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DEF, FABI E FIBA CRITICI VERSO IL GOVERNO

di Redazione

Leggi le dichiarazioni del Segretario generale FABI, Sileoni, e del Segretario generale FIBA CISL, Romani, su Il Giorno, Il Resto del Carlino, La Nazione e il Quotidiano Nazionale

IL GIORNO, IL RESTO DEL CARLINO, LA NAZIONE, QUOTIDIANO NAZIONALE, LA CITTA’, venerdì 11 aprile 2014

Banche  in  rivolta,  Renzi  tira  dritto  «Risparmino  sugli  stipendi  ai  vertici»  Critici  i  sindacati:  c’ è  il  rischio  che  i  lavoratori  paghino  il  conto

 

Achille Perego

Milano – Di fronte alla  levata  di  scudi  dell’ Abi  e  dei  sindacati  contro  il  miliardo  di  tasse  in  più  sulle  banche  attraverso  l’ inasprimento  dell’ aliquota  (dal  12  al  26%)  sulla  rivalutazione  delle  quote  di  Bankitalia,  Matteo  Renzi  non  ha  alcuna  intenzione  di  fare  marcia  indietro.  «Lo  spread  più  basso  — ha  spiegato  — libera  possibilità  di  fare  credito  e  le  banche  se  vogliono  risparmiare  possono  stare  più  attente  sui  super  stipendi  degli  amministratori  delegati».  E  ancora:  «Sulla  demagogia  li  sfidiamo  a  viso  aperto.  È  giusto  che  anche  le  banche  paghino  come  i  cittadini  in  questo  periodo  svantaggiato».  Nel  momento  in  cui,  ha  rincarato  la  dose  Renzi  «dal  primo  maggio  un  cittadino  che  fa  un  investimento  in  Borsa  paga  il  26%,  è  naturale  che  le  banche  paghino  quanto  i  cittadini,  il  26%  e  non  il  12, 5».  E  poi  «tutto  si  può  dire  tranne  che  le  banche  in  questi  anni  siano  state  svantaggiate.  Abbiamo  dato  tutti  una  mano  alle  banche,  ora  è  il  momento  che  le  banche  diano  una  mano  loro».  La  dura  replica  di  Renzi  è  arrivata  dopo  le  critiche  del  presidente  dell’ Abi,  Antonio  Patuelli  («Le  banche  hanno  già  pagato,  questa  è  una  stangata  sbagliata  nell’ anno  degli  stress  test»)  condivise  anche  dai  sindacati.  SU  FRONTI  contrapposti  al  tavolo  del  rinnovo  del  contratto  di  lavoro,  bancari  e  banchieri  su  una  cosa  avevano  infatti  trovato  un  punto  d’ accordo.  Il  secco  no  all’ intenzione  di  Renzi  di  prendere  un  miliardo  dalle  banche  per  finanziare  una  parte  degli  sgravi  fiscali  per  mettere  80  euro  in  busta  paga  a  10  milioni  di  italiani.  Con  questa  stretta  fiscale,  spiega  Lando  Sileoni,  segretario  generale  della  Fabi  «si  rischia  di  mettere  ancora  più  in  difficoltà  un  settore  già  in  sofferenza  e  soprattutto  di  far  ricadere  il  costo  sui  lavoratori».  Timore  condiviso  dal  numero  uno  di  Fiba  Cisl,  Giulio  Romani,  secondo  il  quale  questa  «pesante  tassazione  a  g  g  r  a  v  e  r  à  nell’ immediato  i  conti  economici  e  determinerà  una  forte  uscita  di  liquidità».  Con  il  rischio  che  le  banche  taglino  ulteriormente  il  credito  alle  imprese.  Ma  anche,  avverte  il  segretario  di  Adiconsum  Pietro  Giordano,  che  alla  fine  facciano  pagare  il  conto  ai  consumatori  aumentando  tassi  e  commissioni.  MA più che  sui  clienti  i  sindacati  temono  che  gli  effetti  si  scarichino  sui  lavoratori  con  una  stretta  al  tavolo  del  rinnovo  contrattuale.  Senza  contare  il  capitolo  esuberi  che,  ricorda  Sileoni,  ha  già  comportato  dal  2000  circa  48  mila  posti  persi  e  altri  20  mila  previsti  entro  il  2020.  Per  questo  le  banche  non  possono  essere  «continuamente  considerate  un  salvadanio  dal  Governo».  Intanto,  dai  piani  alti  degli  istituti  più  importanti  non  arrivano  repliche  con  il  presidente  di  Unicredit  Giuseppe  Vita  che  spiega  di  attendere  il  testo,  anche  se  dalle  anticipazioni  non  c’ è  dubbio  che  le  banche  siano  state  «colpite»  e  forse  è  stato  «fatto  in  fretta».  L’ Abi  invece  studia  la  possibilità  di  un  ricorso  ma  per  ora  la  via  scelta  sarebbe  quella  di  far  ragionare  il  Governo  mettendo  sul  tavolo  una  controproposta.

 

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