Lando Maria Sileoni è stato riconfermato, con un consenso plebiscitario, Segretario generale della FABI.
Ad eleggerlo con il 98,6% delle preferenze ben duemila delegati sindacali, venuti a Roma da tutta Italia, in rappresentanza degli oltre centomila iscritti, per partecipare ai lavori del XX Congresso nazionale della FABI, che si è svolto dal 10 al 14 marzo nella capitale, presso l’Ergife Palace Hotel.
Sileoni, forte di un ampissimo consenso all’interno della categoria e di una lunga militanza sindacale alle spalle, guiderà il primo sindacato dei lavoratori bancari per altri quattro anni.
I delegati hanno, inoltre, rinnovato il mandato a tutti gli attuali componenti della Segreteria nazionale: Mauro Bossola (Segretario generale aggiunto), Attilio Granelli, Luca Bertinotti, Giuliano De Filippis (Segretario amministrativo), Franco Casini (Segretario organizzativo), Mauro Scarin, Mauro Morelli, ai quali si aggiungono due “new entry”, Giuseppe Milazzo e Giuliano Xausa.
L’elezione dei vertici sindacali è avvenuta al termine di un’intensa quattro giorni di dibattitti, tavole rotonde e question time, che ha visto confrontarsi sul futuro del settore i rappresentanti del sindacato e i principali banchieri italiani, alla presenza di oltre cinquanta giornalisti accreditati.
Nelle varie giornate sono, infatti, intervenuti: Antonio Patuelli, Presidente dell’Abi, Alessandro Azzi, Presidente di Federcasse, Alessandro Profumo, Presidente Gruppo Mps, Carlo Messina, Consigliere delegato Gruppo Intesa Sanpaolo, Matteo Arpe, Presidente Gruppo Sator, Piero Giarda, Presidente Consiglio di Sorveglianza del Gruppo Bpm, Pierfrancesco Saviotti, Amministratore delegato del Banco Popolare, Victor Massiah, Consigliere delegato del Gruppo Ubi, Roberto Nicastro, Direttore generale Unicredit, Giampiero Maioli, CEO di Cariparma e Francesco Micheli, capo delegazione sindacale dell’Abi.
Nel corso del faccia a faccia con i banchieri, Sileoni ha ribadito di voler impostare il confronto sul rinnovo del contratto di categoria, ormai in scadenza a giugno, “proponendo un nuovo modello di banca che generi profitti, mantenga l’ attuale numero di occupati, crei nuovi posti di lavoro e che rafforzi i suoi legami con le imprese del territorio”.
“È necessario”, ha affermato Sileoni, “che le banche abbandonino le vecchie e improduttive politiche di taglio dei costi del personale, ad oggi risultate incapaci di garantire un miglioramento della redditività, e che, invece, si aprano finalmente all’innovazione, ampliando la gamma di servizi offerti e puntando anche sulla consulenza specializzata”.
