MF-MILANO FINANZA, giovedì 9 ottobre 2014
Il segretario Sileoni illustra la piattaforma dei sindacati – Federcasse, le proposte della Fabi
Oltre al tavolo con l’Abi, si apre un nuovo fronte per i sindacati del credito. Ieri le sigle hanno presentato a Federcasse la piattaforma per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro del credito cooperativo. Le parti hanno già fissato un serrato calendario di incontri (al momento si sta ragionando su otto date), per entrare nel vivo degli argomenti della piattaforma e avviare la trattativa. Secondo Lando Sileoni, segretario generale della Fabi, si apre un altro tavolo importante per la categoria.
Domanda. Sileoni, anche i 37 mila lavoratori del credito cooperativo aspettano il rinnovo del contratto. A che punto siamo?
Risposta. C’è stato un duro lavoro che ci ha impegnato per mesi. Sono stati raggiunti tre importanti accordi sul regolamento del Fondo per la nuova occupazione, sugli assetti contrattuali e sulle relazioni sindacali di gruppo, con particolare riferimento a Iccrea (la banca di secondo livello che fornisce in esclusiva prodotti e servizi alle oltre 400 bcc e casse rurali presenti in Italia, ndr). Non voglio fare polemiche, ma sottolineare che poteva essere impiegato meno tempo nella trattativa se ci fosse stata più consapevolezza della particolarità del settore da parte di Federcasse. Le relazioni sindacali nelle bcc per anni sono state improntate alla concertazione, evitando inutili conflitti. Mi auguro che si prosegua su questa strada.
D. Il presidente delle bcc italiane, Alessandro Azzi, chiede alle istituzioni, Bankitalia compresa, che venga riconosciuto il valore delle comunità locali. Che cosa ne pensa?
R. Siamo alla vigilia di una profonda ristrutturazione del settore, perché l’esito degli stress test porrà le banche bocciate di fronte al bivio di un ulteriore aumento di capitale o di nuove aggregazioni. Azzi ha completamente ragione, perché in questi anni le bcc hanno dato ai territori e alle economie locali risposte concrete anche in tempo di crisi. Devono essere salvaguardate per il forte legame che hanno col territorio.
D. In questo percorso vi ispirate a un’esperienza europea in particolare?
R. È il caso di ricordare che, nella Germania della Merkel, il sistema del credito si basa su due gruppi bancari e una miriade di banche locali legate al territorio e, a quanto pare questo modello funziona. L’obiettivo dichiarato di Azzi è mantenere gli attuali livelli occupazionali del settore. È un obiettivo che condividiamo profondamente, anzi ci stiamo battendo anche in Abi perché ciò avvenga. Considerando la visione politica che Azzi dimostra di avere, mi auguro che finisca quella conflittualità tra Federazioni regionali delle bcc che può mettere a rischio la stessa tenuta del settore. Inoltre, chiediamo all’attuale presidente delle bcc che si arrivi a una rapida conclusione nel rinnovo del contratto nazionale, che deve tenere conto delle rivendicazioni economiche, normative e sociali avanzate dall’intero movimento sindacale del settore.
D. Per un cliente che differenza c’è tra un grande gruppo bancario e una bcc?
R. Nelle bcc la rapidità, la conoscenza approfondita dei territori e delle dinamiche economiche locali spesso fanno la differenza. Il rapporto personale esistente tra il lavoratore bancario e la clientela garantisce un rapporto di fiducia anche per quei clienti che vivono momenti di difficoltà economica. La bcc è capace di recuperare il cliente in difficoltà anche perché offre tempo e modo di stimolare la ripresa delle attività economiche. Insomma, presidiare il territorio, conoscerlo e assisterlo sono un’arma vincente.
D. Quando parlate di nuovo modello di banca cosa intendete?
R. Vanno recuperate tutte quelle professioni e attività che le banche avevano al loro interno 15 anni fa. Le banche di credito cooperativo non devono, a mio avviso, né esternalizzare, né pagare consulenze per quei servizi che possono garantire autonomamente alla clientela. Questo Azzi lo sa molto bene. Speriamo che non si lasci condizionare da chi vuole la rottura con il sindacato, perché il settore non può permettersi, in un momento così delicato della nostra economia, di assecondare posizioni estremiste e strumentali, utili solo a chi vuole ritagliarsi un ruolo all’interno del settore. Da parte nostra sia Luca Bertinotti, segretario nazionale della Fabi, sia il coordinamento nazionale Fabi Bcc, guidato da Werner Pedoth, hanno le idee chiare su come arrivare all’obiettivo di un rinnovo del contratto nazionale che salvaguardi sia le rivendicazioni dei lavoratori, sia la legittima esigenza di salvaguardia del movimento delle bcc. (riproduzione riservata)