno indire le assemblee dei lavoratori per presentare loro la situazione e ottenere il via libera sulle iniziative da intraprendere.

Intanto le parti hanno fissato un nuovo calendario di incontri, in programma il 25 e 26 novembre a Milano, dopo che la FABI avrà riunito il suo 120° consiglio nazionale, previsto a Roma la prossima settimana. In quell’occasione, la Segreteria nazionale riceverà dai delegati sindacali il mandato per intraprendere tutte le iniziative necessarie a sbloccare la trattativa sul rinnovo contrattuale.

“Si procede a piccoli passi, certamente non per nostra responsabilità”, ha commentato a margine dell’incontro Lando Maria Sileoni, Segretario generale FABI. “Abbiamo richiesto risposte chiare e inequivocabili su orario di lavoro, area contrattuale, recupero dell’inflazione, nuove attività e professioni e chiediamo chiarezza su quali argomenti l’Abi vorrà trattare in sede aziendale, una volta definiti i criteri in sede nazionale. Non si può procedere senza conoscere le carte in mano dell’Abi e la posizione sui singoli argomenti, perché per noi è indispensabile l’approfondimento di ogni tematica. Ci auguriamo che, a partire dall’incontro del 25 novembre fissato a Milano con le organizzazioni sindacali, l’Abi voglia entrare nel merito concreto degli argomenti. Abbiamo dichiarato alla nostra controparte la volontà di informare tempestivamente e correttamente la categoria, attraverso assemblee sul posto di lavoro.

Affronteremo il difficile e impegnativo momento all’interno del nostro 120° consiglio nazionale, convocato a Roma dal 18 al 20 novembre, valutando con i nostri organismi dirigenti ogni possibile iniziativa di mobilitazione”.

 

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