Roma 14/3/13
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MILANO FINANZA, sabato 15 aprile 2014
SCENARI La crisi cambierà il mestiere: gli istituti saranno più specializzati nella gestione del credito e offriranno nuovi servizi assicurativi, fiscali e pensionistici Ecco il nuovo modello di banca secondo la Fabi. Che spera così di limitare i tagli – Il nuovo bancario
Da alcuni anni il settore bancario vive una storica trasformazione. L’immediata reazione alla crisi degli istituti, non solo italiani, è stata quella di tagliare costi e personale, per adeguarsi al nuovo contesto di mercato. Non è detto però che questa strategia continui nel medio- lungo termine. Innanzitutto perché c’ è un limite alla riduzione della struttura delle banche. E poi perché i manager dovranno guardare anche al lato dei ricavi. Di conseguenza le banche saranno obbligate non solo ad avere organizzazioni più snelle, ma anche a svolgere attività diverse rispetto al passato. In questo passaggio un ruolo significativo potrà essere svolto dai bancari, che sembrano pronti ad adattarsi a un nuovo modello di attività. Anzi lo richiedono, anche per scongiurare l’ esubero di migliaia di posti. Proprio il nuovo ruolo delle banche e dei bancari è stato al centro dell’ ultimo congresso nazionale della Fabi. Secondo il segretario generale del sindacato Lando Sileoni, fresco di riconferma, sarà necessario introdurre nuovi servizi, al di là di quelli bancari in senso stretto, a cominciare da quelli legati a consulenze assicurative, pensionistiche e fiscali; la banca diventerà un «centro di competenza», capace di offrire servizi complessi, per esempio nell’ ambito dei prestiti deteriorati o del credito specialistico, in modo da non ricorrere troppo spesso alle esternalizzazioni. L’ analisi della Fabi parte dalla constatazione di quanto accaduto negli ultimi anni in Italia: dal 2008 al 2012 sono state chiuse circa 1. 300 filiali; l’ occupazione si è ridotta di circa 20 mila posti, portandosi poco oltre le 300 mila unità; i piani di esubero segnalano complessive riduzioni di 40 mila persone. Eppure, in questo contesto, Banco Posta ha aumentato le filiali di 100 unità. Per Sileoni «è indispensabile che il management delle banche abbia un diverso approccio sulla struttura distributiva: non più riduzione e tagli, talvolta indiscriminati, ma fattore competitivo per contrastare la concorrenza anche di competitori agguerriti quali Banco Posta e Poste Vita, che hanno guadagnato consistenti quote di mercato, in settori molto remunerativi del business bancario, come le carte di credito e le polizze assicurative». Servirà maggiore attenzione a quei segmenti di business di maggiore interesse per la clientela, assieme a più flessibilità in termini di orari di sportello. Il primo passo, secondo il sindacato, è ora allargare l’ offerta, sfruttando la capacità logistica e gli spazi delle agenzie. Dopo anni di discussioni sulla carta, è arrivato il momento in cui il bancario dovrà essere sempre più un consulente, anche in campi extra- bancari, come quelli fiscali e pensionistici. Per questo, ha aggiunto Sileoni, «come sindacato vogliamo impostare il confronto sul rinnovo del contratto di categoria proponendo un nuovo modello di banca che generi profitti, creando occupazione e posti di lavoro e che rafforzi i suoi legami con le imprese del territorio». Sulla necessità di ampliare i servizi alla clientela, si è mostrato d’ accordo l’ amministratore delegato del Banco Popolare, Pierfrancesco Saviotti. Da parte dei banchieri, ha osservato al convegno Fabi, «bisogna pensare non solo a ridurre i costi, bisogna aumentare i ricavi». Tuttavia Saviotti non crede che in un futuro prossimo si possa arrivare a un modello di banca diverso dall’ attuale come quello ipotizzato dal sindacato. «Non saremo in grado di fare in tempi brevi consulenza fiscale come la fanno i commercialisti. È difficile pensare che in un futuro prossimo ci possa essere uno sviluppo del genere. Serve formazione massiccia, non può essere una realtà tra due o tre anni». Nel breve termine gran parte della partita continuerà a giocarsi sul credito : i n forme nuove, però. Nei nuovi centri di competenza, ha osservato