MF-MILANO FINANZA, giovedì 13 febbraio 2014
Deutsche Bank lancia l’operazione riassetto in Italia
di Claudia Cervini
Si va dalla delocalizzazione di alcune attività in Polonia alla revisione del modello di filiale con macchine (atm) intelligenti. Sono queste le principali linee guida del piano di volo 2014-2015 del gruppo Deutsche Bank in Italia presentato ieri ai sindacati nel corso di una riunione milanese con il nome di Operational Excellence (OpEx).
Il progetto di efficientamento e di riduzione dei costi prevede 217 esuberi (circa il 3% della forza lavoro) a partire da luglio 2014 che si concluderanno, nei piani dell’istituto di credito, entro giugno 2015. A Varsavia saranno delocalizzate alcune funzioni concentrate oggi nei centri Pbc Services: dalle attività amministrative a quelle di back office, dalla gestione dati alla riconciliazione pagamenti, fino all’apertura e gestione dei conti della clientela di banca Finanza & Futuro. Queste funzioni faranno capo a una società della Deutsche Bank con sede legale a Varsavia e ciò comporterà oltre 30 esuberi, concentrati nelle piazze di Prato e Milano. Attraverso il progetto Bank to Be si prevede l’introduzione di atm evoluti in alcune filiali, che consentiranno ai clienti di svolgere autonomamente transazioni e l’attivazione di strumenti informatici innovativi, che comporteranno una riduzione dell’attività di front office a favore di quella di consulenza, per un totale di oltre 100 esuberi stimati. Il modello di filiale prevede, insomma, un ibrido tra gli sportelli tradizionali e quelli cashless. FABIFuturo Banca, delle attività di governance e amministrazione della divisione wealth management, oltre alla chiusura dell’ufficio trade services di Roma e alla cessione in appalto di alcune attività alla società indiana Dboi. Il management guidato dall’ad Flavio Valeri intende così incrementare i livelli di efficienza e di produttività attraverso l’innovazione tecnologica e di accrescere la competitività sui mercati mondiali. «L’impatto sul personale di Deutsche Bank in Italia, che nel Paese dà lavoro a 6 mila persone, sarà limitato a circa 200 persone (3%) per le quali è previsto il ricorso all’esodo anticipato e al fondo di solidarietà (temi sui quali sono in corso le previste procedure sindacali», fanno sapere dalla banca. Non si tratta infatti di un piano di razionalizzazione conseguente alla crisi economica, visto che il gruppo tedesco ha perseguito negli ultimi anni una politica di espansione in Italia piuttosto decisa. Negli ultimi quattro anni sono stati infatti aperti 60 nuovi sportelli e più di mille professionisti sono stati reclutati negli ultimi tre anni. Comunque sia la reazione dei sindacati non si è fatta attendere. «Come organizzazioni sindacali abbiamo sollevato obiezioni circa le modalità con cui l’istituto intende affrontare un’operazione con ricadute così importanti sia sotto il profilo operativo che sulle prospettive future delle aziende del gruppo», hanno scritto la Fabi guidata dal segretario generale Lando Sileoni e le altre organizzazioni sindacali in una nota. I sindacati chiedono nello specifico di prendere visione del nuovo piano industriale prima di scendere a patti. «Abbiamo richiesto un confronto puntuale e articolato sul piano industriale del gruppo Deutsche Bank Italia nel medio periodo al fine di conoscere quali strategie il gruppo intenda attuare nei prossimi anni». (riproduzione riservata)