CORRIERE DELLA SERA, mercoledì 19 marzo 2014
«Bancari consulenti Ma con il contratto»
MILANO — Contratto dei bancari: il tempo delle schermaglie è finito. Con alcuni sindacati della categoria (Fisac, Fabi) impegnati nei congressi, il confronto in questo inizio d’anno non ha fatto passi avanti. Ora, finalmente, il limbo è agli sgoccioli. Il primo a mettere qualcosa sul piatto della trattiva è Lando Sileoni, forte della recentissima riconferma a capo della Fabi. Oggi si riunisce a Milano il comitato esecutivo dell’Abi, a cui parteciperà anche il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco. Non sarebbe ora di mandare qualche messaggio costruttivo?
«Guardi che noi siamo consapevoli di dover rivoltare come un calzino il modello di banca di questo paese», risponde piccato Sileoni. Tradotto: al leader della Fabi è chiaro che per evitare i tagli al personale le banche devono inventarsi nuovo lavoro. Anzi, se possibile devono rubarlo agli altri. Alle Poste, ai consulenti, ai commercialisti. E anche alle reti finanziarie. Sileoni apre alla riconversione dei bancari in consulenti finanziari. A una condizione, anzi due: «I bancari che cambiano mestiere devono essere formati e ricompensati in busta paga». Di condizione ce ne sarebbe anche una terza: «Niente esternalizzazioni. E il contratto deve restare quello dei bancari».
Facile immaginare che si tratti di un paletto indigesto per le banche. Come del resto l’ennesimo «no» a una riforma degli inquadramenti. «Basta ragionare solo sui costi: ampliamo i servizi». Con quale limite? «Non vogliamo trasformarci in venditori di biglietti di spettacoli o di partite. Per il resto si può ragionare su tutto. Anche sulla possibilità di non aspettare i clienti/risparmiatori in filiale ma di andarceli a cercare a casa». Per quanto riguarda la parte economica del contratto, Sileoni punta al recupero dell’inflazione reale e attesa.
Ora un passaggio importante sarà la presentazione da parte delle sigle del settore, intorno ai primi di aprile, di una piattaforma unitaria. Poi ci sarà la discussione nelle assemblee. Quindi i primi di maggio si aprirà il tavolo con Abi. Cruciale sarà arrivare al confronto con una piattaforma dal largo consenso. Nello stesso tempo abbastanza equilibrata da consentire l’avvio rapido di un confronto costruttivo: questa volta Abi può disdettare il contratto alzandosi dal tavolo senza alcun preavviso.
Ma anche il sindacato è convinto di avere qualche punto dalla sua: «Il settore bancario deve affrontare una straordinaria fase di cambiamento. Le banche lo sanno. Sanno anche che con una concertazione leale il nostro settore può farcela. Mentre una fase di conflittualità renderebbe tutto più difficile». Rita Querzé rquerze © RIPRODUZIONE RISERVATA