Sileoni, ci dovrebbe essere più spazio per «attività di credito specialistico, come quello industriale, marittimo, agrario e turistico», ma si dovrebbe dare anche più spazio «alla gestione delle incentivazioni pubbliche al commercio verso l’ estero, alla gestione delle più articolate forme di garanzia creditizia e alla gestione del credito deteriorato». Proprio il costo dei crediti problematici è oggi il principale elemento di indebolimento dei bilanci bancari. Le rettifiche dovute al deterioramento dei crediti si sono attestate nel 2012 su valori vicini all’ intero costo del personale. Le banche italiane sono ai primi posti in Europa per sofferenze, pari all’ 11, 7% del totale dei crediti nel primo semestre 2013, secondo quanto emerge da una ricerca della Fabi, pubblicata in occasione del congresso dell’ associazione. Dal 2010 al 2013, ha ricordato lo studio Fabi basato su dati Bce, le sofferenze sono salite di tre punti percentuali. Peggio dell’ Italia solo la Grecia, con il 21, 9%, seguita da Portogallo (7, 5%) e Spagna (6, 7%). Molto distanti le tedesche (1, 86%) e le inglesi (1, 9%). Per la Fabi a far esplodere le sofferenze in Italia sono state la cattiva gestione del credito da parte dei vertici delle banche, la crisi economica, le regole fiscali e l’ eccessiva lunghezza delle procedure fallimentari. «I dati», ha osservato il segretario generale della Fabi, «dimostrano che le strategie fin qui attuate dalle banche italiane, incentrate soltanto su un taglio lineare del costo del lavoro e degli sportelli e sull’ outsourcing di attività, non hanno portato a un rilancio del settore». In tal senso Sileoni ha bocciato anche l’ ipotesi di creare bad bank, ricordando le parole dell’ economista Luigi Zingales: «Una banca radicata sul territorio ha un interesse ad aiutare le imprese sane a superare momenti di difficoltà finanziaria, perché queste imprese rappresentano clienti futuri. Una bad bank no, perché non ha clienti futuri». Per il sindacato le banche hanno già al loro interno le risorse per gestire le sofferenze, grazie alla conoscenza della clientela e all’ esperienza dei bancari. Queste competenze di base, secondo la Fabi, vanno supportate con «strutture organizzative e soluzioni innovative»: in futuro una gestione efficiente dei portafogli deteriorati «potrebbe rappresentare, contrariamente al passato, un’ area di business, da seguire con rinnovata attenzione, da gestire secondo modalità meno burocratiche e più propositive, nella quale allocare personale di grande qualità, in grado di gestire tematiche fra le più complesse della vita di una banca e dei suoi clienti». La gestione del credito viene vista dalla Fabi come un’ opportunità di ricavi e di minori oneri e non migliora con l’ outsourcing. Sileoni ha preso una posizione forte contro le esternalizzazioni, «spesso origine di maggiore complessità organizzativa, di servizi non adeguati, di costi maggiori rispetto a quelli programmati. Anche in questo caso potrebbe essere utile soffermarsi sulle opportunità di gestire, con efficienza, nell’ ambito del business bancario, l’ intero ciclo produttivo, limitando alle sole attività veramente ad esso estranee le esternalizzazioni». La proposta dalla Fabi è stata dunque posta all’ attenzione dell’ Abi e dei banchieri: meno esuberi, meno outsourcing, maggiore impiego delle risorse interne alle banche, anche attraverso una maggiore flessibilità degli orari e la disponibilità ad allargare la gamma dei servizi, in ambiti finora non coperti dalle banche. Si tratta di un’ enorme sfida per il settore: nei prossimi anni si vedrà fino a che punto questo modello potrà essere realizzato in Italia. (riproduzione riservata)
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CREDITO – Sileoni confermato alla guida della Fabi
Lando Maria Sileoni è stato riconfermato alla guida del primo sindacato dei bancari, la Fabi, che ha oltre 100mila iscritti. Sileoni, al secondo mandato, è stato eletto con il 98,6% delle preferenze. Guiderà la Fabi per i prossimi quattro anni. «Le banche abbandonino le vecchie e improduttive politiche di taglio dei costi del personale – ha detto – e si aprano finalmente all’innovazione, ampliando la gamma di servizi».
