Il leader della FABI, molto applaudito al VIII Congresso Nazionale Fisac Cgil: “la nostra sfida sarà dimostrare che i banchieri hanno torto. Per questo comunicheremo con forza la nostra proposta di modello di banca e andremo dritti al rinnovo del Contratto di categoria”
Strategia comune e alleanza per un nuovo modello di banca che traini in salvo la categoria guardando al futuro senza lasciare indietro nessuno. Con questo spirito si è aperto l’ VIII Congresso della Fisac Cgil che si è tenuto al Palacongressi di Rimini e al quale è intervenuto il Segretario Generale FABI, Lando Maria Sileoni.
Alla presenza di banchieri e responsabili risorse umane delle banche, i lavori si sono aperti sulle note di un video musicale che ha ripercorso i momenti salienti dell’Organizzazione, gli ideali, i valori. Poi, dopo i saluti delle autorità, la platea ha ascoltato la relazione del padrone di casa, Agostino Megale, Segretario Generale uscente Fisac Cgil che ha manifestato tutta la sua stima per Sileoni. Infine la parola è passata alle altre sigle sindacali e al centro degli interventi è emersa l’importanza dell’unitarietà di azione per portare a casa risultati concreti per i lavoratori. Tra questi, la nuova piattaforma contrattuale che dovrà essere snella ed efficace, ma che soprattutto “dovrà essere comunicata bene” ha detto Sileoni. “Dovremo coinvolgere la base, i lavoratori e gli opinion leader per fare in modo che la nostra proposta arrivi forte e chiara, senza fraintendimenti”. Una proposta, un nuovo modello di banca che per il leader della FABI dovrà stimolare una riconversione industriale e il rilancio del Paese. “Vogliamo recuperare inflazione pregressa e attesa, blindare le esternalizzazioni e migliorare la contrattazione di secondo livello – ha detto Sileoni, interrotto da applausi come fosse il Congresso della FABI – e vogliamo un modello di banca che stia sul territorio, assista imprese e famiglie, aumenti i ricavi, formi il personale e assuma giovani. La sfida che lanciamo alle banche è questa e, forti della partecipazione dei lavoratori, andremo uniti verso il rinnovo del Contratto nazionale di lavoro”.
Parole condivise da Agostino Megale (ascolta l’intervista su FABITV all’interno del tg di venerdì 11 aprile). Il Segretario uscente della Fisac Cgil nella sua relazione introduttiva ha tracciato le linee guida per l’imminente futuro della categoria sottolineando l’importanza dell’unità, all’interno e all’estero del sindacato. “Voglio ringraziare tutti i Segretari Generali degli altri sindacati presenti – ha detto Megale – e soprattutto Lando Sileoni. Lavorando fianco a fianco con lui ho potuto apprezzare l’iter sindacale di un leader che, pur essendo a capo del primo sindacato del settore, il più grande e rappresentativo, sa riconoscere l’importanza dell’unità per vincere le battaglie che ci aspettano”. Poi nelle parole di Megale il valore delle donne, la ricerca di una politica alta, la capacità di ascoltare il malessere e la rabbia dei lavoratori per comprenderli e saperli rappresentare. “Siamo dalla parte dei bancari contro l’egoismo dei banchieri – ha detto Megale – per difendere posti di lavoro, speranze, progetti. Per difendere il futuro di lavoratori e lavoratrici che vanno resi protagonisti”.
Infine le sfide per il futuro e, prima di tutto, il rinnovo del contratto nazionale. Un rinnovo che porterà i sindacati a confrontarsi con ABI: un momento di riflessione per capire in che direzione sta andando la categoria e come cambierà la banca e il ruolo del bancario. “Non possiamo più commettere errori . La disdetta del contratto è stata un colpo al cuore delle relazioni sindacali – ha detto Megale – ma, forti della partecipazione che ha sostenuto lo sciopero unitario del 31 ottobre, abbiamo restituito ad Abi quel colpo ottenendo l’accordo sul Fondo e il ritiro della disdetta”. Partecipazione quindi, come asse portante del lavoro dei sindacati verso un rinnovo che coinvolga i lavoratori e che sia affrontato con serietà e responsabilità, senza ricatti e forzature. “Vogliamo una banca che parli al Paese. Bisogna rimettere al centro l’uomo e il valore aggiunto del lavoro – ha concluso Megale – e impedire che in futuro siano i bancari a pagare per la crisi e per gli errori dei banchieri. Per fare tutto questo bisogna partire da una proposta e noi, con tutti gli altri sindacati, non ci tireremo indietro e dimostreremo che esiste un’alternativa all’inadeguato modello ABI”.