Oltre duecento sindacalisti della FABI provenienti da tutti i territori dell’isola, si sono incontrati a Palermo per ascoltare il Segretario Generale, Lando Maria Sileoni, sul rinnovo del Contratto Nazionale di Lavoro del settore credito e sulla piattaforma unitaria, che sarà sottoposta al vaglio e al voto dei lavoratori.
Di “momento epocale” ha parlato il leader della FABI, il maggior sindacato del credito, richiamando l’attenzione sia sulla profondità dei cambiamenti che si annunciano sia sull’attacco – talvolta strisciante, talaltra diretto – per ridimensionare il ruolo del sindacato. Una saldatura fra una parte della politica, della finanza e della comunicazione?
Pare di sì, secondo Lando Maria Sileoni, che paventa tempi difficili e cambiamenti rapidi.
“Nulla sarà più come prima. Tutto passerà attraverso la Banca Centrale Europea (BCE), che avrà la facoltà d’intervenire direttamente, cambiando amministratori delegati e presidenti, senza possibilità di appello”.
Ciò significa che andremo a rinnovare i contratti di lavoro in una situazione difficilissima per i bilanci delle banche e per queste prospettive, che inducono timori fra i banchieri italiani, oltre che incertezze in tutto il sistema, che fatica a comprendere il cambiamento e a governarlo con mentalità nuova.
Passando al problema degli esuberi, denunciati strumentalmente dalle banche, mentre le aziende vorrebbero ridimensionare nei prossimi anni i propri organici di circa 40 mila unità, la FABI e gli altri sindacati rispondono con un progetto serio, finalizzato all’incremento dei servizi alla clientela e a un nuovo modello di banca, per incrementare l’occupazione.
“Dobbiamo convincere le banche a creare nuove professionalità” – ha detto Sileoni – “come consulenze legali, fiscali, di supporto al territorio e al commercio, al turismo, ecc. Insomma, tutte le consulenze che ora le banche affidano a società esterne, a costi astronomici e devastanti”.
In un certo senso, il nuovo modello di banca deve guardare alla banca tradizionale del passato, senza gli errori e gli eccessi che hanno mandato in crisi le aziende e il settore.
Sulla “bad bank” e il recupero crediti, Sileoni ha mostrato un’apertura verso bad bank singole per ogni azienda, “ma solo se ciò serve per recuperare un rapporto con la clientela e il territorio, formando specialisti e non trasformando la bad bank in un cimitero degli elefanti”.
Il Segretario Generale della FABI ha parlato poi di necessità di “condivisione” del nuovo modello di banca con le aziende di credito.
“O le banche condividono con noi le scelte, o si va allo scontro. Ma per lavoratori e sindacato potrebbe essere fatale, perché leggi e opinione pubblica stanno dalla loro parte”.
Il sindacato, e la FABI in particolare, deve essere pronto, deciso e convinto della strada da percorrere, che è difficile e costerà fatica.
“Dobbiamo sostenere il sindacato e difendere le nostre scelte sia con i lavoratori sia con l’opinione pubblica: ciò richiede uno sforzo anche intellettuale, per un cambiamento culturale di tutti noi dirigenti sindacali e per tutti gli addetti del settore. Il rinnovo dei patti di lavoro sarà complesso, ma faremo tutto il possibile per difendere i lavoratori”.
Le parole di Lando Maria Sileoni, già interrotto da numerosi applausi durante il suo discorso, sono state accolte da un’autentica ovazione, commentata positivamente dal presidente dell’assemblea, Luigi Zancla, come dimostrazione del convincimento di tutti i presenti circa il progetto illustrato da Sileoni e circa le difficoltà del cammino.
ABI proprio in queste ore sta analizzando la piattaforma per rinnovo del Contratto Nazionale, la cui trattativa inizierà a fine maggio, come aveva anticipato il Segretario Generale della FABI.
Infine, l’incontro si è trasformato in un vivace dibattito, molto partecipato, con interventi appassionati, “fatti col cuore”, come da tradizione siciliana, il cui senso può essere sintetizzato in “Palermo, sola andata”. Non si può tornare indietro, la strada è una sola e la FABI l’ha tracciata.