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Fabi, Sileoni confermato alla guida
Lando Maria Sileoni è stato riconfermato segretario generale della Fabi, il sindacato autonomo dei bancari. E’ stato eletto con il 98,6% delle preferenze da oltre duemila delegati al termine del XX Congresso Nazionale. Sileoni, 53 anni, guiderà il sindacato, il principale della categoria dei bancari, per altri 4 anni. Sono stati riconfermati anche tutti gli attuali componenti della Segreteria nazionale. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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La Fabi si riaffida a Sileoni
Lando Maria Sileoni resta alla guida della Fabi, il primosindacatodei bancaricon 100milaiscritti, comesegretariogenerale. Sileoni ha ricevuto il 98,6%delle prefererenze da 2mila delegati. La nomina avviene mentre si infuocano le trattative con l’Abi sul contratto.
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Il congresso del sindacato “Nuovo modello di banca” Sileoni rieletto al vertice Fabi
Lando Maria Sileoni è stato riconfermato, segretario generale della Fabi, sindacato dei lavoratori bancari. È quanto annuncia una nota dello stesso sindacati nel quale si sottolinea «il consenso plebiscitario». Ad eleggerlo con il 98, 6% delle preferenze i duemila delegati sindacali, a Roma dove si è svolto il XX Congresso nazionale della Fabi. «Sileoni – si legge nella nota- forte di un ampissimo consenso all’ interno della categoria e di una lunga militanza sindacale alle spalle, guiderà il primo sindacato dei lavoratori bancari per altri quattro anni». Nel corso dei faccia a faccia con numerosi banchieri svoltisi durante il congresso, Sileoni ha ribadito di voler impostare il confronto sul rinnovo del contratto di categoria, ormai in scadenza a giugno, «proponendo un nuovo modello di banca che generi profitti, mantenga l’ attuale numero di occupati, crei nuovi posti di lavoro e che rafforzi i suoi legami con le imprese del territorio».[ R. E.]
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FABI Sileoni confermato al vertice
Con un consenso plebiscitario (98, 6%), Lando Sileoni è stato riconfermato segretario generale della Fabi, il primo sindacato dei lavoratori bancari.
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Sileoni confermato segretario del primo sindacato dei bancari FABI
Lando Maria Sileoni è stato riconfermato, con un consenso plebiscitario, segretario generale della Fabi, il primo sindacato dei lavoratori bancari. Ad eleggerlo con il 98, 6% delle preferenze ben duemila delegati sindacali, venuti a Roma da tutta Italia, in rappresentanza degli oltre centomila iscritti, per partecipare ai lavori del XX Congresso nazionale della Fabi, che si è svolto dal 10 al 14 marzo nella capitale, presso l’ Ergife Palace Hotel.
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Lando Sileoni confermato segretario generale Fabi
La riconferma di Lando Sileoni a segretario generale della Fabi, federazione autonoma dei bancari italiana, si è materializzata nel pomeriggio di oggi a conclusione dei lavori del XX congresso nazionale in corso da lunedì scorso all’hotel Ergife di Roma.
Un evento che ha riscontrato la presenza di circa 1500 persone tra delegati sindacali bancari e ospiti provenienti dalle 97 strutture territoriali presenti in tutte le province italiane.
Tra i tanti anche 666 delegati votanti che si sono recati alle urne per eleggere tre organismi: il comitato direttivo centrale composto da 60 membri, il collegio dei probiviri composto da 5 membri e il collegio dei probiviri d’appello anch’esso composto da 5 membri. I sessanta eletti nel comitato direttivo centrale hanno poi provveduto a riconfermare, per l’eccellente lavoro svolto negli anni precedenti, l’intera segreteria nazionale e il segretario nazionale Lando Maria Sileoni che è stato eletto con il 98,6% delle preferenze pari alla rappresentanza di ben 96.020 iscritti.
La segreteria nazionale risulta così composta: Mauro Bossola (segretario generale aggiunto), Attilio Granelli, Luca Bertinotti, Giuliano De Filippis (segretario amministrativo), Franco Casini (segretario organizzativo), Mauro Scarin, Mauro Morelli e due “new entry”, Giuseppe Milazzo e Giuliano Xausa.
Nel Collegio dei probiviri è stato eletto, tra gli altri, anche Paolo Capotosti della Fabi di Viterbo e dipendente Carivit.
