IL SOLE 24 ORE, mercoledì 19 febbraio 2014
Abi: niente risorse per gli aumenti – Micheli: «Situazione complicata, utile netto in calo dell’81%» I SINDACATI Sileoni: «Nuovo modello di banca per aumentare i ricavi e creare posti di lavoro» Masi: «Inaccettabile, ci sono altri modi di fare risparmi»
Cristina Casadei
Le banche sono in una situazione «complicatissima» e non ci sono risorse economiche per dare aumenti nel nuovo contratto. Il vicepresidente vicario dell’Abi e capo della delegazione sindacale dei banchieri, Francesco Micheli, al Consiglio nazionale della Uilca ha spiegato così la posizione, unitaria, che è emersa nel corso del Casl di ieri mattina. Posizione che per Micheli trova fondamento nei numeri. Nei primi nove mesi dell’anno, il conto economico pro forma dei principali gruppi italiani, calcolato dall’Abi, «mostra un calo dell’81% dell’utile netto: come si può pensare che ci siano risorse per il rinnovo contrattuale?», chiede il vicepresidente di Abi. Prima di sedersi al tavolo i sindacati, «devono risolvere una questione: salario o occupazione».
Che la situazione sia «complicatissima è un dato di fatto, ma Abi dovrebbe spiegarci perché si è arrivati a questo punto», ribatte Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi. «La diminuzione delle operazioni di sportello, gli imprenditori che a torto o a ragione si lamentano per le difficoltà di accedere al credito, la banca online che incombe sono tutti problemi che andavano affrontati e risolti da tempo – aggiunge il leader della Fabi –. Nella nostra piattaforma e dal dibattito che seguirà a partire dal nostro Congresso nazionale di marzo dimostreremo che con un nuovo modello di banca aumenteranno i ricavi e serviranno nuovi posti di lavoro».
Secondo un documento di fonti bancarie, però, lo scenario in cui avverrà questo rinnovo è caratterizzato dalla continua riduzione dei ricavi, dalla compressione dei profitti e dall’inasprimento dei requisiti regolamentari che impongono una discontinuità sia sul lato dei ricavi che su quello dei costi. Questa discontinuità dovrà investire anche il rinnovo del contratto.
Per il segretario generale della Uilca Massimo Masi «è vero che ci sono banche in crisi e quindi bisogna tenere conto del fatto che non ci può essere una risposta univoca nel prossimo contratto». Nelle banche che hanno i conti in rosso «sono il primo a dire che non siano pagati i premi aziendali – prosegue Masi –. Però non è accettabile che non ci siano aumenti dal ccnl per due anni, semmai le parti dovranno trovare il modo di fare altri risparmi».
Nel corso del Casl di Abi di ieri è stato documentato che nelle banche italiane c’è una capacità produttiva in eccesso, una produttività inadeguata, un costo medio del personale elevato e per finire una contrattazione di secondo livello antistorica. È questo il quadro che verrà annunciato all’esecutivo di Abi di oggi e che chiede, ora più che mai, un contratto che sostenga le banche verso un nuovo modello. Con tutti gli interventi necessari: rifocalizzazione sui segmenti di clientela e prodotti, razionalizzazione degli sportelli grazie anche alla multicanalità, revisione delle procedure di filiale.
Ai sindacati, il 28 febbraio, le banche sottoporranno l’esigenza di maggiore flessibilità dell’organizzazione e di un più intenso ed efficace impiego della capacità produttiva, oltre a moderazione salariale e adeguate relazioni industriali. Volte innanzitutto a favorire quella riqualificazione professionale da cui saranno interessati molti bancari che nei prossimi anni dovranno essere capaci di offrire consulenza extrabancaria, in materia fiscale e tributaria, ma anche prodotti e servizi non bancari. Non è escluso che in banca si vada per comprare biglietti di viaggio, di eventi culturali, sportivi, libri, cd, dvd. © RIPRODUZIONE RISERVATA