Numerosi i personaggi del vertice del mondo economico, politico e finanziario nazionale che hanno partecipato ai dibattiti durante le quattro giornate congressuali.
Nella prima giornata di lunedì scorso, dopo la relazione introduttiva di Sileoni, sono intervenuti, tra gli altri, il presidente dell’associazione bancaria italiana (Abi) Antonio Patuelli, il presidente di Federcasse Alessandro Azzi insieme ad altri rappresentanti delle banche, dei componenti dei consigli di gestione e di amministrazione degli istituti di credito, delle organizzazioni sindacali e della politica.
Nel giorno successivo molto coinvolgente il “question time” con Carlo Messina consigliere delegato del gruppo Intesa e il faccia a faccia “Uno contro Uno”, tra Francesco Micheli, capo delegazione sindacale in Abi, e Lando Maria Sileoni.
I lavori sono proseguiti poi mercoledì con il “question time” con Alessandro Profumo, presidente del gruppo Monte dei Paschi di Siena, e la tavola rotonda “Italia- Europa. Un nuovo modello di banca per il rilancio del settore. Analisi e proposte” alla quale hanno partecipato Piero Giarda presidente del consiglio di sorveglianza gruppo Banca Popolare di Milano, Giampiero Maioli amministratore delegato del gruppo Cariparma, Victor Massiah consigliere delegato gruppo Ubi Banca, Roberto Nicastro direttore generale Unicredit, Pierfrancesco Saviotti amministratore delegato del gruppo Banco Popolare, Oscar Giannino editorialista, Lello Naso capo redattore di “Imprese e Territori” del Sole 24 Ore, Giulio Sapelli economista e Lando Maria Sileoni segretario generale della Fabi.
Ieri, nell’ultima giornata di dibattiti e lavori congressuali, il “question time” con Matteo Arpe, presidente e amministratore delegato del nuovo gruppo finanziario Sator Spa, e la replica finale del segretario generale della Fabi.
Un interessante dibattito durante il quale Lando Sileoni, padrone di casa e leader della Fabi, che condurrà il sindacato dei bancari per altri quattro anni, non ha risparmiato nessuno. Al centro della discussione il rinnovo del contratto nazionale di categoria, che riguarda 309mila lavoratori bancari italiani.
Critiche, posizioni talvolta contrapposte, ma anche visioni comuni sulla strada che dovrà intraprendere il settore bancario per riemergere dalla crisi.
“Nella vertenza sul rinnovo del contratto nazionale non intendiamo più confrontarci soltanto sui numeri della crisi, in una mera ottica di taglio dei posti di lavoro e delle garanzie contrattuali, ma vogliamo condividere un nuovo modello di banca.
I vertici, fino ad oggi, non si sono presi questa responsabilità e ora ce la prendiamo noi. Vogliamo un modello sociale di banca – continua Sileoni – che non faccia esternalizzazioni di attività, ma che punti sulla consulenza allargata e specialistica a famiglie e imprese, che crei nuove professionalità, mantenendo così posti di lavoro e creando le condizioni per nuove assunzioni.
Per questo, come sindacato, vogliamo impostare il confronto sul rinnovo del contratto di categoria proponendo un nuovo modello di banca, che generi profitti, creando occupazione e posti di lavoro e che rafforzi i suoi legami con le imprese di tutto il territorio nazionale”.
Alla fine dei lavori è stato approvato anche un ordine del giorno, presentato dalla Fabi di Viterbo, Isernia e Campobasso, che impegna la segreteria nazionale della Fabi a sostenere la vertenza dei lavoratori cassaintegrati di Esattorie Spa nelle città di Viterbo, Isernia e Campobasso.
Lando Sileoni, originario di Viterbo, è stato riconfermato segretario generale della Fabi con un consenso plebiscitario a coronamento di una lunga e brillante militanza sindacale.
S.C.
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